Angel-A |
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Un film di Luc Besson.
Con Jamel Debbouze, Rie Rasmussen, Gilbert Melki, Serge Riaboukine, Akim Chir.
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Commedia,
b/n
durata 90 min.
- Francia 2005.
uscita venerdì 17 marzo 2006.
MYMONETRO
Angel-A
valutazione media:
3,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Visionario Besson...diFeedback: 9165 | altri commenti e recensioni di |
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domenica 1 dicembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Luc Besson e la sua amata Parigi, vista con uno splendido bianco/nero e spogliata delle troppe auto che circolano attualmente. Qualche vettura qua e là, per non perdere il senso del presente, i rinomati bistrot dove bere una Perrier e soprattutto la magia di questa favola moderna con due interpreti che, più diversi di così... Lei, Angel-A (Rie Rasmussen), bella che più bella non si può, alta come la... Torre Eiffel, con quel miniabito che rende improbabile una lunga passeggiata a Montmartre senza essere infastidita e lui (Jamel Debbouze) povero, piccolo, brutto, sfortunato e nonostante tutto a volte anche un po' saccente, in poche parole una persona antipatica. Il film è tutto imperniato sullo stridente contrasto tra i due protagonisti, che si scrutano e si sopportano a volte, visto che Angel-A non può lasciare solo il suo ultimo "impegno", dal momento che lo deve aiutare a uscire dal suo granitico pessimismo (in parte giustificato...) e portarlo a vivere una vita più allegra e senza i troppi guai in cui è solito cacciarsi. Ci sono scene esilaranti, altre commoventi, altre ancora improbabili oltre ogni ragionamento, eppure il film ha una sua personalità ben definita, sembra quasi un film di Bresson adattato ai modi visionari di Besson, ci sono molte analogie con "Quattro notti di un sognatore". La prima volta può lasciare sconcertati, bisogna entrare nel mondo dei protagonisti e accettare i loro dialoghi bizzarri, ma vedendolo una seconda volta lo si apprezza pienamente, a parte di non farsi troppe domande e "guardare" semplicemente questa favola parigina che, davvero, solo Luc Besson poteva architettare in maniera così piacevole. L'amore del regista verso la sua città è il vero senso del film, persino Angel-A sembra in disparte a volte in certe inquadrature, a dimostrare che Parigi è grande e unica. Un film controverso, piace o lo si detesta, non ci sono mezze misure. D'altronde Besson stesso non ha mai amato le mezze misure... - di "Joss" -
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