celluloide
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martedì 4 settembre 2012
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risate tristi
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Per emulare I vari "Trinita'" si e' cercato di inventare personaggi ridanciani.
Il risultato e' disastroso.Un personaggio chiamato caccola(immaginate quali schifezze vi propina in tutto il film),
un altro chiamato Garibaldi che parla in siciliano,un altro con cappello e antenati pirata ed altri con ignobili caratterizzazioni.
Senza i tentativi di far ridere e usando personaggi di normale natura western poteva essere un bel film.
Occasione buttata al vento dal produttore.
Notare la fotografia scarsa ed il pessimo colore.
Meno male che la regia e' quasi ok altrimenti sarebbe da mettere in serie c.
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gianni lucini
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martedì 13 settembre 2011
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due volte l’inno di mameli
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In Bada alla tua pelle Spirito Santo! c’è una doppia citazione dell’Inno di Mameli. La prima volta accade quando il garibaldino sta portando Spirito Santo, appena catturato, al cospetto di Diego D’Asburgo. Mentre scende le ripide scale del rifugio fischietta le note di quello che oggi è l’inno nazionale italiano. Successivamente è sempre lo stesso garibaldino che si rivolge a Spirito Santo, dopo averlo pestato ben bene per farlo parlare e accennando ironicamente proprio al pestaggio gli dice: «T’è piaciuto l’Inno di Mameli?». In realtà la frase è forzata perché quel canto all’epoca della spedizione dei Mille, cui avrebbe partecipato il garibaldino secondo la narrazione filmica, si chiamava ancora “Canto degli italiani” o, più semplicemente, “Fratelli d’Italia”.
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In Bada alla tua pelle Spirito Santo! c’è una doppia citazione dell’Inno di Mameli. La prima volta accade quando il garibaldino sta portando Spirito Santo, appena catturato, al cospetto di Diego D’Asburgo. Mentre scende le ripide scale del rifugio fischietta le note di quello che oggi è l’inno nazionale italiano. Successivamente è sempre lo stesso garibaldino che si rivolge a Spirito Santo, dopo averlo pestato ben bene per farlo parlare e accennando ironicamente proprio al pestaggio gli dice: «T’è piaciuto l’Inno di Mameli?». In realtà la frase è forzata perché quel canto all’epoca della spedizione dei Mille, cui avrebbe partecipato il garibaldino secondo la narrazione filmica, si chiamava ancora “Canto degli italiani” o, più semplicemente, “Fratelli d’Italia”.
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gianni lucini
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martedì 13 settembre 2011
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roberto mauri rielabora un personaggio già visto
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Roberto Mauri non è l’inventore del personaggio di Spirito Santo e Vassili Kasiris non è il primo a vestirne i panni sullo schermo. Spirito Santo, infatti, vede per la prima volta la luce nel film Uomo avvisato mezzo salvato... parola di Spirito Santo scritto da Tito Carpi e Federico De Urrutia e diretto da quel Giuliano Carnimeo, in arte Anthony Ascott, cui si devono anche le paternità di Sartana, Tresette, Camposanto e Alleluja. Nel primo film il regista vuole fare di Spirito Santo, sempre interamente vestito di bianco, una sorta di alter ego di Camposanto e Sartana, perennemente nerovestiti. Quasi a marcare questa intenzione lo fa interpretare a Gianni Garko che, oltre a essere uno dei suoi attori preferiti, ha già vestito i panni sia di Camposanto che di Sartana.
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Roberto Mauri non è l’inventore del personaggio di Spirito Santo e Vassili Kasiris non è il primo a vestirne i panni sullo schermo. Spirito Santo, infatti, vede per la prima volta la luce nel film Uomo avvisato mezzo salvato... parola di Spirito Santo scritto da Tito Carpi e Federico De Urrutia e diretto da quel Giuliano Carnimeo, in arte Anthony Ascott, cui si devono anche le paternità di Sartana, Tresette, Camposanto e Alleluja. Nel primo film il regista vuole fare di Spirito Santo, sempre interamente vestito di bianco, una sorta di alter ego di Camposanto e Sartana, perennemente nerovestiti. Quasi a marcare questa intenzione lo fa interpretare a Gianni Garko che, oltre a essere uno dei suoi attori preferiti, ha già vestito i panni sia di Camposanto che di Sartana. In questa che appare come una sorta di divertimento personale di Carnimeo si inserisce una geniale quanto azzardata operazione di un artigiano del cinema come Roberto Mauri, un regista che nel 1970 con Sartana nella valle degli avvoltoi interpretato da William Berger ha già realizzato una fortunata “riscrittura” di un altro personaggio inventato da Carnimeo. Mauri decide di ripetere l’operazione con Spirito Santo. Ne cambia le caratteristiche, a partire dall’eliminazione dell’elegante abito bianco, pur non stemperandone troppo l’ironia, e lo fa interpretare da Vassili Karis, un attore molto diverso, non solo per le caratteristiche fisiche, dal “primo” Spirito Santo di Gianni Garko. Il frutto della “rielaborazione” si intitola ...e lo chiamarono Spirito Santo, un film realizzato con pochi mezzi e tanta fantasia che ottiene un successo inaspettato e tale da convincere regista e produzione a non abbandonare il personaggio al suo destino. L’anno dopo arriva sugli schermi Bada alla tua pelle Spirito Santo! il secondo episodio con un nuovo aggiustamento della figura del protagonista sempre interpretato da Vassili Karis e con la comparsa di una serie di personaggi strampalati destinati a tornare anche nel bizzarro terzo e ultimo film della serie intitolato Spirito Santo e le cinque magnifiche canaglie.
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