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elgatoloco
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domenica 14 marzo 2021
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capitolo quarto degli"zombies", sempre bene
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"Land of the Dead"(George A.Romero, autore di tutto, soggetto, sceneggitura, regia, 2005)proone il numero 4 della sua serie sugli zombies, che farà paura, ma fa più che altro riflettere. Gli zombies hanno ormai invaso il mondo e la risosta del potere è biecmaente rerpessiva, senza nessuna eccezione. Alla fine il"vilain"sarà uno di quelli destinati a pagare duramente le conseguenze delle sue azioni meramente oppressivo-repressive. Metafora politica e sociale, come smepre in ROmero, "Land of the Dead"è un film che ha il merito di far pensare, di mostrare come in casi estremi c siano una compagnine sociale per nulla coesa, ma nella quale i vari gruppi si combattono tra loro e anche di fronte a un pericolo comune riescano a farsi recirpocamente la guerra(ogni riferimento alla situaizone attuale sarebbe fin troppo facile, forse non opportuno, ma a pensarci bene forse qualche riflessione ulteiore, in chiave comparativa, non sarebbe del tutto sciocca.
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"Land of the Dead"(George A.Romero, autore di tutto, soggetto, sceneggitura, regia, 2005)proone il numero 4 della sua serie sugli zombies, che farà paura, ma fa più che altro riflettere. Gli zombies hanno ormai invaso il mondo e la risosta del potere è biecmaente rerpessiva, senza nessuna eccezione. Alla fine il"vilain"sarà uno di quelli destinati a pagare duramente le conseguenze delle sue azioni meramente oppressivo-repressive. Metafora politica e sociale, come smepre in ROmero, "Land of the Dead"è un film che ha il merito di far pensare, di mostrare come in casi estremi c siano una compagnine sociale per nulla coesa, ma nella quale i vari gruppi si combattono tra loro e anche di fronte a un pericolo comune riescano a farsi recirpocamente la guerra(ogni riferimento alla situaizone attuale sarebbe fin troppo facile, forse non opportuno, ma a pensarci bene forse qualche riflessione ulteiore, in chiave comparativa, non sarebbe del tutto sciocca...). Lungi dal proporre la solita dictomomia che imperversa nei film horror(di qua i buoni, di là i vilains)"Land of the Dead"propone invece quella stratificiazione che in questi casi)sempre, in realtà, pur se con diverse accentuazxioni e in varie forme, con diverse modalità)si attua comunque, diviendo lo"spettro sociale", contrapponendo persone che magari nella massa indistinta non si noterebbero e /o non vorrebbero neppure farsi notare o emergere in qualche modo. Decisamnte, questo film che sarebbe da contestualzizare, ossia in rapprto con gli altri delle serie"romeriana", , si inscrive nella serie dei fim che non si limitano a un"horror"fmettistico e comunque dagli effetti forti ma troppo facili, puntando invece, appunto, sulla metafora, sulla riflessione su come la società o meglio le diverse forze sociali si rapportano al pericolo estremo, alla minaccia flobale. Lo fa senza risposte"pronte", ma induce alla riflessione, purché non si dorma o sia inclini alla faciloneria che risolve tutto in chiave di semplificazione"dogmatica"e"facilona". Gli e le inteprreti in qualche modk"di spicco"non mancano, da Dennis Hopper(di cui questa rimane una delle ultime intepretazioni, dove da un personaggio da"occhi di ghiaccio")a Simon Baker ad Asia Argento, ma ciascun di questi intepreti nonè casuale o scelto come"specchietto per le allodolle", ma assolve a una precisa funzione. El Gato
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laurence316
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martedì 26 settembre 2017
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quando l'horror si fa politico...
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Vent'anni dopo Romero ritorna alla sua (giustamente) acclamata serie sugli zombie con questo 4° capitolo, ancora una volta da lui scritto e diretto, La terra dei morti viventi. E la sua inconfondibile vena satirica e critica è del tutto intatta.
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Vent'anni dopo Romero ritorna alla sua (giustamente) acclamata serie sugli zombie con questo 4° capitolo, ancora una volta da lui scritto e diretto, La terra dei morti viventi. E la sua inconfondibile vena satirica e critica è del tutto intatta. Malgrado la lunga assenza dalla regia, Romero riesce a creare un film ancora ad alto tasso metaforico, un affresco potente come in passato, una nuova epopea zombie che si fa portatrice di messaggi di critica sociopolitica. Qui si scaglia contro razzismo, ignoranza, corruzione, consumismo, denuncia il disfacimento del sistema capitalistico e la disinformazione dei mass media. Gli zombi escono poi vincitori dal confronto con gli umani incapaci di solidarietà, e si rivelano alla stregua di proletari umiliati e schiacciati che vanno a rivalersi sui propri sfruttatori, guidati dal geniale personaggio di “Big Daddy”, lo “zombie intelligente” (memore del Bub de Il giorno degli zombi). Mai film horror fu più politicamente esplicito.
La terra dei morti viventi, comunque, concilia questa dimensione con quella più evidente dell'azione: Romero è ancora abilissimo nel creare suspense e, per gli appassionati, regala la giusta dose di splatter ed effetti speciali.
Alcuni spunti offerti dalla sceneggiatura potevano forse essere sviluppati meglio, ma questo 4° episodio della saga zombie del regista è sempre prontamente sostenuto dal suo consueto umorismo nero anche nei momenti meno riusciti. E conferma una volta in più la grandissima abilità del suo autore nel creare opere ambiziose che coniughino spettacolarità e messaggio.
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elgatoloco
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venerdì 10 luglio 2015
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magnus romero, semper
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Il sèma apocalittico è assolutamente presente in questo " Land of the Dead"(2005, quindi, a 4 anni o poco meno dal crollo delle"Twin Towers")prevale in questo film romeriano, ma non perché ci sia qualche profeta di sventura annunciante la Finis Mundi, bensì perché i rapporti umani, sociali e politici di questo "mondo sopravvivente"sono completamente disgregati, rovinati, distrutti. Romero ci dà la metafora degli zombies, ossia i"dannati della terra"(Fanon)che premono sul e contro il mondo capitalista, globalizzato, neoliberista(ma altre definizioni sono compossibilI, certo), assolutamente in preda al peggio del consumismo e della logica:"Lavora, consuma, crepa", ma anche quella dei "resistenti", più difficilmente rintracciabili, di primo acchito, ma pur sempre presenti e aggettanti: quelli che non si piegano alle logiche del dittatore(quando il capitalismo diviene imperialista può aver bisogno di dittatori_come intuiva già Lenin) Kaufman(un ottimo Dennis Hopper, non ancora in exitu), Tra gli interpreti anche un Simon Baker, altrimenti "The Mentalist"e un'Asia Argento, a tratti un po'spaesata ma comunque convincente.
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Il sèma apocalittico è assolutamente presente in questo " Land of the Dead"(2005, quindi, a 4 anni o poco meno dal crollo delle"Twin Towers")prevale in questo film romeriano, ma non perché ci sia qualche profeta di sventura annunciante la Finis Mundi, bensì perché i rapporti umani, sociali e politici di questo "mondo sopravvivente"sono completamente disgregati, rovinati, distrutti. Romero ci dà la metafora degli zombies, ossia i"dannati della terra"(Fanon)che premono sul e contro il mondo capitalista, globalizzato, neoliberista(ma altre definizioni sono compossibilI, certo), assolutamente in preda al peggio del consumismo e della logica:"Lavora, consuma, crepa", ma anche quella dei "resistenti", più difficilmente rintracciabili, di primo acchito, ma pur sempre presenti e aggettanti: quelli che non si piegano alle logiche del dittatore(quando il capitalismo diviene imperialista può aver bisogno di dittatori_come intuiva già Lenin) Kaufman(un ottimo Dennis Hopper, non ancora in exitu), Tra gli interpreti anche un Simon Baker, altrimenti "The Mentalist"e un'Asia Argento, a tratti un po'spaesata ma comunque convincente. Romero non delude mai, con i suoi"zombies"e non solo... El Gato
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opidum
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giovedì 22 gennaio 2015
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citando nonciclopedia
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asia argento è l'unica attrice che interpreta una prostituta anche in un film di zombie!!!!!
detto questo il film che compie 10 anni è ben fatto ben interpretato e soprattutto nelle scene gore non è censurato.
per chi come me ama i film di zombie un titolo da recuperare
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tarantinofan96
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mercoledì 11 giugno 2014
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land of the dead
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Quarto capitolo della tetralogia di Romero dedicata ai morti viventi. Come nei tre precedenti capitoli, ci troviamo di fronte a un film politico più che horror perchè ancora una volta il regista utilizza i morti viventi per criticare la società moderna e il consumismo (questo più in Zombi - Dawn of the Dead). La critica più evidente, invece, in questo nuovo capitolo è il divario tra classi sociali: i ricchi conducono uno stile di vita lussuoso in una struttura creata appositamente per isolarli dal mondo esterno e quindi dai morti viventi in circolazione, mentre i poveri sono destinati a (soprav)vivere in strada. Nel frattempo però un gruppo di zombi sta diventando sempre più numeroso e si dirige verso la suddetta struttura, gettando nel panico la popolazione.
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Quarto capitolo della tetralogia di Romero dedicata ai morti viventi. Come nei tre precedenti capitoli, ci troviamo di fronte a un film politico più che horror perchè ancora una volta il regista utilizza i morti viventi per criticare la società moderna e il consumismo (questo più in Zombi - Dawn of the Dead). La critica più evidente, invece, in questo nuovo capitolo è il divario tra classi sociali: i ricchi conducono uno stile di vita lussuoso in una struttura creata appositamente per isolarli dal mondo esterno e quindi dai morti viventi in circolazione, mentre i poveri sono destinati a (soprav)vivere in strada. Nel frattempo però un gruppo di zombi sta diventando sempre più numeroso e si dirige verso la suddetta struttura, gettando nel panico la popolazione. Prima cosa che si può notare vedendo questo film è che Romero non ha affatto perso il suo tocco. Infatti riesce a creare un perfetto film horror (e politico) moderno senza mai eccedere nell' uso degli effetti speciali e mantenendo un'ottima tecnica a livello registico. Un' altra cosa che si può notare è il paradosso che si viene a creare tra gli zombie e gli umani: mentre gli zombie cominciano a diventare più intelligenti e evolversi sempre di più, gli esseri umani subiscono una conseguente involuzione e questo vuole sottolineare il fatto che ormai il mondo non appartiene più agli esseri umani, ma ai morti. Più drammatico e pessimista dei precedenti capitoli e sempre pieno di ottime sequenze splatter, La Terra dei Morti Viventi è un film più che riuscito.
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dian71cinema
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lunedì 21 febbraio 2011
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si ci siamo..ma si perdono colpi
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SI ROMERO C'E' ANCORA.. GRANDE INVENTIVA E CAPACITA' DI MANTENERE RITMO ED AZIONE.. VOLUTAMENTE MANTIENE ANCHE AGLI ZOMBIE UN CERTO LEGAME CON L'UMANITA' PERDUTA CONFERENDOGLI ANCORA CAPACITA' DI EMOZIONE, SEPPURE ALLO STATO ANIMALE.
E CONFERISCE SEMPRE IL DUALISMO TRA BUONO E CATTIVO ..DOVE QUEST'ULTIMO ALLA FINE VIENE PUNITO.. PERSINO LO ZOMBIE PUO' SOPRAVVIVERE AD UN ESSERE UMANO SENZA SCRUPOLI..
GLI ZOMBIE SEMPRE TECNICAMENTE BEN CURATI, UN PLAUSO AL TRUCCO ED AI MOVIMENTI DEGLI ZOMBIE STESSI..
IL FILM TECNICAMENTE E' DI BUON LIVELLO, MA SI AVVERTE UNA TRASCURATEZZA NELLE SCELTE DI RIPRESA DURANTE LA SCENEGGIATURA.. IN OGNI CASO SIAMO NEL 2005 E L'AMBIENTAZIONE E' SUGGESTIVA, SEMBRA QUASI DI ESSERE TORNATI VERSO FINE ANNI '80.
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SI ROMERO C'E' ANCORA.. GRANDE INVENTIVA E CAPACITA' DI MANTENERE RITMO ED AZIONE.. VOLUTAMENTE MANTIENE ANCHE AGLI ZOMBIE UN CERTO LEGAME CON L'UMANITA' PERDUTA CONFERENDOGLI ANCORA CAPACITA' DI EMOZIONE, SEPPURE ALLO STATO ANIMALE.
E CONFERISCE SEMPRE IL DUALISMO TRA BUONO E CATTIVO ..DOVE QUEST'ULTIMO ALLA FINE VIENE PUNITO.. PERSINO LO ZOMBIE PUO' SOPRAVVIVERE AD UN ESSERE UMANO SENZA SCRUPOLI..
GLI ZOMBIE SEMPRE TECNICAMENTE BEN CURATI, UN PLAUSO AL TRUCCO ED AI MOVIMENTI DEGLI ZOMBIE STESSI..
IL FILM TECNICAMENTE E' DI BUON LIVELLO, MA SI AVVERTE UNA TRASCURATEZZA NELLE SCELTE DI RIPRESA DURANTE LA SCENEGGIATURA.. IN OGNI CASO SIAMO NEL 2005 E L'AMBIENTAZIONE E' SUGGESTIVA, SEMBRA QUASI DI ESSERE TORNATI VERSO FINE ANNI '80.. GRATTACIELO A PARTE, REALIZZATO FIN TROPPO IN STILE POST MODERNO.
OCCORRE AMMETTERE CHE LA SCELTA DEI PROTAGONISTI NON E' TRA LE PIU' INDOVINATE, MA NON IN UNA ASIA ARGENTO CHE TUTTO SOMMATO RIESCE A RAGGIUNGERE UNA SUFFICIENZA TIRATA (ANZI MEGLIO IN QUESTA PARTECIPAZIONE CHE IN ALCUNI LAVORI DIRETTI DA SUO PADRE).MA NELLA SCELTA DELL'EROE DI TURNO BUONO, DEL PROTAGONISTA.. CHE RESTA UN PO'..AI MARGINI, NON PROPRIO CONVINCENTE NELLA SUA PARTE (MEGLIO NEI SUOI TELEFILM DA DETECTIVE..CHE IN RUOLO DEL GENERE DOVE OCCORRE MAGGIORE CREATIVITA' E CAPACITA' ESPRESSIVE). NEL COMPLESSO UN FILM CHE VUOLE LASCIARE UNA MORALE INTERPRETATIVA SULLA SOCIETA' ..A CUI NON LASCIO COMMENTI IN QUANTO SOGGETTIVI E RISPETTABILI.
VOTO COMPLESSIVO DEL FILM 7. TRE STELLETTE LE MERITA MA E' GIUSTO SEGNALARE AD UN CALO DI "PASSIONALITA'" DEL FORSE TROPPO STATICO ROMERO, CHE PREFERISCE DISTINGUERSI NEL REALIZZARE SEMPRE LO STESSO GENERE, MA E' PUR VERO CHE PARLIAMO DEL CREATORE DEL GENERE E FORSE DEL MIGLIORE IN ASSOLUTO ..INFATTI NON NE VEDIAMO DI GRANDI REGISTI CAPACI DI COMPETERGLI ..(MA L'ALBA DEI MORTI VIVENTI DI CUI CONSIGLIO LA VISIONE MOSTRA UNA CAPACITA' COMPETITIVA ALTA).
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tony montana
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martedì 7 dicembre 2010
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discreto ma spettacolare
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I morti camminano sulla Terra e per sopravvivere gli esseri umani si sono barricati nel centro di una città circondata da un fiume, che dovrebbe proteggerli dagli zombi. Ma nonostante la nuova situazione che si è creata, gli uomini non hanno dimenticato chi sono i ricchi e chi i poveracci, e nell’ombra, gli zombi si evolvono, divenendo creature sempre più inquietanti…
Vent’anni dopo Il giorno degli zombi, George A. Romero resuscita il mito dei non morti da lui stesso creato nel ’68 con La notte dei morti viventi e proseguito dieci anni dopo con Zombi. Questa volta gli esseri umani sono stati capaci addirittura di ricreare una sorta di società pre-zombi attorno ad un grattacielo/centro commerciale nel quale i ricchi mangiano al ristorante e i poveri si arrangiano al mercato circostante.
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I morti camminano sulla Terra e per sopravvivere gli esseri umani si sono barricati nel centro di una città circondata da un fiume, che dovrebbe proteggerli dagli zombi. Ma nonostante la nuova situazione che si è creata, gli uomini non hanno dimenticato chi sono i ricchi e chi i poveracci, e nell’ombra, gli zombi si evolvono, divenendo creature sempre più inquietanti…
Vent’anni dopo Il giorno degli zombi, George A. Romero resuscita il mito dei non morti da lui stesso creato nel ’68 con La notte dei morti viventi e proseguito dieci anni dopo con Zombi. Questa volta gli esseri umani sono stati capaci addirittura di ricreare una sorta di società pre-zombi attorno ad un grattacielo/centro commerciale nel quale i ricchi mangiano al ristorante e i poveri si arrangiano al mercato circostante. Intanto i militari provvedono a salvaguardare i confini con tanto di recinzioni elettrificate. All’esterno squadre armate e motorizzate sopravvivono fra raid anti-zombi e commerci con la città. Anche i non morti però sono capaci di apprendere e seguire un capo (un ex benzinaio) che li porterà fino al grattacielo… Romero mantiene intatta la sua matrice sociologica profondamente critica (in qualsiasi situazione la specie umana brilla per egoismo e cupidigia), il suo humour macabro (il locale dove la gente si fa immortalare affianco a non morti incatenati), la sua truculenza (il fedele Tom Savini è uno zombi col machete) ma la sceneggiatura non è sempre all’altezza ed evidenzia una sorta di collage realizzato con ritagli di Mad Max, Il buio si avvicina, 28 giorni dopo e altri. Se a partire da La notte dei morti viventi la dimensione metaforica del regista risaltava nella cinematografia dell’epoca e risultava sotterranea ed efficace, ora l’impressione è che, come le sue stesse creature, essa sia giunta ormai in superficie perdendo vigore e spessore. Romero stesso sembra accorgersene e in questo quarto capitolo tenta di rianimare il filone e di ribaltare definitivamente la prospettiva del binomio vivi-non morti, umanizzandoli, riducendoli a vittime del sadismo dilagante e mostrando dettagli di una normale “non vita”. Così, tra ex musicisti che non cessano di “suonare”, apprendisti pistoleri che imparano a sparare e una coppia che avanza mano nella mano, gli zombi evocano un’insospettabile e sconcertante sensazione di tenerezza.Land of the Dead scorre comunque piacevolmente grazie al suo DNA doc e ad attori sufficientemente in palla (Dennis Hopper su tutti). Anche il sangue scorre copioso e come sempre Romero riesce a personalizzare le scene più forti con una regia all’altezza e una passione autentica. Certo è che risulta sempre più difficile girare un film di (questo) genere e che la nostalgia da sola non basta a definire riuscita questa operazione letteralmente a cuore aperto, ma forse siamo giunti semplicemente, inesorabilmente, al tramonto degli zombi.
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nick castle
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mercoledì 3 novembre 2010
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l'unico con grossa produzione...
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La Universal visto in Romero un potenziale successo, gli propongono la realizzazione con budget dignitoso di una sua sceneggiatura, un nuovo capitolo della saga sugli zombi, finito di scrivere l'11 setembre 2001. Romero accetta e con Asia Argento, Simon Baker, John Leguizamo e Dennis Hopper nel cast fa il suo miglior horror sugli zombi. Il contagio ormai su scala mondiale ha costretto gli umani a vivere in ghetti circondati dagli "appestati", mentre chi ha i soldi vive in lussuosi grataceli forniti di tutti i beni di prima e seconda necessità. Nel mentre gli "appestati" imparano... La trama non è complicata, ma Romero non sacrifica le sue frecciate verso la società moderno e verso il ruolo sempre più dominante del denaro.
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La Universal visto in Romero un potenziale successo, gli propongono la realizzazione con budget dignitoso di una sua sceneggiatura, un nuovo capitolo della saga sugli zombi, finito di scrivere l'11 setembre 2001. Romero accetta e con Asia Argento, Simon Baker, John Leguizamo e Dennis Hopper nel cast fa il suo miglior horror sugli zombi. Il contagio ormai su scala mondiale ha costretto gli umani a vivere in ghetti circondati dagli "appestati", mentre chi ha i soldi vive in lussuosi grataceli forniti di tutti i beni di prima e seconda necessità. Nel mentre gli "appestati" imparano... La trama non è complicata, ma Romero non sacrifica le sue frecciate verso la società moderno e verso il ruolo sempre più dominante del denaro. Sotto una confezione elegante si cela una verità sempre più cupa, e gli zombi sono solo il mezzo per comunicarla.
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torturporn
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lunedì 6 settembre 2010
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non tutti possono capire
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credo che questo film divida molto per le aspettative che si può fare un divoratore medio di splatter che certamente ne rimarrà deluso e chi sà apprezzare non solo l'azione ma la storia che c'è dietro l'azione, trovo che questo film sia incredibilmente poetico e soprattutto non si limiti a far vedere gli esseri umani come mostri e gli zombi come vittime ma che sia una vera metafora del mondo in cui viviamo e cioè che infondo siamo tutti mostri ma, parafrasando orwell, qualcuno è più uguale degli altri.
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stego
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giovedì 7 gennaio 2010
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una critica alla società e poco più
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romero è un indiscusso esperto del cinema horror perchè è l' unico che sa inserire nei suoi film critiche alla società moderna, principi che vanno molto al di là di come è concepito il cinema horror. In questo film però si sofferma ha criticare il mondo attuale in cui pochi con i soldi sono i pirvilegiati, smorbi e schivi nei confronti della maggior parte costretta a vivere nei bassifondi, nella miseria(mondo industrializzato-africa, per esempio) e si dimentica che fondamentalmente sta girando un film horror, dialoghi risibili, personaggi da cartone animato(a parte la brava asia argento)e tentativo di trasmettere valori che, purtroppo nella situazione che viene rappresentata, sono imbrobabili.
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romero è un indiscusso esperto del cinema horror perchè è l' unico che sa inserire nei suoi film critiche alla società moderna, principi che vanno molto al di là di come è concepito il cinema horror. In questo film però si sofferma ha criticare il mondo attuale in cui pochi con i soldi sono i pirvilegiati, smorbi e schivi nei confronti della maggior parte costretta a vivere nei bassifondi, nella miseria(mondo industrializzato-africa, per esempio) e si dimentica che fondamentalmente sta girando un film horror, dialoghi risibili, personaggi da cartone animato(a parte la brava asia argento)e tentativo di trasmettere valori che, purtroppo nella situazione che viene rappresentata, sono imbrobabili. Tra le dolenti note anche gli zombi davvero fatti male, per niente paurosi con costumi e trucchi che sembrano provenire dal passato eppure questo film è del 2005, e poi vanno a rallentatore. Decisamente poco per un film horror. Ritenta romero le basi e il talento ci sono.
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