nino p.
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lunedì 16 febbraio 2009
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opera prima di bava
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Il film in questione è stato considerato ufficialmente come il primo horror italiano nella storia del Cinema. Effettivamente se rapportato ai primi anni '60 è senza dubbio da ritenersi una pellicola rivoluzionaria per il genere. Si dice che le innovazioni le creano solo le persone più creative. E naturalmente il regista Bava, grande ed indimenticato maestro degli effetti speciali, con questa pellicola è riuscito ad aprire una strada nuova. La contrapposizione tra realtà e visionarietà onirica; un horror, sotto il profilo interpretativo e narrativo ancora prodigiosamente elevato ad arte e le riflessive componenti sociali sviluppate intorno alla tessitura della storia (prima fra tutte il tema dell'essenza femminile), fanno di questo strepitoso esordio un necessario punto di inizio.
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Il film in questione è stato considerato ufficialmente come il primo horror italiano nella storia del Cinema. Effettivamente se rapportato ai primi anni '60 è senza dubbio da ritenersi una pellicola rivoluzionaria per il genere. Si dice che le innovazioni le creano solo le persone più creative. E naturalmente il regista Bava, grande ed indimenticato maestro degli effetti speciali, con questa pellicola è riuscito ad aprire una strada nuova. La contrapposizione tra realtà e visionarietà onirica; un horror, sotto il profilo interpretativo e narrativo ancora prodigiosamente elevato ad arte e le riflessive componenti sociali sviluppate intorno alla tessitura della storia (prima fra tutte il tema dell'essenza femminile), fanno di questo strepitoso esordio un necessario punto di inizio.
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benjamick
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domenica 5 ottobre 2008
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discreto
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B.Steele strepitosa, fotografia meravigliosa, effetti speciali sbalorditivi. = CAPOLAVORO.
Quanti luoghi comuni... continuate a ripetere queste 3 cose perché le avete sentite dire / lette altrove. Siete dei pappagalli. Magari questo film vi ha fatto schifo, ma dovete dire che è un capolavoro solo perché tutti dicono così, allora meglio adeguarsi. Ma secondo me non lo sapete manco voi perché questo film sarebbe un capolavoro... è un film come tanti, ce ne sono stati di assai migliori.
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skrat
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sabato 19 luglio 2008
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il genio insuperato di bava
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Il primo lungometraggio del maestro Mario Bava è anche uno dei film più importanti per la storia del cinema italiano e internazionale (se si considera che saranno da essa ispirati registi del calibro di Tim Burton e Martin Scorsese). Le eccezionali innovazioni tecniche e visive, che rendono questa pellicola immortale, sono da ricondurre essenzialmente all’ambito della regia e della fotografia (sebbene, ripensando alla scena della tortura con la maschera chiodata – che dà il titolo al film – e a quella in cui si riforma la carne sul volto martoriato della strega, risulta quasi impossibile non considerare l’importanza radicale degli effetti speciali, ancora artigianali, eppure, nella loro semplice intelligenza, sbalorditivi per l’epoca).
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Il primo lungometraggio del maestro Mario Bava è anche uno dei film più importanti per la storia del cinema italiano e internazionale (se si considera che saranno da essa ispirati registi del calibro di Tim Burton e Martin Scorsese). Le eccezionali innovazioni tecniche e visive, che rendono questa pellicola immortale, sono da ricondurre essenzialmente all’ambito della regia e della fotografia (sebbene, ripensando alla scena della tortura con la maschera chiodata – che dà il titolo al film – e a quella in cui si riforma la carne sul volto martoriato della strega, risulta quasi impossibile non considerare l’importanza radicale degli effetti speciali, ancora artigianali, eppure, nella loro semplice intelligenza, sbalorditivi per l’epoca). La ragione del valore della pellicola, dunque, è da riferire alla genialità di Bava, il quale, abbandonando tutti gli stilemi del genere e rinunciando alle scene di paura stereotipate, riesce a creare una dimensione per lo più onirica e fantastica, giocando abilmente sul tema dell’ambiguità dei personaggi e del doppio (è strabiliante come lo spettatore tenda a confondere Katia con la strega, quando ella appare sullo schermo per la prima volta). Atmosfere allucinate, ottimamente rese da un’indimenticabile fotografia (i contrasti in bianco e nero, specie sui primi piani dei volti, sono di una bellezza gotica struggente), incorniciano con invidiabile intelligenza visiva paesaggi e personaggi, enfatizzando, sulla base di ricchi contrasti di luce ed ombra, la pregnante tematica dell’attrazione morbosa dell’uomo verso il Male, considerato qui come qualcosa di concreto e tangibile (rifuggendo, in tal modo, l’astrattismo preminente con cui era trattato nella maggioranza dei precedenti filmetti horror, per lo più stereotipati). Come spesso accade in Italia, il film fu bistrattato dalla critica di allora (sebbene in Inghilterra i critici fossero in visibilio per l’opera) e ha potuto ricevere gli onori che merita solo di recente. Un prodotto cinematografico eccellente (ma è senz’altro da evitare le versione del remake, girata unicamente a scopi commerciali e segnata dagli eccessi gore dell’era post-Argento dal figlio di Bava).
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l' eretico
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giovedì 3 aprile 2008
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capolavoro
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strahinja
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giovedì 24 novembre 2005
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cult horror
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Il primo e miglior film di Bava (quello vero, Mario), osannato in ogni angolo di mondo come uno degli horror più inquietanti mai fatti, uno dei pochi film italiani di genere apprezzato anche in patria. Barbara Steele in doppia versione, da innamorarsi!!!
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daniele
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giovedì 27 gennaio 2005
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capolavoro assoluto
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Grande fotografia, splendida regia e la Steele è strepitosa!
Questo film vale, nel suo genere, uno dei capolavori del grande cinema italiano dell'epoca...
Idolatrato, giustamente, all'estero e un po' troppo snobbato qui da noi, Bava dimostra fin dall'inizio della carriera di che stoffa era fatto. Chapeau
ps. Se penso che negli anni 60 avevamo Visconti, Fellini, Leone, Antognoni, Rossellini , De Sica, Bava (e mi fermo qui) e adesso ci tocca esaltarci per Ozpeteck....
Saluti a tutti
[+] mi vergogno
(di anonimo)
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