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figliounico
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mercoledì 4 gennaio 2023
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propagandistico lacrimevole
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Film sovietico del 1959 diretto da Grigorij Naumovi? ?uchraj ambientato nella Russia invasa dall’armata tedesca intorno al 1941 anno della presa di Rostov da parte dei nazisti. La guerra e le sue atrocità rimangono sullo sfondo, in primo piano la storia di un ragazzo, eroe per caso, premiato con cinque giorni di licenza, che tornando a casa per vedere la madre, tra una disavventura e l’altra viaggiando in treno nelle retrovie, incontra per la prima volta l’amore. I toni melodrammatici prendono da subito il sopravvento annientando qualsiasi velleitario intento, se pur vi fosse stato, di raccontare in modo realistico le terribili condizioni di vita della popolazione civile. Non c’è personaggio che non sia positivo tranne la sentinella al vagone merci, che poi risulta essere soltanto un bonaccione opportunista, e la moglie fedifraga di un soldato che non ha avuto, sciagurata, la pazienza di aspettare il ritorno dal fronte del marito.
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Film sovietico del 1959 diretto da Grigorij Naumovi? ?uchraj ambientato nella Russia invasa dall’armata tedesca intorno al 1941 anno della presa di Rostov da parte dei nazisti. La guerra e le sue atrocità rimangono sullo sfondo, in primo piano la storia di un ragazzo, eroe per caso, premiato con cinque giorni di licenza, che tornando a casa per vedere la madre, tra una disavventura e l’altra viaggiando in treno nelle retrovie, incontra per la prima volta l’amore. I toni melodrammatici prendono da subito il sopravvento annientando qualsiasi velleitario intento, se pur vi fosse stato, di raccontare in modo realistico le terribili condizioni di vita della popolazione civile. Non c’è personaggio che non sia positivo tranne la sentinella al vagone merci, che poi risulta essere soltanto un bonaccione opportunista, e la moglie fedifraga di un soldato che non ha avuto, sciagurata, la pazienza di aspettare il ritorno dal fronte del marito. La cosa migliore del film non è la trama, piuttosto semplice e diretta ad incensare la bontà del popolo russo ma le suggestive immagini in bianco e nero ed il contrasto della luce con le ombre sui volti e sulle mani dei protagonisti. La sovrapposizione della scena finale con quella iniziale, con la madre che si dirige verso la strada sterrata dove ha abbracciato per l’ultima volta il figlio, aggiunge, se ve ne fosse ancora bisogno, un tocco ulteriore di patetico dolciastro al film, che, come la goccia che fa traboccare il vaso, finisce per risultare artificiosamente struggente e quindi stucchevole.
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omero sala
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mercoledì 9 marzo 2022
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la guerra di alioscia
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Un film di guerra che racconta di Alioscia, un diciannovenne soldato dell’Armata Rossa, che in prima linea si trova a doversi difendere da alcuni carri armati tedeschi che avanzano e, sebbene in modo maldestro (è solo un telefonista), ne mette fuori uso due con un mitragliatore abbandonato dai commilitoni in fuga.
Il suo generale vuole conferirgli una medaglia al valore ma lui, timidamente, chiede qualche giorno di licenza per tornare a casa a salutare la madre e aggiustare il tetto malconcio della casa.
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Un film di guerra che racconta di Alioscia, un diciannovenne soldato dell’Armata Rossa, che in prima linea si trova a doversi difendere da alcuni carri armati tedeschi che avanzano e, sebbene in modo maldestro (è solo un telefonista), ne mette fuori uso due con un mitragliatore abbandonato dai commilitoni in fuga.
Il suo generale vuole conferirgli una medaglia al valore ma lui, timidamente, chiede qualche giorno di licenza per tornare a casa a salutare la madre e aggiustare il tetto malconcio della casa.
Lungo la strada rivela la sua delicata indole, la sua naturale bonomia, il carattere spontaneamente generoso e l’ingenuo romanticismo: accetta, nonostante i tempi stretti, di portare del sapone alla moglie di un commilitone (per scoprire che lei tradisce il marito, e decidere di portare il sapone al vecchio padre); tranquillizza un altro reduce che sta tornando dalla moglie ed è terrorizzato dall’idea di presentarsi con una gamba amputata; conosce infine una ragazza spaventata, Shura, che viaggia da clandestina su una tradotta e, dopo alcuni contrasti e reciproche diffidenze, intreccia con lei un rapporto di solidarietà che diventa presto dimestichezza, complicità, simpatia, amicizia e affetto; e i primi timidi segnali di un trattenuto idillio, di un amore pudico.
Nelle complicazioni del tragitto i due si perdono, si cercano, si ritrovano, per poi lasciarsi definitivamente quando le loro strade inevitabilmente si dividono.
Il povero Alioscia riesce fortunosamente a raggiungere la madre per poi abbandonarla immediatamente a causa della licenza scaduta.
Il film è modesto, rivela qualche eccesso di retorica, qua e là affiorano moralismi e stereotipi, ma contiene sottotraccia anche messaggi antimilitaristi che appaiono perfino commoventi oggi - marzo 2022 - che l’esercito russo ha invaso l’Ucraina e sta combattendo una guerra fratricida voluta da un despota che si ispira ai feroci autocrati della storia russa (da Ivan il terribile al brutale Stalin).
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signorellil
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giovedì 3 gennaio 2013
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semplice, bellissimo, universale.
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Semplice, bellissimo, universale, un film sulle cose importanti della vita - il dovere, l'amore, la famiglia. Cosa volere di più da un film? Ovviamente non sembra riscuotere particolare favore fra la platea dei critici hipster (vedi la terribile recensione del Morandini), ma fortunatamente ognuno può farsi un'idea da se
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lulan
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lunedì 27 marzo 2006
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nostalgia
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Andavo al cinema con mio padre e siccome lui era un comunista sfegatato mi portava a vedere tutti film russi. Questo l'ho visto tanti anni fa e ne ho un ricordo tenero. La faccia di quel soldatino è ancora davanti ai miei occhi, in quel bianco e nero povero ma essenziale. Più che una recensione la mia è un ricordo...un viaggio indietro nel tempo.
Vale comunque la pena di veere qusto film....se si ama il cinema.
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