Codice 46

Non m'intendo di cinema... uhm... forse dovrei, data la gran quantità di film che ho visto... io m’intendo di emozioni, anche se raramente mi lascio emozionare. Ma questo film mi ha stregato. Per la sua concomitanza, più che mai attuale, nell’era della globalizzazione, e più che mai futuribile, di mondi, lingue e culture: siamo americani a Shangai che salutano in arabo e intercalano in portoghese. Per la sua realistica visione di un’era in cui << chi è fuori è “fuera” e chi è dentro è dentro >> ma c’è sempre uno spiraglio di passaggio (più o meno legale, più o meno di punizione o di redenzione) fra i due mondi. Per quella nota malinconica che si presagisce fin dall’inizio ma che diventa insostenibile amarezza nel finale. Il codice che dà il titolo al film e la sua trasgressione sono solo un pretesto per portarci in un possibile futuro senza lotte, inseguimenti o alieni: solamente l’uomo (e la donna…) con le sue solite passioni, solite e sempre nuove nella profondità dell’anima.