onufrio
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venerdì 1 marzo 2019
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delitto d'onore
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A distanza di 27 anni, il Dottor Cristof ritorna in un paesino della Colombia per ricostruire i tragici eventi che portarono all'assassinio del suo più caro amico, Santiago Nasar, per mano dei fratelli di Angela VIcario, fresca sposa del ricco Bayardo, arrivata non vergine al matrimonio e abbandonata dal marito la notte stessa del matrimonio. Una vendetta d'onore che a distanza di tanti anni non trova la verità su chi sia stato veramente l'uomo che infranse la verginità di Angela, che mantiene ancora intatto il proprio segreto. Melodramma stile soap opera sudamericana, Rosi si perde fra i drammi sentimentali di un romanzo, che detto sinceramente, non era poi così necessario che avesse la sua trasposizione cinematografica.
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A distanza di 27 anni, il Dottor Cristof ritorna in un paesino della Colombia per ricostruire i tragici eventi che portarono all'assassinio del suo più caro amico, Santiago Nasar, per mano dei fratelli di Angela VIcario, fresca sposa del ricco Bayardo, arrivata non vergine al matrimonio e abbandonata dal marito la notte stessa del matrimonio. Una vendetta d'onore che a distanza di tanti anni non trova la verità su chi sia stato veramente l'uomo che infranse la verginità di Angela, che mantiene ancora intatto il proprio segreto. Melodramma stile soap opera sudamericana, Rosi si perde fra i drammi sentimentali di un romanzo, che detto sinceramente, non era poi così necessario che avesse la sua trasposizione cinematografica.
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luca scialò
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martedì 23 agosto 2011
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delitto d'onore in colombia
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Cristof Bedoya è un medico ormai anziano che torna nella sua terra natia, la Colombia. Qui cerca di ricotruire l'omicidio del suo amico Santiago Nasar, ucciso dai fratelli Vicario per aver disonorato la sorella Angela. Quest'ultima si è sposata malvolentieri con il ricco e bello Bayardo San Roman, il quale l'ha ripudiata dopo aver constatato che non era più vergine.
Trasposizione dell'omonimo romanzo di Gabriel García Márquez, vanta ottimi interpreti quali Volontè, la Nuti e Rupert Everett e offre anche una sottile critica a quell'assurda regola che è il delitto d'onore.
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paride86
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giovedì 16 ottobre 2008
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malriuscito
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Una trasposizione cinematografica davvero malriuscita questa di Francesco Rosi: il romanzo di Garcia Marquez perde di ritmo, di colore e soprattutto di grazia narrativa. Questo mediocre risultato è stato possibile anche grazie alle pessime interpretazioni degli attori, che - Volonté a parte, s'intende - hanno dato davvero il peggio di sé: Muti, Bosè ed Everett da dimenticare, i sud-americani degni delle peggiori telenovelas. Consiglio di leggere il libro e di guardare il film solo se si è fan di Volontè.
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alessandra verdino
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sabato 30 agosto 2008
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sangue sull'innocenza
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"Cronaca di una morte annunciata" é dei ronanzi più belli, emblematici ed importanti di Garcia Marquez.
Innanzi tutto, va detto che é quasi impossibile rappresentare, al cinema, Garcia Marquez, talmente é impregnato di simboli, allegorie e di grandi e nascoste verità.
"Cronaca di una morte annunciata" di Francesco Rosi riesce a mettere in luce gli elementi più importanti del romanzo.
Innanzi tutto, la coralità della rappresentazione.
Ognuno dei personaggi dice la verità, ciascuno a modo suo.
La realtà, la dura realtà, é che così va la vita.
La morte di Santiago Nasar é la rappresentazione di un agnello sacrificato in nome di un falso perbenismo e di una grande violenza che si scaglia, inevitabilmente, contro l'innocenza, la grazia, la gioventù, la gioia di vivere.
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"Cronaca di una morte annunciata" é dei ronanzi più belli, emblematici ed importanti di Garcia Marquez.
Innanzi tutto, va detto che é quasi impossibile rappresentare, al cinema, Garcia Marquez, talmente é impregnato di simboli, allegorie e di grandi e nascoste verità.
"Cronaca di una morte annunciata" di Francesco Rosi riesce a mettere in luce gli elementi più importanti del romanzo.
Innanzi tutto, la coralità della rappresentazione.
Ognuno dei personaggi dice la verità, ciascuno a modo suo.
La realtà, la dura realtà, é che così va la vita.
La morte di Santiago Nasar é la rappresentazione di un agnello sacrificato in nome di un falso perbenismo e di una grande violenza che si scaglia, inevitabilmente, contro l'innocenza, la grazia, la gioventù, la gioia di vivere.
La scena iniziale, che rappresenta la felicità pura del vero protagonista, Santiago, é veritiera. emblematica e rappresentativa.
Santiago corre nel bosco, vestito di bianco.
Ed ecco, uno stormo di uccelli che lo impregna con le feci.
La violenza é così.
Anthony Delon sa rendere benissimo l'allegria, la purezza incontaminata e per questo destinata, inevitabilemente, a soccombere.
L'altra protagonista é Angela Vicario.
Anche qui, siamo di fronte ad un caso di innocenza macchiata di sangue.
Si ribella, vanamente, ad un matrimonio di convenienza, ricevendone in cambio solitudine, disprezzo e, ancora una volta, violenza.
La bellezza di Ornella Muti é resa ancora più evidente dal suo modo, veritiero, di rappresentare la forza d'animo, uno straordinario modo di amare, la sconfitta, l'amore perduto e, alla fine, pateticamente ritrovato.
Ecco il falso perbenismo della collettività.
E il binomio amore/morte che é il vero leit-motiv della prosa di Marquez.
L'esotismo del paesaggio, l'erotismo nascosto, il desiderio di vita ed, insieme, l'inno alla morte vista come il culmine di ogni cosa e di ogni atrocità umana.
Uno dei film più belli che mi sia capitato di vedere.
Basato sulla violenza che deve, per forza, macchiare l'innocenza.
I più puri sono, inevitabilmente, destinati a soccombere.
La morte, spesso, é annunciata.
Con grida, combattimenti e ribellioni.
Siamo in grado di impedirla?
Voglio terminare con la parola di dolcezza e dell'amore ritrovato a conclusione di questo magnifico ed importantissimo film: speriamo.
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