simone sampaolesi
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mercoledì 24 febbraio 2010
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l'isola che non c'è
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“Il missionario” e’ un film gradevole, basato sugli schemi della commedia classica. C’è uno scambio di ruoli, e due fratelli, un prete ed un ex galeotto, vestono ognuno i panni dell’altro, con tutta la serie di scontati equivoci che ne seguono. D’un tratto però i protagonisti sovvertono l’ordine della naturale assegnazione dei ruoli, e, mentre il malvivente si tramuta in idolo, quale prete di uno sperduto villaggio, il vero prete diviene inconsapevolmente un criminale perfetto, con tutti gli annessi del caso, facendosi ammaliare da un mondo sconosciuto, fatto di eccessi di ogni tipo, di donne a profusione e lusso accecante. Viene poi affrontato l’annoso tema dell’integrazione, razziale e religiosa, attraverso l’unione di un uomo musulmano e di una donna ebrea, uniti in matrimonio in una chiesa cattolica: l’utopico idillio è grazioso, ma pare lontano il giorno in cui l’amore l’avrà vinta sulle religioni, e sulle guerre che da queste scaturiscono.
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“Il missionario” e’ un film gradevole, basato sugli schemi della commedia classica. C’è uno scambio di ruoli, e due fratelli, un prete ed un ex galeotto, vestono ognuno i panni dell’altro, con tutta la serie di scontati equivoci che ne seguono. D’un tratto però i protagonisti sovvertono l’ordine della naturale assegnazione dei ruoli, e, mentre il malvivente si tramuta in idolo, quale prete di uno sperduto villaggio, il vero prete diviene inconsapevolmente un criminale perfetto, con tutti gli annessi del caso, facendosi ammaliare da un mondo sconosciuto, fatto di eccessi di ogni tipo, di donne a profusione e lusso accecante. Viene poi affrontato l’annoso tema dell’integrazione, razziale e religiosa, attraverso l’unione di un uomo musulmano e di una donna ebrea, uniti in matrimonio in una chiesa cattolica: l’utopico idillio è grazioso, ma pare lontano il giorno in cui l’amore l’avrà vinta sulle religioni, e sulle guerre che da queste scaturiscono. Il film è ben interpretato e scorre leggero verso il lieto fine, ma cosa rimane di questa pellicola? Forse la grazia di tre bambini avvinghiati alla corda, a tentar di suonare la campana. E poco altro.
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cleu93
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lunedì 22 febbraio 2010
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film molto divertente
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un bel film per passare bene una serata in compagnia
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julia
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lunedì 22 febbraio 2010
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il delicato cinema d'oltralpe
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L'umorismo d'oltralpe è ben diverso da quello nostrano e non condivide nulla nemmeno con quello sottile dei britannici. Ma è un umorismo corretto, senza troppe pretese o eccessivi fronzoli. Ecco perchè questa delicata pellicola francese strappa qualche sorriso tralasciando volgarità, senza ricorrere all'uso del sarcasmo. Trama semplice, spicciola, sicuramente prevedibile, che vede scorrere la vita di un ex detenuto ai margini della santità, trasformandosi da perfetto delinquente a perfetto prelato di campagna. Tutt'attorno ruotano figure esilaranti come il di lui fratello, vero cattolico, vero parroco, abbagliato, poi, dal colore dei soldi e caduto fatalmente in tentazione; una popolazione, tutta, dalla polizia al sindaco del villaggio, ridanciana e grossolana, rappresentante la ridente provincia francese, dove non s'usano automobili, dove ogni fatto si trasforma in ghiotta occasione per mandare giù un bicchierino, dove la figura del "parrozzo" diventa fondamentale per la risoluzione di ogni piccola o grossa grana quotidiana.
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L'umorismo d'oltralpe è ben diverso da quello nostrano e non condivide nulla nemmeno con quello sottile dei britannici. Ma è un umorismo corretto, senza troppe pretese o eccessivi fronzoli. Ecco perchè questa delicata pellicola francese strappa qualche sorriso tralasciando volgarità, senza ricorrere all'uso del sarcasmo. Trama semplice, spicciola, sicuramente prevedibile, che vede scorrere la vita di un ex detenuto ai margini della santità, trasformandosi da perfetto delinquente a perfetto prelato di campagna. Tutt'attorno ruotano figure esilaranti come il di lui fratello, vero cattolico, vero parroco, abbagliato, poi, dal colore dei soldi e caduto fatalmente in tentazione; una popolazione, tutta, dalla polizia al sindaco del villaggio, ridanciana e grossolana, rappresentante la ridente provincia francese, dove non s'usano automobili, dove ogni fatto si trasforma in ghiotta occasione per mandare giù un bicchierino, dove la figura del "parrozzo" diventa fondamentale per la risoluzione di ogni piccola o grossa grana quotidiana. I luoghi comuni si sprecano, è facile intravedere la "conversione" del più impenitente dei deliquenti e il passaggio è attraversato da qualche divertente episodio, così come prevedibile è l'inversione costante dei ruoli, da cattivi a buoni, da peccatori a santi. Ma nel complesso la pellicola è godibile, se non altro perchè ci insegna che per fare dell'umorismo basta anche saper miscelare luoghi comuni con un pizzico di umiltà.
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everyone
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domenica 21 febbraio 2010
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quando la fantasia supera la realtà (in meglio)
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La commedia degli equivoci con relativo scambio di ruoli ha sempre funzionato ed anche in questo film non delude lo spettatore offrendogli un pomeriggio di piacevole divertimento che porta alla fine anche un messaggio di rassicurante pacificazione. tra le tre religioni monoteiste con la celebrazione da parte di un si fa per dire prete cattolico di una lei ebrea e di un lui musulmano.Magari la realtà fosse più simile alla fantasia!
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luciano46
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domenica 21 febbraio 2010
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un bel film !!
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Finalmente un bel film. La storia è molto bella ed intrigante. Film allegro ed estremamente piacevole, sono uscito dal cinema di buon umore e positivo.
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claudiorec
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domenica 21 febbraio 2010
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commedia gradevole
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Sto rivalutando molto i film francesi.
Ottimo il protagonista Jean-Marie Bigard (anche in questo caso NON in cinquina).
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frodohack
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giovedì 18 febbraio 2010
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un film che non delude
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Il missionario si presenta come una commedia non troppo complessa dove già dai primi minuti, si riesce a dare ai personaggi un ruolo ed un carattere ormai codificati per le commedie italiane. Ma il bello di questo film e che presenta in sostanza una trama abbastanza semplice ma che il regista con frequenti umorismi riesce a rendere accattivante la storia inserendo sempre nuovi personaggi molto buffi. Anche l'interpetazione degli attori si addice pienamente al loro ruolo e poi si nota la presenza di piccole storielle all'intenro della commedia che ravvivano ancora di più la risata. Ancora un altro punto a favore Il missionario lo acquista in quanto l'ironia non è data, come spesso accade, a fraintendimenti e doppi sensi per qui direi che il film addatto a tutte le età.
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Il missionario si presenta come una commedia non troppo complessa dove già dai primi minuti, si riesce a dare ai personaggi un ruolo ed un carattere ormai codificati per le commedie italiane. Ma il bello di questo film e che presenta in sostanza una trama abbastanza semplice ma che il regista con frequenti umorismi riesce a rendere accattivante la storia inserendo sempre nuovi personaggi molto buffi. Anche l'interpetazione degli attori si addice pienamente al loro ruolo e poi si nota la presenza di piccole storielle all'intenro della commedia che ravvivano ancora di più la risata. Ancora un altro punto a favore Il missionario lo acquista in quanto l'ironia non è data, come spesso accade, a fraintendimenti e doppi sensi per qui direi che il film addatto a tutte le età.
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ava88
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giovedì 18 febbraio 2010
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correte a vederlo!!!!
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Ragazzi correte a vederlo!!!!! Non fa ridere...di piu!!! Era una vita che non ridevo così tanto per un film! Stupendo!
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tambu04
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giovedì 11 febbraio 2010
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risate senza tregua
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Sinceramente andando al cinema non mi aspettavo granchè, visto che taluni accostavano Il missionario alla nostra comicità più popolare (e volgare). Ma visto che era un'anteprima gratuita non avevo tanto da perdere...
Invece il film mi è piaciuto sin dall'inizio, una classica commedia degli equivoci, senza troppe banalità, con battute e gag geniali e un ottimo ritmo, e con un David Strajmayster (il fratello prete del protagonista) sopra le righe (in tutti i sensi!), davvero irresistibile. Naturalmente c'è anche la giusta dose di buoni sentimenti, talora più "scontati" (la tematica della diversità di credo) e talaltra meno (il ruolo dell'ex carcerato).
Risultato: si ride senza tregua, quasi da togliere il fiato.
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Sinceramente andando al cinema non mi aspettavo granchè, visto che taluni accostavano Il missionario alla nostra comicità più popolare (e volgare). Ma visto che era un'anteprima gratuita non avevo tanto da perdere...
Invece il film mi è piaciuto sin dall'inizio, una classica commedia degli equivoci, senza troppe banalità, con battute e gag geniali e un ottimo ritmo, e con un David Strajmayster (il fratello prete del protagonista) sopra le righe (in tutti i sensi!), davvero irresistibile. Naturalmente c'è anche la giusta dose di buoni sentimenti, talora più "scontati" (la tematica della diversità di credo) e talaltra meno (il ruolo dell'ex carcerato).
Risultato: si ride senza tregua, quasi da togliere il fiato.
Lo consiglio a tutti
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