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fabio silvestre
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mercoledì 29 gennaio 2025
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alla ricerca della verit
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il film è ambientato a Parigi su 2 piani temporali: il 1942 nei giorni del rallestramento degli ebrei da parte dei nazisti pressi il velodromo di inverno ed ai giorni nostri dove la giornalista americana Julia si occupa di questo episodio della seconda guerra mondiale per scriverne un articolo. Con numerosi flashback il regista ci porta a conoscere la storia della bambina Sara, dei suoi genitori e del fratello Michel e dell'importanza di una chiave. La giornalista farà poi delle ricerche dell'appartamento dove abitava la famiglia di Sara perché proprio quella abitazione appartiene ora ai suoceri e dà lì proverà a rintracciare Sara alla ricerca della verità.
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il film è ambientato a Parigi su 2 piani temporali: il 1942 nei giorni del rallestramento degli ebrei da parte dei nazisti pressi il velodromo di inverno ed ai giorni nostri dove la giornalista americana Julia si occupa di questo episodio della seconda guerra mondiale per scriverne un articolo. Con numerosi flashback il regista ci porta a conoscere la storia della bambina Sara, dei suoi genitori e del fratello Michel e dell'importanza di una chiave. La giornalista farà poi delle ricerche dell'appartamento dove abitava la famiglia di Sara perché proprio quella abitazione appartiene ora ai suoceri e dà lì proverà a rintracciare Sara alla ricerca della verità. La sceneggiatura del film risulta davvero valida anche perché basata su un romanzo ma trova la sua forza nel concatenare gli eventi del passato e quelli attuali coinvolgendo emotivamente lo spettatore. Davvero un bel cast di attori e un plauo va alla profonda interpretazione di Kristin Scott Thomas. Un film sicuramente da vedere. Voto: 8/10.
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lello
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sabato 28 gennaio 2023
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recensione al film la chiave di sara
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La cinematografia è una libera arte che non deve sottostare ai paletti degli eventi storici quando il fine non è divulgare i fatti, piuttosto muovere le coscienze collettive.
La "Pellicola" parte dal fatto storico: il rastrellamento del velodromo, per invitarci a riflettere sui giorni nostri, di quando milioni di Hitler decidono se un essere umano è degno di venire al mondo oppure rimanere per sempre nel luogo lì dove la vita ha inizio. La bambina rimanda inconsapevolmente il fratellino al buio con l'incoscienza di chi ritiene opportuno che una vita va nascosta al mondo crudele.
Quando però da adulta la coscienza prevale sull inconsapevolezza il fardello diviene troppo pesante perché venga sopportato e lei stessa non si reputa più degna di vivere.
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La cinematografia è una libera arte che non deve sottostare ai paletti degli eventi storici quando il fine non è divulgare i fatti, piuttosto muovere le coscienze collettive.
La "Pellicola" parte dal fatto storico: il rastrellamento del velodromo, per invitarci a riflettere sui giorni nostri, di quando milioni di Hitler decidono se un essere umano è degno di venire al mondo oppure rimanere per sempre nel luogo lì dove la vita ha inizio. La bambina rimanda inconsapevolmente il fratellino al buio con l'incoscienza di chi ritiene opportuno che una vita va nascosta al mondo crudele.
Quando però da adulta la coscienza prevale sull inconsapevolezza il fardello diviene troppo pesante perché venga sopportato e lei stessa non si reputa più degna di vivere.
La domanda è: come può accadere che esseri umani possano diventare carnefici spietati dei loro simili?
Risposta: con l'indifferenza di chi vuole dimenticare le malvagità per continuare inperterriti con l'egoismo e la cieca tracotanza per continuare a godere dei beni terreni senza ritegno e rispetto alcuno. Soprattutto della vita.
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tiziana
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domenica 29 maggio 2022
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limitatevi al commento
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Vorrei vedere qs film stasera..ma..una domanda..perché raccontate la trama completa ???? Un commento, una recensione personale ok, ma che bisogno c è di rovinare la visione a chi non ha ancora visto il film??? Scusate lo sfogo, ma poiché succede spesso, oggi ho voluto puntualizzare....
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lunedì 8 febbraio 2021
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fly down
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Lo faccia lei un film migliore se si sente tanto di criticare in maniera così negativa Film che, a differenza sua, hanno raggiunto una certa notorietà. Grazie e buona giornata Epaminonda Ascanielli
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fabri
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lunedì 23 novembre 2020
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un bel film
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Storia che si sviluppa su due piani temporali e che prende a spunto un infame episodio di persecuzione ebraica.
Non condivido chi critica sul presupposto che il film sia debole sotto il profilo della trasmissione della sofferenza, che a mio parere è ben rappresentata.
Ha anche il pregio di ricordare un episodio passato nel dimenticatoio.
Lo consiglio.
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elgatoloco
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martedì 28 gennaio 2020
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para no olvidar
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Angolo visuale particolare, in questo"Elle s'appelait Sarah"(2019), che rilegge la storia della Shoah nella Francia occupata(governo di Vichy, Pétain etc.)attraverso il racconto di una giornalistaa americana trasferita in Francia, che viene a sapere di esser venuta a vivere in una casa che, all'epoca(anni 1940)era stata proprietà di Ebrei Francesi. Sconcerto, dubbi, crisi esistenziale e coniugale(per di più la donna, inaspettatamente, aspetta un bambino), report, ma soprattutto lezione etica anche per il figlio della donna, che da decenni(vivendo a Firenze, tra l'alltro)non era neppure al corrente delle origini ebraiche della donna. Importante pamphlet anti-razzista, che afronta la tematica indirettamente, mostrando come anche qualche soldato(francese, comunque)dissentisse dagli ordini petainiani, lasciando fuggiere dal campo di concentramento le due(allora)bambine, con il segreto-per una-del bambino nascosto e custodito in una stanza "segreta"o meglio"secretata"attraverso una chiave.
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Angolo visuale particolare, in questo"Elle s'appelait Sarah"(2019), che rilegge la storia della Shoah nella Francia occupata(governo di Vichy, Pétain etc.)attraverso il racconto di una giornalistaa americana trasferita in Francia, che viene a sapere di esser venuta a vivere in una casa che, all'epoca(anni 1940)era stata proprietà di Ebrei Francesi. Sconcerto, dubbi, crisi esistenziale e coniugale(per di più la donna, inaspettatamente, aspetta un bambino), report, ma soprattutto lezione etica anche per il figlio della donna, che da decenni(vivendo a Firenze, tra l'alltro)non era neppure al corrente delle origini ebraiche della donna. Importante pamphlet anti-razzista, che afronta la tematica indirettamente, mostrando come anche qualche soldato(francese, comunque)dissentisse dagli ordini petainiani, lasciando fuggiere dal campo di concentramento le due(allora)bambine, con il segreto-per una-del bambino nascosto e custodito in una stanza "segreta"o meglio"secretata"attraverso una chiave. Per compiere un'operazione più completa rispetto al film bisognerebbe conoscere anche il romanzo da cui esso è tratto, dia Talia de Rosmay(chi scrive questa nota non ha avuto l'opportunità di leggerlo), ma certamente l'operazione filmica è di qualità, possiamo/dobbiamo considerarla tale, a meno che non si voglia a tutti costri una spettacolarizzazione a tutti i costi di tale problematica, magari nella chiave nobilissima di un film come lo "Schindler's Livst"spielberghiano. La Scott-Thomas è interprete assolutamente convincente, come anche gli altri/le altre coinvolti/e nel film, che si caratterizza per aver scelto, non una scorciatoia ma una via differente, in qualche modo, volendo, "tangente"nell'affrotnare l'orrore. El Gato
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onufrio
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martedì 26 novembre 2019
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il rastrellamento del velodromo d'inverno
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Nel Luglio del 1942, a Parigi, avvenne il Rastrellamento del Velodromo d'Inverno, migliaia di ebrei vennero deportati, una decisione presa dalla nazione Francese. La storia si alterna tra passato e presente, Julia, giornalista americana ma che da decenni vive in Francia col marito, erede la casa dei suoceri, quella casa nasconde un orribile segreto avvenuto proprio nel Luglio del 1942. Racconto drammatico che ricostruisce il passato di una ragazza, Sara, ed il presente di una donna (Julia) che vuole fare luce su quanto accaduto.
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gufetta76
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venerdì 5 maggio 2017
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l'indelebile dramma dell'olocausto
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La regia è splendida veloce e narrativa. Kristin Scott Thomas è intensa e splendida. Il dramma seppur tragico le vite di due donne si incrociano in uno strano caso. Guardando il fim viene la voglia di leggere il libro. Assolutamente da vedere.
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elgatoloco
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martedì 31 gennaio 2017
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tra passato e presente, efficace romanzo e poi fil
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"Je m'appelle Sarah"di Gilles Paquet-Brenner è molto efficace, benintenso a partire dal romanzo, nel mostrare la viltà che aveva portato non dei nazisti ma dei Francesi(certo"colla", "collaborateurs", in italiano, meno efficacemente"collaborazionisti" a costruire un lager per Ebrei francesi in un velodromo. Uso opportuno del flash back che non è più tale, "presentificando" completamente il passato o meglio equiparandolo allo stesso, in un'operazione filmicamente convincente, che è denuncia dell'orrore(con l'eccezione del soldatino che lascia scappare le due bambine desiderose di tornare a casa, una per salvare il fratellino nascosto in uno sgabuzzino, anche se non riuscirà a farlo), ma anche smascheramento dell'ignoranza attuale-contemporanea(i due govani giornalisti che "non ne sanno nulla", lettaralmente, pensando che il velodromo esista ancora come tale.
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"Je m'appelle Sarah"di Gilles Paquet-Brenner è molto efficace, benintenso a partire dal romanzo, nel mostrare la viltà che aveva portato non dei nazisti ma dei Francesi(certo"colla", "collaborateurs", in italiano, meno efficacemente"collaborazionisti" a costruire un lager per Ebrei francesi in un velodromo. Uso opportuno del flash back che non è più tale, "presentificando" completamente il passato o meglio equiparandolo allo stesso, in un'operazione filmicamente convincente, che è denuncia dell'orrore(con l'eccezione del soldatino che lascia scappare le due bambine desiderose di tornare a casa, una per salvare il fratellino nascosto in uno sgabuzzino, anche se non riuscirà a farlo), ma anche smascheramento dell'ignoranza attuale-contemporanea(i due govani giornalisti che "non ne sanno nulla", lettaralmente, pensando che il velodromo esista ancora come tale...), individuazione delle complicità(il pétainismo quasi come un qualcosa di"normale", di esistente nel passato in quanto avvenuto, apppunto, però, "passato"da derubricare come tale), con interpreti di entrambi i generi molto convincenti, anche quando si saprà la"verità"sulla madre ebraica di un uomo che non ne sapeva nulla, in realtà-quando la"Sarah"protagonista viene scoperta come tale... Gioco di specchi, di rimandi, in una chiave(quella che è nel titolo italiano, non in quello originale, ma la chiave c'è davvero, è quella che dovrebbe"proteggere"il fratellino, appunto)che è di denuncia, come già detto, ma anche e soprattutto di scoperta, vista la mistificazione che tiene nascosta la verità-la demistificazione come"chiave"(repetita juvant, ma qui mi scuso, visto l'abuso del lemma)di quanto realmente avvenuto. Leggerezza(francese), ossia esprit de finesse nell'affrontare il tema tragico, senza infingimenti e senza"nuove mistificazioni", come appunto si dovrebbe fare, affrontando un tema cruciale come questo, dove spesso è la volontà di incrudelire gli effetti a prendere la mano, perdendo invece la"barra"del timone, ossia il senso della regia. Pericolo qui ampiamente evitato, appunto, per fortuna. Dove sarà da ripensare la modalità di fare film storici, a partire da questo esempio, più che convincente, El Gato
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harrysalamon
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venerdì 11 dicembre 2015
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onesta drammatizzazione di una tragedia vera
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Non riassumo la storia, già ben descritta nell'articolo di mymovies e nelle altre recensioni. Mi preme evidenziare due argomenti: uno è l'equilibrata testimonianza di due opposte verità, cioè il delitto commesso dalla Francia, di cui quest'ultima non potrà mai più cessare di vergognarsi (e il più emblematico è la distruzione del Veld'hiv, ricordato da una semplice targa) contrapposto alla testimonianza d'umanità di qualcuno dei Francesi. Non si può infatti dimenticare che tre quarti degli Ebrei francesi si salvarono. E lo dovettero ai non pochissimi "Giusti fra le Nazioni", qui indirettamente ricordati. L'altro è la ripresa di un fatto storico (giustamente visto attraverso una vicenda splendidamente raccontata, che così diventa un racconto visto da moltissimi: pochi Francesi hanno saltato la visione del film o la lettura del libro) che troppi in Francia vorrebbero invece rimuovere.
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Non riassumo la storia, già ben descritta nell'articolo di mymovies e nelle altre recensioni. Mi preme evidenziare due argomenti: uno è l'equilibrata testimonianza di due opposte verità, cioè il delitto commesso dalla Francia, di cui quest'ultima non potrà mai più cessare di vergognarsi (e il più emblematico è la distruzione del Veld'hiv, ricordato da una semplice targa) contrapposto alla testimonianza d'umanità di qualcuno dei Francesi. Non si può infatti dimenticare che tre quarti degli Ebrei francesi si salvarono. E lo dovettero ai non pochissimi "Giusti fra le Nazioni", qui indirettamente ricordati. L'altro è la ripresa di un fatto storico (giustamente visto attraverso una vicenda splendidamente raccontata, che così diventa un racconto visto da moltissimi: pochi Francesi hanno saltato la visione del film o la lettura del libro) che troppi in Francia vorrebbero invece rimuovere. A mio parere il massimo possibile fra i racconti di testimonianza civile. Su un'altra galassia rispetto, per esempio, all'ambiguo "La vita è bella" di Benigni. Oltretutto banale e piatto nell'esecuzione.
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