Ambientare uno zombie movie a Cuba è, di per sé, operazione spassosa. Perlomeno per il cinefilo che ricorda le letture geopolitiche legate alle prime fatiche di Romero. Film nei quali, secondo alcuni, la lotta tra vivi e morti viventi riproponeva il conflitto, ora evidente ora subdolo, tra mondo liberoconsumista e comunismo.
Juan de los muertos, con la sua ambientazione per forza di cose storicamente e ideologicamente connotata, torna a fare dello zombie un fattore politico! Riaffermazione parodistica, sghignazzante, forse preterintenzionale, ma di sicuro effetto.
Anche perché la pellicola di Brugués, coproduzione cubana, può contare su una satira appuntita, tutt’altro che scontata.
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Ambientare uno zombie movie a Cuba è, di per sé, operazione spassosa. Perlomeno per il cinefilo che ricorda le letture geopolitiche legate alle prime fatiche di Romero. Film nei quali, secondo alcuni, la lotta tra vivi e morti viventi riproponeva il conflitto, ora evidente ora subdolo, tra mondo liberoconsumista e comunismo.
Juan de los muertos, con la sua ambientazione per forza di cose storicamente e ideologicamente connotata, torna a fare dello zombie un fattore politico! Riaffermazione parodistica, sghignazzante, forse preterintenzionale, ma di sicuro effetto.
Anche perché la pellicola di Brugués, coproduzione cubana, può contare su una satira appuntita, tutt’altro che scontata. A partire dai proclami di un establishment che spaccia i morti azzannavivi come infiltrati al soldo degli yankee. Finiscono nel mirino soprattutto vecchie manie (l’omofobia) e abitudini salvavita (l’arte di arrangiarsi) tipiche dell’isola caraibica. Il manipolo di amici e parenti che, in mezzo all’Apocalisse, cerca di fare soldi con gli zombie («Agenzia Juan de los muertos, riammazziamo i vostri cari») meriterebbe un posto nell’Olimpo del cinema demenziale.
E non mancano riferimenti colti o quasi. Il cacciatore di zombie Juan, che campa d’espedienti su un tetto dell’Avana, somiglia tanto a un non allineato in carne e ossa, io quasi omonimo Pedro JuanGutierrez. L’autore di “Trilogia sporca dell’Avana”, il Bukowski dei Caraibi, potrebbe tranquillamente essere l’ispirazione per il protagonista di Brugués.
Attenzione. Ritmo veloce e gag divertenti ma si registrano anche tante cadute nel cattivo gusto. Del resto parliamo di zombie: astenersi piccoli lord e sostenitori del politicamente corretto.
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