Gastone |
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Un film di Mario Bonnard.
Con Paolo Stoppa, Franca Marzi, Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Anna Maria Ferrero.
continua»
Comico,
durata 103 min.
- Italia 1959.
MYMONETRO
Gastone
valutazione media:
3,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Gastone il Sognatoredi Giovanni SemeraroFeedback: 0 |
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giovedì 6 settembre 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gastone, Gastone, se solo fossi stato un po’ meno pieno di te, meno egocentrico, più umile, più realista…se solo non fossi stato un sognatore. Non è una bella storia quella di Gastone, in arte Gaston le Beu, il bello, o come direbbe lui: er mejo. Non è una bella storia, dicevo, non perché sia brutta, ma perché è triste,e si sa, le cose tristi non sono mai belle. Gastone ha scoperto sulla propria pelle cosa significa amare un donna, ed esserne abbandonato, e lo ha scoperto nel modo e nel momento peggiore: quando cioè la sua carriera sembrava stesse per decollare, e quando era ormai convinto di avere il cuore della bella Nannina in pugno. Nell’arte e nella vita però, si sa, non tutto ha una logica, e quasi niente va perfettamente come si vorrebbe, e proprio sul più bello al povero Gastone, che finalmente ha la possibilità di debuttare con un varietà allo storico teatro Margherita, gli crolla il mondo addosso: nel momento in cui sta per varcare le quinte ed entrare in scena, viene arrestato per un furto commesso ai danni della sua vecchia dama, e Nannina è costretta ad interpretare lo spettacolo da sola. Al contrario di quanto pensava Gastone però, la giovane e bella orfanella rampante non “cade” sul palco senza del suo pigmalione, ed anzi ottiene ripetuti applausi dalla folla entusiasta che richiede a gran voce il bis. L’allievo che supera il maestro…ma oltre al danno, c’è la beffa: alle spalle del povero Gastone la talentuosa Nannina, in arte Anna la Belle, si è accordata con un grande impresario di Milano che vuole farla esibire da sola…ed oltretutto se n’è anche innamorata. Comincia così la grande ascesa di Nannina, ed il tracollo dell’ormai fischiato ed attempato danceur e viveur Gaston le Bon. Com’è strana però la vita, e come sono strani gli uomini…ripetono sempre gli stessi errori: quando lei lo ama, lui la rifiuta, e quando lui si innamora, lei si è già innamorata di un altro. Non è solo questo però che ferisce Gastone: lui è infatti convinto che Nannina sia una sua creazione, ed il fatto che la propria allieva sia più dotata e si liberi così facilmente del proprio padre/maestro/fidanzato lo sorprende un po’, o meglio, lo spiazza completamente. Il povero Gastone è un uomo pieno di difetti: è arrogante, è egocentrico, è maschilista, è anche un po’ mediocre nella sua arte e nel suo lavoro. Nonostante tutto però, in fondo, è un uomo buono, con un grande cuore, e lo scopriamo in scene che forse passano troppo veloci perché noi ce ne possiamo accorgere. Una, è quando si confida col proprio amico principe (forse l’unico vero amico che ha), ammettendo in un certo senso e con molta timidezza di essersi innamorato di Nannina (anche se subito rifiuterà altezzosamente un bacio e l’amore della ragazza). La seconda, è quando rincontra la ormai famosa Nannina subito dopo il suo grande ed acclamato ritorno al teatro romano: è splendida questa scena in cui si compenetrano inestricabilmente gioia e amarezza, durezza e dolcezza, passato e presente…e futuro. I due sembrano felicissimi di rivedersi, ma quando lei gli chiede un’opinione sullo spettacolo lui cambia atteggiamento, iniziando ad umiliarla; Poi però, prima di lasciarsi, con gli occhi umidi Gastone ricorda a Nannina che dopo tanti anni è tornato addirittura a rubare, per regalarle quella pelliccia che l’avrebbe resa ancora più bella nel loro spettacolo, e soprattutto, felice. Negli occhi di Nannina però non si scorge né riconoscenza, né perdono: al contrario di quanto pensa (probabilmente) e di quanto le ha rinfacciato Gastone, lei ora è felice della propria vita e della propria carriera, ed è innamorata, e non le rimane a questo punto che girare i tacchi e sparire definitivamente (quasi a ritmo di danza) dietro le quinte di quello sgangherato e fradicio palcoscenico di varietà che è ormai la vita di Gaston le Beu.
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