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Questo documentario ripercorre con lucidità le tappe principali della vita del Pirata; dagli esordi da giovanissimo mfino alla tragica fine in un motel di Rimini.
Su una cosa non ci sono dubbi: Pantani è stato senza ombra di dubbio l'ultimo grande campione del ciclismo capace di appassionare un'intera nazione. Così come faceva Tomba quando scendeva nello slalom, così Pantani bloccava tutta l'Italia nell'attesa di uno dei suoi fantastici scatti in salita. Un talento puro come pochi se ne vedono. Allo stesso tempo dietro l'immagine del grande campione c'era quella di un uomo che era stato più volte messo alla prova dal destino. In quanti infatti avrebbero puntato sul suo ritorno dopo il tragico incidente alla Milano-Torino del '95? Eppure lui non si arrese e da lì a poco mise a segno la storica doppietta Giro-Tour nel medesimo anno che solo pochi e grandissimi hanno compiuto. Bellissime sono le immagini di repertorio delle sue vittorie con i commenti dei telecronisti in varie lingue. La cosa più impressionante di tutte e vedere come il Pirata passasse letteralmente tra due ali di folla festante e delirante per lui. Tutto fino a quel tragico giorno a Madonna di Campiglio; un giorno dal quale il corridore non si riprenderà più. Il documentario si sofferma quindi su tutte le ombre e i sospetti che circolano su questa storia e da lì si apre la pagina riguardante il doping a partire dal famoso caso Festina. Pantani non si riprenderà più e sarà sempre inseguito dai sospetti. Purtroppo, come spesso accade, i tanti sostenitori si trasformarono presto in accusatori. Lasciato anche dalla compagna e forse incapace di ridare un senso alla propria esistenza e alla sua vita in bicicletta la fragilità umana lo portò a battere strade tortuose che quel triste febbraio di dieci anni fa lo portarono a morire solo in un motel di Rimini. Insomma un documentario davvero ben fatto che ci restituisce l'immagine dell'ultimo grande campione prima che il ciclismo venisse investito da quella terribile valanga del doping che ne sta seriamente mettendo in dubbio la sopravvivenza. Un ritratto commovente che si giova anche delle voci dei corridori e dei suoi familiari e di alcune interviste e filmati di repertorio. Davvero da non perdere.
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