| La zuppa del demonio | ||||||||||||||
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      Un film di Davide Ferrario.
  
        Con Walter Leonardi, Giovanni Bissaca
        
       Documentario,
    
   
durata 80 min.
- Italia   2014.
- Microcinema
    
    uscita giovedė 11 settembre 2014.
    
   
      MYMONETRO 
     La zuppa del demonio            valutazione media:
        3,25
          
         
     
  	su
     -1
   	
  		recensioni di critica, pubblico e dizionari. | ||||||||||||||
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                         il segreto di questo film č il cinema d'autore. 
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| venerdė 19 settembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
| il segreto di questo film è il cinema d'autore. Quando un film travalica i confini della finzione e possiede elementi di realtà tale che diventa un tutt'uno, un perfetto agglomerato di narrazione e documento ,allora possiamo comprendere il perché di questa opera cinematografica di cui Davide Ferrario ne è il coordinatore regista poiché la regia dei vari filmati tutti “vintage” , alla base della composizione, appartiene alle migliori firme del cinema italiano. Si tratta quindi non di un documentario neanche di un docufilm , ma di una vera narrazione per storie , di personaggi reali presi dalla realtà operaia e dalla vita degli operai in fabbrica o anche poveri, popolo contadino e sottosviluppato delle campagne e dei paesi del sud Italia . Siamo alla fine degli anni 50 e si racconta del boom economico e degli effetti nei seguenti anni 60 della trasformazione economica sociale e culturale degli italiani. Del contenuto e dei significati di questo periodo narrato nel film si potrebbe parlare e scrivere tantissimo e molto è già stato fatto specialmente in sede politica . Gran parte dell'Italia di oggi nasce dallo sviluppo economico di quegli anni. Il film dunque sottolinea il benessere e la speranza del “progresso” ma poi fa riflettere sulle storture di uno sviluppo capitalistico che ha portato progressivamente ad un palese squilibrio negli anni a venire , fino ad oggi. Ma qual'è il punto di vista del film e del suo autore: sicuramente la scelta dei filmati d'epoca e il sapiente montaggio hanno portato ad una visione positiva di quegli anni , anche la classe operaia ne esce romanticamente bene come pure il capitale industriale ancora produttivo di salario e di occupazione, ne escono bene i capitalisti e gli operai, quasi cooperanti allo sviluppo e al benessere dell'Italia. Ora mi soffermo però sull'idea di cinema che esce, da questo film , ed è la sequenza di citazioni che ci parla di cinematografia, dai Lumièr a Tziga Vertov a Chaplin dal futurismo italiano ai costruttivisti russi, il tutto sottolineato da citazioni letterarie di grande valore, Tutto ci convince che la cinematografia ancora può e deve essere l'arte di comunicare finzione e realtà, storie e Storia , in modo da catturare l'immaginazione e il pensiero di tutti coloro che ancora e spero per molto, a cinema vanno, e i film li vedono .mauridal. 
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