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gianleo67
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sabato 13 febbraio 2016
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what price onesty!
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Grossista di carburanti nella New York degli anni '80, l'intraprendente Abel Morales è un immigrato latino che ha sposato la bella figlia di un boss di Brooklyn e che tenta di espandersi entro gli angusti confini della legalità e delle regole. Quando una serie di attentati della concorrenza ed un'inchiesta della procura distrettuale rischiano di gettarlo sul lastrico, dovrà agire rapidamente per scongiurare la bancarotta e mettere in salvo quel che resta del suo improbabile ideale del sogno americano.
Da un'idea di sceneggiatura che sembra portarci indietro ad un cinema di denuncia sociale affrontato con gli strumenti di un cinema di genere neanche tanto originale, il talentuoso J.
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Grossista di carburanti nella New York degli anni '80, l'intraprendente Abel Morales è un immigrato latino che ha sposato la bella figlia di un boss di Brooklyn e che tenta di espandersi entro gli angusti confini della legalità e delle regole. Quando una serie di attentati della concorrenza ed un'inchiesta della procura distrettuale rischiano di gettarlo sul lastrico, dovrà agire rapidamente per scongiurare la bancarotta e mettere in salvo quel che resta del suo improbabile ideale del sogno americano.
Da un'idea di sceneggiatura che sembra portarci indietro ad un cinema di denuncia sociale affrontato con gli strumenti di un cinema di genere neanche tanto originale, il talentuoso J. C. Chandor si dimostra ancora una volta regista poliedrico nel cimentarsi con un dramma scorsesiano che imbastisce una contrapposizione etica appena sfumata, facendo delle credibili ambientazioni newyorkesi e della caratterizzazione dei personaggi il suo principale punto di forza. Eccessivamente compassato nelle scelte di una messa in scena che predilige i dialoghi alle sequenze d'azione e in un montaggio che assembla senza sussulti le scabre vicissitudini di un personaggio principale presente una scena sì e nell'altra pure, la storia si sviluppa come la lenta discesa agli inferi e ritorno di un raro esempio di rettitudine morale nella città degli inganni e della corruzione, vero esempio di self-made-man di origini latine che non ostante i discutibili parenti della consorte, il gioco sporco di una concorrenza sleale e le avversioni del solito procuratore distrettuale sotto ricatto plebiscitario si ostina nel declinare il singolare ideale di un sogno americano fondato sulla totale abnegazione al duro lavoro e sullo strenuo rifiuto di ogni forma di compromesso. Più interessato a costruire la tragica epica minimalista di una virtù eroica in un mondo dominato dalla violenza e dalla sopraffazione che a restituirci il quadro di un credibile spaccato metropolitano (non ostante le premesse del titolo e la didascalia dell'incipit), il film rischia di perdere mordente e forza nell'addossare la croce quasi escusivamente sulle spalle del pur bravo e taurino Oscar Isaac costretto a fare i salti mortali per sbarcare il lunario: dalla formazione e instradamento del personale alla ricerca di finanziamenti, dalla sedazione di belligeranti rivolte sindacali alle indagini sui furti di carburante, dalla sordina ad una moglie con troppe risorse nascoste (che vuole fare l'uomo di casa) alla difesa da un procuratore nero con facili ambizioni di carriera. Il problema vero è che J. C. Chandor non è M.Scorsese e O.Isaac non è R.De Niro ed il film sembra mettere in stallo i suoi diversi fronti trascinandosi scialbamente verso un finale in cui i nodi si risolvono quasi senza il contributo dell'azione (fatta eccezione per una bella sequenza di insegumento lungo un tunnel della metro che finisce alla fermata di New Utrecht Avenue e del montaggio incrociato del doppio attentato all'autista ed al rappresentante) e dove l'ottusa morale di un imprenditore tutto d'un pezzo è salva anche al costo della vita di un ex dipendente suicida con moglie a carico (vabbè?!!). What Price Honesty! verrebbe da dire, sempre che il finale non sia tutto negativo e che gli immobiliaristi ebrei ti possano congedare con un caloroso e beneagurante 'Mazel Tov'. Belle le ricostruzioni d'ambiente e l'ottima fotografia di Bradford Young come pure le prove degli attori, tra cui la presenza di una conturbante fuoriclasse come Jessica Chastain giustamente insignita di diversi riconoscimenti dalla critica americana e candidata ai Globe 2015 come miglior attrice non protagonista. Flop al box office interno, esce in Italia dopo un anno e mezzo solo dal 4 febbraio 2016 in evidente ricerca di riscatto.
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filippo catani
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mercoledì 8 giugno 2016
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etica ed onestà
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New York 1981. Un imprenditore che gestisce un impresa di trasporto di olio combustibile si ritrova a che fare con la presa d'assalto dei suoi mezzi, un'indagine della procura sul suo conto e sulla sua azienda e con l'acquisto di un terreno che gli permetterebbe di ampliare il suo giro d'affari.
E' possibile fare successo senza sporcarsi le mani? E' possibile farsi largo tra concorrenti spietati senza regolare i propri conti con la violenza? Queste le principali domande che si affollano nella mente del nostro protagonista alle prese con la New York dei palazzi sullo sfondo e le lotte del mercato. Allo stesso tempo l'uomo dovrà fare fronte ad emergenze economiche senza voler chiedere aiuto al suocero notissimo gangster.
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New York 1981. Un imprenditore che gestisce un impresa di trasporto di olio combustibile si ritrova a che fare con la presa d'assalto dei suoi mezzi, un'indagine della procura sul suo conto e sulla sua azienda e con l'acquisto di un terreno che gli permetterebbe di ampliare il suo giro d'affari.
E' possibile fare successo senza sporcarsi le mani? E' possibile farsi largo tra concorrenti spietati senza regolare i propri conti con la violenza? Queste le principali domande che si affollano nella mente del nostro protagonista alle prese con la New York dei palazzi sullo sfondo e le lotte del mercato. Allo stesso tempo l'uomo dovrà fare fronte ad emergenze economiche senza voler chiedere aiuto al suocero notissimo gangster. Il film è molto bello e ha ottime ambientazioni e diciamo che mette nitidamente in scena il lato oscuro del sogno americano e di quanto si è disposti a fare per perseguirlo. Ottimo Isaac nella parte del protagonista coadiuvato dalla sempre brava Chastain moglie e madre che vede dibattere il marito tra lavoro ed etica. Da non perdere.
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florentin
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sabato 6 febbraio 2016
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ambiguità. e la 'violenza' dell'81 è stata questa?
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Non prende. E' lento. Manierato. Due ore a cercare di capire come andrà a finire. Lui che si professa 'onesto' ma poi ha in corso una sequela di pendenze fiscali e altro.
New York la si vede poco -hanno girato anche a Detroit- e l'unico pathos è all'inizio con quel jogging sulle note di Inner City Blues di Marvin Gaye. Un inizio che lasciava sperare in un noir .. a bout de souffle, invece no: una noia mortale.
Sembra che i furti di camion e combustibile siano una roba di mafie e poi sono invece due sfigati che lo vendono a basso prezzo in giro per l'America.
L'investigatore del fisco è ambiguo, specie nel finale: gli propone una .
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Non prende. E' lento. Manierato. Due ore a cercare di capire come andrà a finire. Lui che si professa 'onesto' ma poi ha in corso una sequela di pendenze fiscali e altro.
New York la si vede poco -hanno girato anche a Detroit- e l'unico pathos è all'inizio con quel jogging sulle note di Inner City Blues di Marvin Gaye. Un inizio che lasciava sperare in un noir .. a bout de souffle, invece no: una noia mortale.
Sembra che i furti di camion e combustibile siano una roba di mafie e poi sono invece due sfigati che lo vendono a basso prezzo in giro per l'America.
L'investigatore del fisco è ambiguo, specie nel finale: gli propone una ...consulenza ? Mah.
Tutto è girato nel seppia, in case high-tech e camini con fuoco chimico. Tutto è soffuso, potrebbe essere intrigante, ma non succede niente. Sesso non ce n'è. Solo una vestaglia di seta di lei che non è la femmina conturbante -Kim Basinger di L.A.Confidential per dire-, e un torso nudo implume di lui che non dice nulla mentre si fa la barba (meglio fecero Tom Cruise, e Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, che lei almeno mentre lui si rade si siede sul water alzandosi la vestaglia quel tanto che basta, fa pipì, e se ne va dopo un paio di parole (niente bidé -peccato- siamo in America), una scenetta di un intrigante da favola; qui no, come brillantezza di comunicazione erotica sembrano due coniugi ottantenni dopo sessant'anni di convivenza anche se senza walker e scendi-sale scale.
Solo nafta e location di un brutto che peggio non si può e non metti almeno una scena di sesso? Certo che in quella casa 'fredda' la vedrei dura, va detto.
Lui l'interprete dev'essere anche poi un ipotiroideo: non s'incazza ma, è tutto polite...e si vede; però riesce a correre come un matto col cappotto (di cammello) -Marlon Brando lo portava da dio lui sì , ma era Parigi mica Yonkers. Corre anche nel subway, ma Gene Hackman lo faceva meglio in The French Connection. Colloqui talvolta troppo ...intimisti: sono talemente a bassa voice che da da metà sala in su bisogna tendere l'orecchio.
Buona fotografia, ma un film che be', per delicatezza non richiamo la famosa battuta di Fantozzi; buona pure l'ultima scena giocata sul bianco-neve fra i tank della nafta sullo sfondo dello skyline di Manhattan, con una tarantinata -rosso pomodoro da suicidio un po' dappertutto- e un buco da proiettile nel tank che lui l'emigrato messicano o latino che sia, tappa con un... kleenex...di nafta ne ha già persa troppa. E lei la moglie sconvolta volto fra le mani (quando ha ucciso il cervo già ferito a sangue freddo non era sconvolta però) indossando il cappotto bianco di due ore di film che a me sembrava una cosa così, ma che poi dai titoli di coda ti dicono che era un Armani che però sembrava più una cosa normalissima -magaria nche da ' modista' ma non di una griffe di rango.
*Visto alla Spazio Uno unico cinema fiorentino che l'ha in cartellone. Sonoro buono, ma mi pare che qualche volta entrino dei rumori in sala dall'esterno.
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