Solving

La prima sensazione percepita al termine di questo docufilm è speranza. Solving è un titolo suggestivo, un titolo che intende infondere quella giusta potenza emozionale che si sostanzia in un'alternanza di scene filmiche ed interviste.
Un tessuto narrativo solido che racconta la storia del coraggioso imprenditore campano, Salvatore Mignano, operante nel settore degli accumulatori di energia, il quale si trova quasi catapultato in quella che è la crisi economica che colpisce le piccole e medie imprese. Ma, lui, piccolo imprenditore, ma grande uomo, non demorde, anzi, aggredisce la crisi diversificando la propria attività imprenditoriale. Si lancia, infatti, nel settore del cinema, creando una propria casa di produzione. La presenza scenica di questo personaggio è impressionante; la spontaneità genuina viene colta appieno in ogni sua sfaccettatura: nei momenti in cui è solo accenna quasi en passant alle proprie debolezze, dovute ai dubbi e alle frustrazioni, frutti amari di una debilitante crisi economica. Di grande spessore sociologico/umano sono, inoltre,  le interviste: Francesco Alberoni, sociologo, snocciola il concetto di imprenditore, descrivendolo come una figura che non può permettersi di essere pessimista, una persona che davanti alle decisioni importanti è sempre solo e, come tale, deve essere dotato della giusta forza per andare avanti. Franco Di Mare fotografa alla perfezione il momento storico-economico attuale e la parola chiave dei suoi interventi è, sena dubbio, "diversificazione": l'imprenditore deve diversificare i settori di operatività, di modo che, qualora un settore arranchi, con i proventi dell'altro si possa in qualche modo sopperire alle eventuali esposizioni debitorie. La testimonianza commovente della sig.ra Tiziana Marrone dimostra tutta la forza di una donna costretta a convivere con il ricordo del disperato gesto del marito, Giuseppe Campaniello, datosi fuoco, nel 2012, davanti l'Agenzia delle Entrate di Bologna, strozzato dai debiti e abbandonato dalle banche.
Solving è quindi un film che richiama il cinéma vérité, uno stile che non si perde in ridondanti effetti speciali, ma che intende riproporci la vita nella sua realtà più pura. Interessante è il finale del film,  volutamente aperto, che, quindi, lascia il passo ad una libera interpretazione. Tuttavia, ingenera nello spettatore una speranza di rinnovamento, una speranza di ripresa che dovrebbe rappresentare il "credo" di ogni cittadino italiano e non solo.