Un Été Brűlant

Il film č veramente brutto, estremamente noioso e decisamente fuori tempo massimo!

Film senza ragione d'esistere con una trama inconsistente e priva di qualsiasi interesse.
Tutti si accaniscono contro la Bellucci, ma secondo me non sfigura affatto e la sua recitazione è allo stesso livello del resto del cast.

 Inconsistente dramma volutamente non recitato (o mal recitato, che per Garrel è lo stesso) sull’amicizia fra due giovani: un pittore in crisi, privo di orientamento, sposato ad una bella moglie (Monica Bellucci, statica come sempre) che lo lascia per un altro, e un aspirante cineasta incerto del suo destino, che alla fine produce un figlio e lo porta a spasso in passeggino assieme alla sua compagna. L’occhio di Garrel, come sempre, guarda la realtà senza raccontarla, lasciando che parli da sé, in dialoghi forzati e non convincenti, attardati ad un post-sessantotto, ad una frustrazione da mancata rivoluzione che rende i personaggi vuoti e sorpassati. E questi fantasmi di se stessi si aggirano fra interni spogli e trasandati e set cinematografici dove si girano improbabili film storici, con la solita, ritrita allusione al film nel film che tanto piaceva ai maestri della Nouvelle vague. [+]

 Inconsistente dramma volutamente non recitato (o mal recitato, che per Garrel è lo stesso) sull’amicizia fra due giovani: un pittore in crisi, privo di orientamento, sposato ad una bella moglie (Monica Bellucci, statica come sempre) che lo lascia per un altro, e un aspirante cineasta incerto del suo destino, che alla fine produce un figlio e lo porta a spasso in passeggino assieme alla sua compagna. L’occhio di Garrel, come sempre, guarda la realtà senza raccontarla, lasciando che parli da sé, in dialoghi forzati e non convincenti, attardati ad un post-sessantotto, ad una frustrazione da mancata rivoluzione che rende i personaggi vuoti e sorpassati. E questi fantasmi di se stessi si aggirano fra interni spogli e trasandati e set cinematografici dove si girano improbabili film storici, con la solita, ritrita allusione al film nel film che tanto piaceva ai maestri della Nouvelle vague. Film che non può che risultare fuori tempo, desolante e scontato, con quel suicidio ad occhi chiusi di un pittore (metafora scoperta e forzata) che guida una macchina a tutta velocità in una strada buia di notte: facile prevedere che il film, e lo spettatore con lui, andrà a sbattere contro un albero!
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