Cube Zero |
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Un film di Ernie Barbarash.
Con Zachary Bennett, David Huband, Stephanie Moore, Martin Roach, Terri Hawkes.
continua»
Horror,
durata 97 min.
- Canada 2004.
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sintesi poco riuscita di Orwell 1984 e Cubedi figliounicoFeedback: 49076 | altri commenti e recensioni di figliounico |
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martedì 21 febbraio 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Prequel di Cube del 2004 diretto da Ernie Barbarash ambientato, in un imprecisato futuro, in un mondo distopico in cui è stato portato a compimento il dominio dell’uomo da parte di un potere invisibile che controlla la vita delle persone mediante sofisticate tecnologie computerizzate, ma comunica con i sottoposti attraverso un apparecchio telefonico degli anni ’60 che corrisponde alla posta pneumatica con cui il Ministero della verità impartisce ordini al protagonista di Orwell 1984 di Radford. A differenza di Cube non pone problemi esistenziali incentrati sulla condizione dell’uomo in un cosmo sconosciuto rappresentato dal cubo; fin dall’inizio, infatti, è chiaro quale sia l’entità, sebbene misteriosa, che governa il meccanismo infernale. La prospettiva che assume Barbarash è quella di due addetti alla sala di controllo delle telecamere e delle trappole disseminate nel cubo, due innocui burocrati che ingannano il tempo giocando a scacchi e si chiedono che fine abbiano fatto gli altri due colleghi scomparsi improvvisamente. I due protagonisti rappresentano due opposti modi di concepire il ruolo dell’individuo nella società ipertecnologizzata, l’uno, pavido, cerca di non pensare alla propria condizione e si distrae immergendosi nel gioco, l’altro, temerario ed incosciente, si fa continue domande e le pone anche all’amico sulla realtà in cui sono immersi, fino a porsi il dubbio sull’eticità del sistema di cui fanno parte come pedine sulla scacchiera. Inutile dire come andranno le cose, anche per non spoilerare troppo, ma essendo un prequel è ovvio che la sequenza finale del film corrisponderà ad una di quelle iniziali del Cubo di Natali, fornendogli peraltro una soluzione del mistero che lo caratterizzava non richiesta. Lontanissimo dal capolavoro di Radford del 1984, il film è tuttavia un lodevole tentativo di coniugare due sottogeneri della fantascienza, quello distopico postapocalittico con quello filosofico esistenziale, con un esito purtroppo che non va oltre la mediocrità.
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