dgiovanna
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venerdì 28 settembre 2007
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con semplicità arriva all'essenza dell'uomo.
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Un film pulito,essenziale, che riesce a cogliere e a raccontare le difficoltà dell'uomo di oggi a rispondere e a soddisfare le richieste che vanno verso la realizzazione dei suoi desideri.Sembra un film d'altri tempi eppure così attuale.Seppure ambientato in un luogo ben definito,accomuna diverse realtà del nostro Paese,dal Nord al Sud:può essere "trasportato" in qualsiasi luogo nel mondo,in campagna,in montagna e anche in città,proprio perchè racconta la fatica delle relazioni interpersonali,che sono universali.Le immagini sono stupende,insieme alla luce e ai colori scanditi dalle stagioni.Io ho avvertito la sensazione del freddo umido dell'inverno e delle piogge, e poi il tepore del sole primaverile e dell'estate;ho sentito e condiviso con i personaggi anche la "puzza" delle capre;il tutto stando seduta in poltrona al cinema.
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Un film pulito,essenziale, che riesce a cogliere e a raccontare le difficoltà dell'uomo di oggi a rispondere e a soddisfare le richieste che vanno verso la realizzazione dei suoi desideri.Sembra un film d'altri tempi eppure così attuale.Seppure ambientato in un luogo ben definito,accomuna diverse realtà del nostro Paese,dal Nord al Sud:può essere "trasportato" in qualsiasi luogo nel mondo,in campagna,in montagna e anche in città,proprio perchè racconta la fatica delle relazioni interpersonali,che sono universali.Le immagini sono stupende,insieme alla luce e ai colori scanditi dalle stagioni.Io ho avvertito la sensazione del freddo umido dell'inverno e delle piogge, e poi il tepore del sole primaverile e dell'estate;ho sentito e condiviso con i personaggi anche la "puzza" delle capre;il tutto stando seduta in poltrona al cinema. Questo perchè il film,la storia splendidamente raccontata,ti entra dentro,ti impregna.Ti porti tutto a casa in modo da poterlo rivedere ripensandoci e parlandone.
La trama si può trovare dappertutto,ma le sensazioni,le riflessioni,i tumulti che smuove il film li vivi quando vai a vederlo.
E' proprio vero che un buon film,come un buon libro,ci può rendere migliori.
Sono soddisfatta e davvero contenta di questo film e sarò felice per tutti gli altri che,andando a vederlo,proveranno uguale sensazione di piacere.
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lupo
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venerdì 21 settembre 2007
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molto bello...
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Un film dalle sensazioni vere, senza le solite ipocrisie sull'ecologia e sul ritorno alla vita di montagna. Ottima la scelta di usare la gente del posto nel cast, conosco la ValMaira e riconosco completamente facce e comportamenti. Come si dice nel film, per mantenere le tradizioni bisogna evolversi ed integrare le diversità, altrimenti le tradizioni rimarranno solo un qualcosa da commemorare.
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valeria
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venerdì 31 agosto 2007
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uno di quei film da vedere al cinema!
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la forza della verità... ci sono poche parole, resta tutto in testa e nello stomaco. bellissimo, per tutte le età.
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tagine
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venerdì 31 agosto 2007
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ottimo
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ssilvana14
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mercoledì 29 agosto 2007
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tutte le cose prima o poi ritornano....
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...Sorprendente la rete di rapporti interpersonali che si sviluppano sia all'entrata della famiglia nella comunità, che durante e alla fine.
Messaggi sottili e profondi in continuazione...danno la possibilità di"pensare" anche alla propria vita, alle proprie scelte.
Immagini soft, dolci, natura meravigliosa pur se dura.
Finale imprevedibile...doloroso....sconvolgente: a cosa può portare la mancanza di un pò di calore, amore.....
La presa di coscenza del giovane di fare le proprie scelte e di andare a vivere in quella casa abbandonata ma piena di valori per lui.Carico di simbolismo l'accensione della stufa...fuoco simbolo di calore, di famiglia, di rivincita di vita..vita nuova.
Bello, bello il film.
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...Sorprendente la rete di rapporti interpersonali che si sviluppano sia all'entrata della famiglia nella comunità, che durante e alla fine.
Messaggi sottili e profondi in continuazione...danno la possibilità di"pensare" anche alla propria vita, alle proprie scelte.
Immagini soft, dolci, natura meravigliosa pur se dura.
Finale imprevedibile...doloroso....sconvolgente: a cosa può portare la mancanza di un pò di calore, amore.....
La presa di coscenza del giovane di fare le proprie scelte e di andare a vivere in quella casa abbandonata ma piena di valori per lui.Carico di simbolismo l'accensione della stufa...fuoco simbolo di calore, di famiglia, di rivincita di vita..vita nuova.
Bello, bello il film.....anni che nn ne vedevo uno così.
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vopalm
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giovedì 23 agosto 2007
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bellissimo
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era da tempo che non rimanevo inchiodato alla sedia del cinema alla fine del film indeciso se applaudire o piangere...
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spartaco
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giovedì 23 agosto 2007
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innovativo e attuale
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un film originale per il modo in cui sa trattare i problemi attuali della esclusione sociale
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marez
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venerdì 10 agosto 2007
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il vento fa il suo giro
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bello, bello, bello.
è libero, privo di tesi precostituite.
e di stupido buonismo e naturalismo.
ma come è possibile che non abbia trovato subito finanziamenti per uscire nelle sale?
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francesco
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sabato 4 agosto 2007
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il rifiuto dell'estraneo
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Limpido teorema sul rifiuto dell'estraneo da parte di una comunita' chiusa: prima accolto, poi tollerato, infine respinto, il pastore francese fraternizza in qualche modo solo con il pazzo del villaggio, il cui suicidio finale sottolinea chiaramente la logica del film. Una logica circolare come il giro del vento: la mano che accende il fuoco in uno dei (troppi?) finali e' di un altro 'sognatore' che tentera' di spezzare gli schemi della societa'. Film strano, resta in mente, comincia come un western ('i compari' di altman?), mescola satira (i villeggianti estivi) e toni neri (la vecchia che si randella le dita), passa attraverso una scena-chiave (il dialogo in auto fra il protagonista e il musicista/attore), smonta il mito della fuga in montagna come evasione da un mondo ormai invivibile, del paesino incantato che piace tanto alla tv (quel giornalista in elicottero sa tanto di 'mela verde' o programmi del genere).
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Limpido teorema sul rifiuto dell'estraneo da parte di una comunita' chiusa: prima accolto, poi tollerato, infine respinto, il pastore francese fraternizza in qualche modo solo con il pazzo del villaggio, il cui suicidio finale sottolinea chiaramente la logica del film. Una logica circolare come il giro del vento: la mano che accende il fuoco in uno dei (troppi?) finali e' di un altro 'sognatore' che tentera' di spezzare gli schemi della societa'. Film strano, resta in mente, comincia come un western ('i compari' di altman?), mescola satira (i villeggianti estivi) e toni neri (la vecchia che si randella le dita), passa attraverso una scena-chiave (il dialogo in auto fra il protagonista e il musicista/attore), smonta il mito della fuga in montagna come evasione da un mondo ormai invivibile, del paesino incantato che piace tanto alla tv (quel giornalista in elicottero sa tanto di 'mela verde' o programmi del genere). E forse anche quello del ritorno alle radici. O forse, piu' semplicemente, parla di uomini e incapacita' di guardare oltre. Ci sono ingenuita', mi pare, ad esempio i limiti di certe produzioni con attori che attori non sono, ma anche una trama che prima si fa intuire e poi sorprende, molti spunti, scene assai belle (la fiaccolata di accoglienza, il gioco del nascondino per le vie deserte, la processione, il camino di fieno...). Oltre alla chiara intenzione di non provare a incantare lo spettatore malgrado il fascino dello scenario disponibile. Che non e' mai cartolina ma sempre parte attiva del racconto. Titoli di coda degni di nota: non avevo mai letto i ringraziamenti a chi ha fornito due capre e chi la voce per una telefonata... Da vedere, da discutere, da difendere.
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(di torakiki)
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marsel
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martedì 3 luglio 2007
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esageratamente stupendo
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Un film che fa riflettere e che andrebbe fatto vedere in tutte le scuole mi spiegate però perché per vederlo al cinema ho dovuto fare più di 50 km?Una copia di questo film bisognerebbe inviarla al signor Tarantino Quentin...é veramente un film stupendo
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