L'uomo che uccise Hitler e poi il bigfoot

Impossibile con un titolo così non farsi aspettative da B Movie roboante e fracassone. Invece no, completamente fuori strada!
Il film è principalmente un dramma malinconico, che narra la vecchiaia di Calvin Barr (un sempre iconico Sam Elliott ), veterano dei servizi segreti della seconda guerra mondiale, dove in missione suicida uccise Hitler. Calvin si ritrova, suo malgrado, anche in vecchiaia, l unica chance per salvare l umanità da un Bigfoot che in Canada sta contaminando la fauna con una malattia virale altamente contagiosa, di cui é portatore, e che potrebbe espandersi anche all uomo ( sigh ! ).
Ma il film, si concentra soprattutto sui sensi di colpa di Calvin, che per compiere il suo dovere in gioventù, ha sacrificato tutti i suoi affetti più cari, compreso l amore della sua vita, una dolce e comprensiva maestrina ( poteva essere diversamente ? ), amore lasciato alle soglie di una richiesta di matrimonio mai avvenuta, causa chiamata in servizio durante la Guerra e non ritrovato al ritorno, dopo diversi anni, a causa di una malattia mortale.
Rimpianti, ricordi, occasioni perdute, sulla faccia di Sam Elliott, durante una visione filmica dove ti aspetti che succeda sempre un qualcosa, che invece non arriva mai, anche durante lo scontro con il mostro, dove prevale sempre la malinconia per quel che doveva essere ed invece non e' stato.
Infatti, dopo un prologo discretamente affascinante, s infarcisce la trama di tanti, troppi flashback, dilatando a dismisura la durata, e quello che resta é un senso di incompletezza per un film geriatrico, lento, contemplativo che non raggiunge mai un climax necessario a risvegliare dal torpore il protagonista e lo spettatore.