Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi |
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Un film di Werner Herzog.
Con Werner Herzog, Leonard Kleinrock, Bob Kahn, Danny Hillis.
continua»
Titolo originale Lo and Behold, Reveries of the Connected World.
Documentario,
Ratings: Kids+13,
durata 108 min.
- USA 2016.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 6 ottobre 2016.
MYMONETRO
Lo and Behold - Internet: il futuro è oggi
valutazione media:
4,00
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ma gli androidi sognano pecore elettriche?di FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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domenica 16 ottobre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
In questo documentario diviso in 10 capitoli Herzog racconta la storia delle “macchine intelligenti” e della “rete” che ne è derivata; si interroga e ci interroga su internet partendo proprio dalle macchine di appena 47 anni fa e sulla rivoluzione tuttora in atto. Il regista svaga sulle dipendenze da videogame, intervistando alcune persone che si sono estraniate dalla vita reale dimenticando di mangiare e dormire e indossando un pannolino per non andare alla toilette per non perdere una giocata. Girare, oggi, in città già fornisce un quadro allarmante: i “collegati”, in un mezzo pubblico o in bar, con smartphone e cellulari sono la maggioranza; stanno insieme ma sono incollati ai loro fili come marionette. Herzog indaga sul furto di dati e di identità intervistando Mitnik, il mitico re degli “hacker” che penetrò nei sistemi informativi dell’FBI, riuscendo a lungo a sottrarsi all’arresto. Parlando di intelligenze artificiali non è possibile non imbattersi nella fantascienza classica: non solo Asimov della trilogia dei robot; ricordate “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip K. Dick trasposto nell’affascinante film “Blade runner” di Ridley Scott? E allora c’è chi immagina la trasmissione del pensiero con le giuste macchine o chi già fabbrica auto intelligenti che si guidano da sole o robot servitori, ancora lenti e rudimentali (appesantiti dalla scritta pubblicitaria?), o micidiali come il numero 8 elettronico che gioca a calcio contro suoi simili meglio di Lionel Messi. Ci sono i “pro”: gli stessi appassionati di videogame sono utilizzati per le loro capacità percettive a fini medici per individuare nel diagramma elettroforetico i danni al DNA delle cellule malate di un corpo umano. Ma ci sono anche i “contro”: alcune persone sensibili alle radiazioni elettromagnetiche sono costrette a vivere in una gabbia di Faraday; la “rete” può andare in crisi per tempeste elettromagnetiche causate dalle esplosioni solari con blackout dannosi per tutti, oppure può far sembrare vero ciò che è falso e viceversa, perché le informazioni reperibili su internet vanno vagliate con spirito critico. Un robot può scongiurare una catastrofe, ma può essere anche usato a fini bellici come i droni. Alla domanda vivere soli in un mondo virtuale o interagire con le persone nell’ambiente naturale la risposta sembra scontata. Ma se ci chiediamo quando e quanto tempo è giusto restare connessi, la risposta dobbiamo darla noi a noi stessi. Herzog in merito a questo non ha dubbi e dieci anni dopo il mirabile “L’ignoto spazio profondo” invecchia come un ottimo vino rosso. Da non mancare. Valutazione **** FabioFeli
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