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Questo "Fair Game"(Andrew Snipes, 1995, tratto da un romanzo di Paula Gosling che quasi dieci anni prima aveva ispirato anche un altro film)è in primis film d'azione: sparatorie, esplosioni(moltissime e"colorate"), fughe, inseguimenti, uso rapidissimo del computer anche ovviamente a fini illeciti, altro di attinente a ciò è decisamente che caratterizza il film, ma c'è anche dell'altro: coinvolti in una fuga per la vita, ossia per salvare quella dell'avvocatessa, impersonata da Cindy Crawford(modella più che attrice, che comunque recitò in cinque film, almeno tra quelli"omologati"come tali)e William Baldwin, il detective incaticato di salvarla e di star dietro al caso che la coinvolge, vedendola come avvocato difensore di una cliente che si oppone a un gangster cubano, Baldwin e la Crawford passano in un"attimo"(non di più, veramente)da colpi su colpi(pugni, schiaffi e altro, dove la Baldwin le riconosce"un bel destro")all'amore, in una scena indubbiamente sensuale per quegli anni(siamo a metà degli anni 1990, appunto). Ma c'è anche dell'altro: evidentemente ispirandosi a un romanzo decisamente anteriore, come quello citato, Snipes ci mostra i responsabili come agenti del KGB, il"famigerato"servizio segreto dell'ex.URSS, evidentemente ormai fuori uso, nel 1995, da almeno 4 anni-semplice dimostrazione, possiamo ben dire, di come il mito antirusso(la paura della Russia, un tempo URSS, appunto)abbia sempre pesato nell'immaginario collettivo USA... Decisamente un elemento rivelatore della psicologia sociale degli States, comunque dominante negli stessi, anche a"guerra fredda"conclusa. Badlwin e Crawford bravi per quanto richiede il copione, mentre Steven Berkoff, Miguel Sandoval e Selma Hayek sono i "vilains". El Gato
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