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In concorso alla SIC, l'esordio di Cammarata e Foscarini trasforma il confine balcanico in un'esperienza ipnotica di attesa, buio e voci spettrali
di Gianluca Arnone La Rivista del Cinematografo
Fuochi che tremano ai margini del bosco, corpi che appaiono e scompaiono come ombre intermittenti. In lontananza, il rumore dei colpi d'arma da fuoco. Più vicino, un muro di metallo tagliente che segna l'inizio dell'Europa. Waking Hours, primo lungometraggio documentario di Federico Cammarata e Filippo Foscarini, ci porta nella zona di frontiera tra Bosnia, Serbia e Croazia, in quell'interregno notturno in cui un clan di passeur afghani attende, immobile e vigile, il momento di accompagnare i migranti oltre il confine. [...]
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