La bicicletta verde

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vjarkiv giovedì 7 novembre 2013
film imperdibile... Valutazione 4 stelle su cinque
2%
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Film imperdibile, non solo perché è l'unico film girato interamente a Riyadh in Arabia Saudita (paese in cui non esistono sale cinematografiche!) e per giunta da una regista donna Haifaa al-Mansour e questo già giustificherebbe la visione per l'eccezionalità dell'evento, ma soprattutto perché ci mostra uno spaccato di vita quotidiana di un paese in cui le "notizie" ci arrivano in maniera "indiretta". Paese pregno di teocrazia dove l'illuminismo è il diavolo. La regista, e in questo sta la sua bravura, è riuscita in maniera non drammatica (e la segregazione femminile nel suo paese invece lo è!) e a volte divertente, a farci capire le contraddizioni tra pubblico e privato: in questo la figura della preside della scuola femminile ne è un esempio, integerrima e inflessibile con le sue alunne, quanto disponibile a ricevere un "ladro notturno". [+]

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jennifermanca venerdì 2 agosto 2013
da vedere Valutazione 0 stelle su cinque
43%
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57%

Il film sorprende per la semplicità con cui ci presenta la condizione della donna in Arabia Saudita, paese in via di sviluppo con un alto tasso di alfabetizzazione. La regista decide di adottare il punto di vista di una bambina. Una bambina ribelle che sebbene sia considerata già in età di matrimonio, ha un solo pensiero: comprare una biciletta per sfidare il suo amico. Non c'è simbolo più indovinato della bicicletta, che già di per sé, è l'oggetto che più esprime il senso di libertà. In Arabia Saudita le donne non possono andare in bicicletta, ma la ribellione della bambina, acquista ancora più potenza proprio perché va aldilà di qualsiasi rivendicazione femminile; la sua è una rivoluzione innocente, candida. [+]

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archipic martedì 16 aprile 2013
consapevolezza della donna islamica Valutazione 3 stelle su cinque
50%
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Non male questo film di Al-Mansour; offre un bello spaccato sociale di vita dell'odierna Arabia. Islam e tradizione vanno a braccetto, costringendo le donne ad una vita appartata e sacrificata al corano e all'uomo. Tutto è svolto in loro funzione, tutto è giustificato se fatto in loro funzione. E sono proprio le donne di "potere", come la direttrice della scuola, che esercitano questo potere di emarginazione, emarginandosi a loro volta. La giovane protagonista, invece, decide di rompere lo stato delle cose e decide di ottenere ciò che più desidera (la bicicletta) anche se ciò è contro la pubblica morale, civile e religiosa. Aiutata dalla bella madre che alla fine, segregata dal sistema e dal marito, decide di far realizzare alla figlia il sogno che a lei, invece, è stato strappato via. [+]

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maria f. venerdì 8 febbraio 2013
evviva i buoni film! Valutazione 3 stelle su cinque
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Ebbene sì, fa sempre piacere vedere un film a regia femminile, poi quando la regista appartiene a un Paese dove la donna è considerata un accessorio, si spera che film, storie che raccontino all’occidente di queste vite possano aumentare.
Per la verità anche da noi – ancora oggi la donna deve patire ed essere competitiva per dimostrare a mala pena di avere le medesime capacità dell’uomo se non di più, come: senso pratico, maggiore facoltà di sintesi nella risoluzione dei problemi, cogliere al volo situazioni e porvi rimedio, ricoprire in modo affidabile molteplici ruoli.     Che fatica|||
Wadjda non avendo ottenuto dalla madre il consenso per acquistare una bicicletta, anche perché non ci sono possibilità economiche, decide di partecipare a una grara coranica e poter vincere la somma che le permetterà l’acquisto. [+]

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rosario colaizzi giovedì 7 febbraio 2013
segnali di libertà posibile Valutazione 4 stelle su cinque
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La bicicletta con il suo allegato di libertà potendo scorazzare per le vie della città all'interno di uno spaccato di esperienze di vita in un paese arabo. La nostra conoscenza in tal senso dovrebbe continuamente amplificarsi per meglio comprendere il modus vivendi con tutti i lati positivi e negativi di tale indagine e per avere consapevolezza di tutti gli aspetti positivi e negativi di una società strutturalmente diversa dalla nostra.La "globalizzazione" della conoscenza forse oggigiorno è l'unico processo di acquisizione possibile per noi "poveri mortali". Con tale precezione ho apprezzato questo film soprattutto alla luce di un regista arabo e di sesso femminile.

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melania domenica 20 gennaio 2013
meraviglioso Valutazione 5 stelle su cinque
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Sono molto felice di aver visto questo splendido film,girato e interpretato con grande maestria,e che racconta la storia di una ragazzina che vuole ribellarsi a un mondo rigido e chiuso,in cui tutto o quasi tutto sembra negato alle donne.La coraggiosa ragazzina fa di tutto per conquistare un po' di libertà ed emancipazione,fa di tutto per poter possedere una bicicletta,ma cozza contro una cultura rigidissima e,dal nostro punto di vista occidentale,ottuso.Molto bella la solidarietà materna che ,nella parte finale del film,aggiunge una nota di dolcezza al film ,già di per sè dolce e delicato.

[+] in sintonia (di vjarkiv)
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cineandre giovedì 3 gennaio 2013
l'eroica semplicità di una ragazzina Valutazione 3 stelle su cinque
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"La biciletta verde" ha il pregio di essere un film che si presenta senza particolari pretese intellettuali o di denuncia. Si presenta così come la sua protagonista, in modo semplice. Vuole raccontare una storia, uno spaccato di quotidianità di una ragazza. La protagonista è una vivace, allegra e intelligente ragazzina dell'Arabia Saudita che "desidera" la sua adorata biciletta, vietata alle ragazze dalle leggi maschiliste della tradizione religiosa.
La grande occasione per tramutare i suoi sogni in realtà è partecipare alla gara di Corano che la scuola che frequenta ha organizzato. In quel caso dovrà uniformarsi alle odiose regole morali imposte dalla scuola, per farsi benvolere e diventare una probabile condidata alla vittoria. [+]

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la nonna sabato 22 dicembre 2012
un film sulla libertà dentro Valutazione 4 stelle su cinque
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Hanno un bel darsi da fare i persecutori esterni ma la luce interna non riescono a spegnerla. Auguri per un 2013 di libertà

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pepito1948 lunedì 17 dicembre 2012
bicicletta della libertà, verde della speranza Valutazione 4 stelle su cinque
94%
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L'Arabia Saudita è il Paese islamico forse più progredito socialmente ( attesa di vita 73 anni, tasso di alfabetismo 83%), ma tra i più chiusi e rigidi nell'applicazione della religione di Stato e nel perseguire il dissenso in tutte le sue forme. La condizione della donna è particolarmente pesante: relegata in casa nei soliti ruoli domestici, non può uscire se non nei limiti imposti dagli uomini, che si avvalgono del giustificativo islamico (naturalmente interpretato pro domo sua). Il codice penale prevede sanzioni ancestrali ed è vigente la pena di morte (in forme brutali, come la lapidazione). In questo contesto la regista saudita ambienta una storia che, pur nella forma di commedia (con tinte a tratti umoristiche), rispecchia il dramma della ottusa ostilità verso qualsiasi aspirazione alla libera espressione che si discosti dal verbo politico/religioso di quel Paese. [+]

[+] bella! (di kaipy)
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renato volpone domenica 16 dicembre 2012
il mondo arabo, questo sconosciuto Valutazione 5 stelle su cinque
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Quanta delicatezza in questo film! Davvero non é facile trattare l'argomento "religione" senza cadere nel banale e qui si parla di islam e di donne. La regista é bravissima a darci un quadro approfondito e convincente della condizione della donna che segue la religione islamica. Vediamo donne normali, anzi molto belle e di grande fascino, alle prese con la quotidianità, il loro rapporto con il marito, gli uomini, le altre donne, la scuola e il mondo del lavoro. Ci troviam in una realtà a noi oscura, lontana,  ma il racconto ci mette perfettamente a nostro agio, come se tutto fosse normale. Si sorride di alcune affermazioni circa le usanze e le tradizioni religiose, ma se pensiamo al mondo cristiano non ne siamo poi tanto lontani. [+]

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