Closure: vendetta a due |
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Un film di Dan Reed.
Con Danny Dyer, Gillian Anderson, Adam Rayner, Antony Byrne, Anthony Calf.
continua»
Titolo originale Straightheads.
Thriller,
- Gran Bretagna 2007.
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Ognuno ha un punto di rotturadi TrixiePixieFeedback: 100 |
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giovedì 18 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Closure, o se vogliamo usare il titolo originale Straightheads, è un film che vuole mostrare i diversi aspetti della violenza attraverso la storia di due personaggi che da molti non sono stati graditi in quanto ridotti al minimo, quasi senza personalità. Ma è forse la loro scarsa caratterizzazione ad essere uno dei dettagli più geniali di questo film: essa dimostra la precisa volontà degli sceneggiatori di rendere i protagonisti rappresentativi di un pubblico che va al di là del singolo individuo umano. Alice è una donna d'affari, Adam un tecnico, ma chi effettivamente siano questi personaggi non riusciamo a scoprirlo dal film: l'unica informazione che emerge sul loro carattere è la loro "sete di vendetta". Questa descrizione scheletrica permette al regista di rappresentare, attraverso due singoli individui, un campione di soggetti umani molto più vasto di quanto avrebbe potuto fare approfondendo la natura di Alice e Adam, sottolineando in questo modo come tutti gli uomini abbiano una propensione alla violenza e alla vendetta, come tutti gli uomini siano capaci di lasciarsi consumare dall’odio e dal rancore. Sono proprio questi i sentimenti che dominano e vincono l’intera pellicola e l’intreccio stesso, sotto forma di accanimento ossessivo e viscerale verso innocenti (Alice e Adam, Sophie e il suo cane) e colpevoli (il gruppo di aggressori). Le relazioni stesse tra i personaggi sono dominate dalla brutalità: l’attrazione tra i due protagonisti è puramente sessuale e non dà spazio alla possibilità di un amore sincero e lenitivo. Anche i rapporti che dovrebbero risultare positivi vengono in realtà risucchiati in questo mondo di aggressività: il padre di Alice le insegna a rispondere alla violenza con altra violenza, l’unico amico di Sophie (il cane) viene ucciso dalla protagonista. Non a caso predomina dall’inizio alla fine del film un senso di inquietudine e angoscia, ben rimarcato dal carattere buio della pellicola e dalla totale assenza del sole: il cielo stesso è coperto dalle fronde degli alberi, dalle nuvole o dall’oscurità della notte così come la speranza di ravvedimento, di misericordia, di perdono sembra essere imprigionata da un male che si espande, senza arrestarsi, sino alla fine del film ed oltre.
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