Caro Peppe, eccoci al “giorno dopo”, il giorno in cui ti svegli e devi cercare di capire chi sei e che giornata sarà. Non avrai il mio parere su quello che chiami film, perché ieri non ho assistito ad alcun film. Seduto all’angolo di un ring ho partecipato ad un incontro di boxe. Ho provato a difendermi ma è stato inutile. Pensavo fosse un incontro “amichevole” ma così non è stato. La scorrettezza di David all’angolo opposto del ring è irritante, manda immagini come raffiche di pugni che si abbattono su di me mettendo in discussione la distanza che ho faticosamente costruito tra ciò che credo di essere e ciò che sono. Nessuna tregua, nessuna pausa. Round che si susseguono dove la voce di Mimì suggerisce di abbandonarmi, di gettare la spugna e prendere coscienza di quello che sei, delle rughe che ti hanno generato. Non posso gettare la spugna. Devo rimanere lì, incollato fino alla fine, mi è concesso solo di prendere fiato con la “Luce ‘Na Stella” che non basta per recuperare totalmente la mia fisicità. Resisto! Frappongo tra ciò che vedo e sento, il calendario che mi propone la mia contemporaneità. “2019”, numero insidioso ma distante dai pugni che continuo a prendere round, dopo round. Quel numero diventa muro che crolla miseramente insieme al calendario che lo sopporta. L’orrore della morte diventa poesia. Il colpo basso studiato da David lo accuso. Dal bianco dei vestitini dei bambini riconosco fratelli e sorelle di cui nessuno mi ha mai detto. Non “ladro di anime” mio caro Peppe ma di verità custodite per essere narrate. Ancora Soballera… respiro. Le voci ricominciano ad aggredirmi per raccontare una storia che mi sono negato. Ogni fotogramma rimanda alla terra, a quella terra che avevo messo negli scantinati della mia memoria, a quella terra di cui faticosamente preservo qualche contatto ma che non ho ritenuto mia. Non c’è mai stata vergogna più tiepida di quella che la calda voce di Mimì provoca. Esco sconfitto dal ring, sfinito e senza nessun onore. Gloria al vincitore dunque. Peppe, tutto questo può bastare, per quel che mi riguarda puoi pure insultare David da parte mia, è uno stronzo e… a Mimì a Mimì direi di accendersi il sigaro mentre mi ricorda che... il giorno della fine non mi servirà l’inglese.
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