Supergirl - La ragazza d'acciaio |
|
|||||||||||
Un film di Jeannot Szwarc.
Con Faye Dunaway, Peter O'Toole, Mia Farrow, Helen Slater, Brenda Vaccaro.
continua»
Fantastico,
durata 114 min.
- USA, Gran Bretagna 1984.
MYMONETRO
Supergirl - La ragazza d'acciaio ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
||||||||||||
|
||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
L'orribile strega Faye Dunaway
di ignoFeedback: |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
giovedì 26 agosto 2004 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel 1984 i fratelli Salkind, già produttori della fortunata serie cinematografica di Superman, visti i deludenti risultati al botteghino del terzo episodio, provano a rilanciare la serie con una sorta di spin-off: in gergo un nuovo filone che nasce da un personaggio minore di un fumetto. In questo caso si tratta di Kara, la cugina di Superman che non era mai comparsa nei precedenti episodi ma di cui esistevano numerosi albi della Marvel: così nacque Supergirl, l’idea era in effetti quella di ri aggiornare al femminile il mito del più famoso eroe dei fumetti, Cristopher Reeve il celebre Clarke Kant/Supergirl in carne e ossa avrebbe dovuto partecipare al film ma alla fine si ritirò e infatti per giustificarne l’assenza quando il mondo sarà in pericolo, si accenna ad una missione interplanetaria che terrebbe Superman lontano dalla terra. Il film diretto da Jeannot Szworc e scritto da David Odell fu un flop enorme; del resto è ancor meno divertente dei già noiosi precedenti, peraltro premiati dal botteghino; verrebbe da pensare che per fortuna fu un tale fallimento, altrimenti i Salkind ci avrebbero propinato anche dei seguiti. La regia è assente e la sceneggiatura talmente sciocca e assurda da risultare inadatta ad un pubblico adulto; si potrebbe dire che questo film avrebbe dovuto essere accompagnato da un divieto sopra i 10 anni. L’unico motivo che può spingere a vedere Supergirl è il ricco cast, ricalcato sul modello del precedente Superman: un protagonista sconosciuto (Helen Slater come era stato Christopher Reeve) l’apparizione di un grosso nome da calare sul piatto (Peter O’toole che sta al Marlon Brando di Superman), mature star abituate a ruoli torvi e malvagi nella parte dei diabolici cattivi ( Faye Dunaway come Gene Hackman), illustri comprimari nei ruoli di contorno (Brenda Vaccaro per Ned Beatty, Mia Farrow per Glenn Ford, Peter Cook per Terence Stamp) e bellocci in grado di sostenere l’immancabile love story col protagonista di turno ( Hart Bochner fa girare la testa alla Slater come Margot Kidder faceva con Reeve). Nel caso di Supergirl la scelta di affidare il ruolo della protagonista alla giovanissima esordiente Helen Slater appare certamente azzeccata; non si può davvero immaginare incarnazione migliore di Supergirl, la Slater è deliziosa nei panni della biondissima e fresca ragazza d’acciaio, regge bene il doppio ruolo prima di dolce e ingenua collegiale che si trova in un pianeta estraneo e poi di grintosa e atletica eroina quando con coraggio sfida i nemici; sceglie la recitazione di basso profilo e alla fine è la più credibile in un cast di colleghi ben più navigati. Il personaggio peggio riuscito è sicuramente quello della cattiva Faye Dunaway, Selena è una villain da cartoon, assolutamente poco credibile e priva della minima parvenza di pericolosità o maestosità. Si tratta infatti di una strega di mezza tacca piuttosto maldestra e ridicola che pronuncia grossolane formule magiche e si produce in incantesimi che legge da presunti testi di magia nera. Questa attempata fattucchiera non può certo essere una vera rivale per Supergirl né quando si propone di dominare il mondo né tanto meno quando arditamente prova a soffiarle un bel fusto di giardiniere. Nel ruolo della perfida strega Selena, Faye Dunaway è irritante per narcisismo e gigionismo, si produce in una serie di smorfie e di ghigni, pronuncia battute idiote con gusto smodato e fa sfoggio di enorme arroganza e supponenza; la finta autoironia che ci vorrebbe trasmettere non nasconde la sensazione che invece questa attrice mediocre e odiosa sia straordinariamente innamorata di sé stessa e ritenga a torto di essere divertente e affascinante. In realtà la Dunaway sembra divertirsi un mondo e si piace maledettamente, allora era poco più che quarantenne, ma agghindata con improbabile make-up che prevede parruccone rosso ed eccentrici caffettani oltre ad un trucco pesante appare come una sorta di sgraziata tardona ultarcinquantenne e ci sono alcune scene dov’è davvero orribile. E’ assolutamente ridicola quando tenta di concupire Bochner con scosciamenti e sguardi assassini e lui di rimando fugge a gambe levate salvo poi cadere svenuto per l’effetto di un intruglio della strega ma rimedia una figura ancor peggiore quando prepara la pozione d’amore con il guscio di una noce e un ragno personalmente prelevato da una ragnatela; con un paio di occhiali per vedere da vicino, la zazzera di riccioli rossi, le gote rosse e il trucco che ne accentua gli zigomi sporgenti la Dunaway con l’aria idiota e le stucchevoli smorfie è davvero una strega nel senso letterale del termine. L’orrida Faye come viene definita dalla sua stessa assistente Bianca (Vaccaro) fa nuovamente pessima mostra di sé nel finale quando torna a prendersi sul serio e si pone fieramente davanti a Supergirl: gambe larghe, caffettano bianco luccicante con altissimi spacchi laterali, vistosissimi orecchini e parruccone sventolante. Siamo alla resa dei conti, ma Supergirl non ha troppe difficoltà nell’avere ragione di tanta misera avversaria e in un batter d’occhio avvolge Selena in un vortice e la spinge verso le fauci di un rozzo mostro alla Godzilla che lei stessa aveva evocato per distruggere la nostra eroina. La strega ora è perduta, Faye Dunaway sgrana gli occhi inorridita e si abbandona a urla stridule e disperate: la sua è una fine ingloriosa quanto meritata perchè il mostro se la mangia, fuori campo, e poi viene spedito da Supergirl nella dimensione ultraterrestre della Zona Fantasma. La strega Faye Dunaway finisce ingloriosamente nella finzione ma la sconfitta più pesante è quella dell’attrice polverizzata dall’esordiente Helen Slater, lei davvero in parte e mai sopra le righe. La Dunaway per questa inguardabile performance fu nominata come peggior attrice dell’anno ai Razzies Awards e non vinse il premio solo grazie alla Bo Derek di “Bolero exstasy” ma la sua carriera era ormai caduta a picco definitivamente; purtroppo l’insuccesso del film travolse anche la giovane Slater che non trovò mai più ruoli da protagonista in produzioni importanti.
[+] lascia un commento a igno »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni & Opinionisti | Articoli & News | Multimedia | Shop & Showtime |
|
|