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Entri in carcera da "buono" e ne esci da malavitoso. Questo è il succo, ma tra l'inizio e la fine c'è la passione. Un film che ricorda lo Scarface di De Palma per l'escalation con la quale il giovanissimo Malik si fa strada nel mondo criminale, quasi trascinato dagli eventi, ma si vedrà che è lui a farli avverare, tanto da guadagnarsi il soprannome di "Profeta". La sua abilità è l'ingegno, l'astuzia nella comunicazione così imparerà in carcere a parlare arabo, francese e corso (uno strano dialetto tra il sicialiano e il francese molto affascinante) imparerà a leggere e scrive e ad uccidere. Questo lo porterà a perdere il contatto con se stesso ma non colla sua umanità.
Un film passionale, violento, avvincente e delicato allo stesso tempo, dato da alcune sequenze di montaggio dal tocco femminile e raffinato.
Assolutamente consigliato da Big
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