eli
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martedì 11 marzo 2008
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ottimo film che è passato inosservato
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L'ho visto all'interno di una rassegna, perchè nelle sale nella mia città non era mai uscito.
E' uno splendido film con una bellissima fotografia grazie anche ai paesaggi mozzafiato dell'ambientazione.
Uno spaccato che mette in primo piano "l'uomo" con il suo coraggio e le sue meschinerie, con la sua rabbia e il suo altruismo.
Una metafora che interpreta bene i problemi attuali ma, se ci pensiamo bene, i problemi atavici dell'essere umano: trovare un senso alla propria vita e riuscire a convivere con l'altro da sé.
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alessandro
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sabato 8 marzo 2008
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un film che ti lascia quancosa dentro.
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Conoscendo molto bene la Valle Maira posso confermare che il film rispecchia fedelmente la cultura e la mentalità dei montanari. Dopo aver visto il film mi rimane il desiderio di poter acquistare, spero presto, il dvd per lasciare un pezzo di cultura ai miei figli.
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sfrinciu
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giovedì 6 marzo 2008
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un grande film semplice e genuino
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Trovo il film di una bellezza straordinaria e come figlia di genitori emtrambi nati e cresciuti in Val Maira posso dire che il film rispecchia parecchio la realtà.
La cosa che più mi ha colpita è stato constatare quanto il regista sia riuscito a mettere in evidenza il reale ruolo della donna all'interno della società occitana. La donna è forte, autorevole e autoritaria e anche se non riveste cariche istituzionali importanti regge le fila del paese .
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lucio
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giovedì 28 febbraio 2008
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un sogno montano
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Che meraviglia . Nella sala in cui lo proiettavano ero praticamente solo . Dispiace per il regista , però , egoisticamente parlando , è andata meglio così . Niente squilli di cellullari , niente bibite ... Mi sono seduto in una poltrona centrale e appena ho visto le prime immagini ho capito che stavo per entrare nel mondo di Fantasia . E così è stato . I monti , le capre , il paese incastonato fra le alture del Piemonte , la lingua occitana . E poi ancora pascoli , aria , cielo e profumo di vita bucolica perduta . Detto ciò sono davvero arrabbiato . Questo film gira nelle sale italiane quasi in modo clandestino . Non riesco a capire il perché . Una pellicola del genere dovrebbe essere vista anche nelle scuole , tanto è forte il suo messaggio culturale e didattico .
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Che meraviglia . Nella sala in cui lo proiettavano ero praticamente solo . Dispiace per il regista , però , egoisticamente parlando , è andata meglio così . Niente squilli di cellullari , niente bibite ... Mi sono seduto in una poltrona centrale e appena ho visto le prime immagini ho capito che stavo per entrare nel mondo di Fantasia . E così è stato . I monti , le capre , il paese incastonato fra le alture del Piemonte , la lingua occitana . E poi ancora pascoli , aria , cielo e profumo di vita bucolica perduta . Detto ciò sono davvero arrabbiato . Questo film gira nelle sale italiane quasi in modo clandestino . Non riesco a capire il perché . Una pellicola del genere dovrebbe essere vista anche nelle scuole , tanto è forte il suo messaggio culturale e didattico . Invece accade esattamente il contrario . Giorgio Diritti ha realizzato , penso con pochi fondi a disposizione , un affresco italiano basato sulle tradizioni e sulle chiusure mentali di uomini e donne che vivono lontano dal caos moderno . " Il vento fa il suo giro " è un film originale che segue il filone di autori come Ermanno Olmi . Spero che riesca ad ottenere il successo che merita . Anzi , che stramerita .
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vincenzo
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mercoledì 20 febbraio 2008
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un quadro del nostro tempo
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Ho visto il film ieri sera al Mexico di Milano. Mi è piaciuto moltissimo. Davvero un quadro illuminato della realtà che viviamo, della diffidenza sul prossimo, dell'invidia e dei valori che vengono meno. Un'opera che avrebbe meritato ben altri riconoscimenti dai produttori e dai distributori, ma che in fondo ha ottenuto quello più importante: quello del pubblico. Probabilmente non nei grandi numeri, viste le enormi difficoltà oggettive di esposizione, ma nei numerosi consensi che sta riscontrando nelle poche sale che hanno avuto la possibilità/coraggio di proiettarlo. Questo film è un grande esempio di come il passaparola può superare anche gli ostacoli delle lobby che vi è nel mondo del cinema dove poche case di distribuzione hanno in mano il mercato e dove vi è un Ministrero capace di finanziare pellicole solo attraverso clientele.
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Ho visto il film ieri sera al Mexico di Milano. Mi è piaciuto moltissimo. Davvero un quadro illuminato della realtà che viviamo, della diffidenza sul prossimo, dell'invidia e dei valori che vengono meno. Un'opera che avrebbe meritato ben altri riconoscimenti dai produttori e dai distributori, ma che in fondo ha ottenuto quello più importante: quello del pubblico. Probabilmente non nei grandi numeri, viste le enormi difficoltà oggettive di esposizione, ma nei numerosi consensi che sta riscontrando nelle poche sale che hanno avuto la possibilità/coraggio di proiettarlo. Questo film è un grande esempio di come il passaparola può superare anche gli ostacoli delle lobby che vi è nel mondo del cinema dove poche case di distribuzione hanno in mano il mercato e dove vi è un Ministrero capace di finanziare pellicole solo attraverso clientele. Superbi gli attori presi dalle comunità locali che con la loro genuinità hanno fornito allo spettatore una fotografia limpida della nostra realtà sociale fatta di egoismo e abbandono totale delle tradizioni. Splendida la fotografia, superba la capacità del regista di rappresentare al meglio le bellezze naturalistiche delle vallate occitane. Davvero un gran lavoro se si fa un rapporto costi/prodotto finale.
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angela
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domenica 3 febbraio 2008
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il vento continua il suo giro
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molto bello.. mi è piaciuto tantissimo.. uaooo..<< vadbxs..!! by mexx65
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marco
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venerdì 18 gennaio 2008
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emozionante
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Ripensando a questo magnifico film,sul viso mi scendono 4 lacrime.
La prima è di sconforto, per la distribuzione italiana, che penalizza i bei film per dare spazio a pellicole,a dir tanto mediocri,ma di sucuro successo commerciale.
La seconda,anch'essa di sconforto, per il grande pubblico,che non più abituato a far girare il cervello sceglie di vedere film ridicoli.
Le restanti lacrime vanno al giovane regista, che ha messo in scena un film di tale bellezza, raffinatezza e coraggio, e al cast che ci regala mille sfumatere di emozioni fino alla commozione, con la loro passione e bravura.
Che altro dire? Se ci mettiamo a parlare dei significati della pellicola potremo scrivere un libro,quindi lasciamo scorrere le immagini e.
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Ripensando a questo magnifico film,sul viso mi scendono 4 lacrime.
La prima è di sconforto, per la distribuzione italiana, che penalizza i bei film per dare spazio a pellicole,a dir tanto mediocri,ma di sucuro successo commerciale.
La seconda,anch'essa di sconforto, per il grande pubblico,che non più abituato a far girare il cervello sceglie di vedere film ridicoli.
Le restanti lacrime vanno al giovane regista, che ha messo in scena un film di tale bellezza, raffinatezza e coraggio, e al cast che ci regala mille sfumatere di emozioni fino alla commozione, con la loro passione e bravura.
Che altro dire? Se ci mettiamo a parlare dei significati della pellicola potremo scrivere un libro,quindi lasciamo scorrere le immagini e... buona visione!
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laura
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mercoledì 2 gennaio 2008
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a
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lingua intesa come caratterizzazione della comunita e suo discrimine in contrapposizione alla visione di philip che intende la definizione di comunita come un fatto culturale di convivenza giorno per giorno.dialogo con il musicista.
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angelo 48
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martedì 1 gennaio 2008
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una parabola moderna sulla tematica del "diverso"
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Discepolo di Olmi, e si sente, con una freschezza oggi rara. Il film è una riflessione molto amara sulla vita, sulle persone, sulla incapacità di accettazione del diverso. Esemplare la figura dello "scemo del villaggio" che vive ai margini, tollerato, ma non amato. Il pastore francese, a sua volta "diverso", nuovo arrivato nella piccola comunità sperduta tra le montagne (in un dialogo con il musicista dice che la parola tolleranza non gli piace, perchè implica una non totale condivisione ed amore verso l'altro) è capace di accoglierlo con amicizia nella sua casa. Quando il pastore è costretto ad abbandonare il villaggio per l'impossibilità di farsi accettare, il povero "scemo del villaggio" pone termine alla sua esistenza ed i compaesani partecipano in massa, ipocritamente, al suo funerale.
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Discepolo di Olmi, e si sente, con una freschezza oggi rara. Il film è una riflessione molto amara sulla vita, sulle persone, sulla incapacità di accettazione del diverso. Esemplare la figura dello "scemo del villaggio" che vive ai margini, tollerato, ma non amato. Il pastore francese, a sua volta "diverso", nuovo arrivato nella piccola comunità sperduta tra le montagne (in un dialogo con il musicista dice che la parola tolleranza non gli piace, perchè implica una non totale condivisione ed amore verso l'altro) è capace di accoglierlo con amicizia nella sua casa. Quando il pastore è costretto ad abbandonare il villaggio per l'impossibilità di farsi accettare, il povero "scemo del villaggio" pone termine alla sua esistenza ed i compaesani partecipano in massa, ipocritamente, al suo funerale. La capacità di aiutarsi l'un l'altro, di "darsi una mano", non è più dote del nostro mondo dedito al consumismo e drammaticamente impoverito di valori morali. Il villaggio in montagna sembra ormai poter solo aspirare ad un futuro di oasi per turisti in cerca di emozioni ed in cui ci sentiamo un po' tutti identificati. Forse uno spiraglio di speranza nella sequenza finale, in cui un giovane del villaggio si reca nella dimora abbandonata ed accende il fuoco nella stufa, consapevole del gelo che tutto avvolge quando non si è più capaci di amare.
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[+] non tifare per il passato
(di samuele)
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terry
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lunedì 31 dicembre 2007
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è la mia storia
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Grandioso, meraviglioso, è la mia storia,perchè io sono un'occitana d.o.c.Grazie al regista Giorgio Diritti per essere stato così attento e puntuale nell'asprimere i nostri sentimenti.immensamente riconoscente Teresa Barbero
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