Il profeta

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Un film di Jacques Audiard. Con Tahar Rahim, Niels Arestrup, Adel Bencherif, Reda Kateb, Hichem Yacoubi.
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Titolo originale Un prophète. Drammatico, durata 150 min. - Francia, Italia 2009. - Bim Distribuzione uscita venerdì 19 marzo 2010. MYMONETRO Il profeta * * * 1/2 - valutazione media: 3,62 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
venerdì 27 agosto 2021
guardiamoli davvero i film
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Sembra che la signora Cappi veda i film in "fast forward". In nessuna scena i compagni di prigione soprannominano Malik "il profeta", la storia è un po' diversa e non sto qui a raccontarla, vale la pena di guardarsi il film, vale davvero la pena perché è una perla del cinema francese. Anche per quanto riguarda il precedente "Sulle mie labbra", non è Vincent Cassel quello che legge le labbra, è Emmanuelle Devos, la protagonista femminile. No davvero prima di scrivere recensioni deliranti, guardiamoceli davvero questi film!

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carloalberto mercoledì 18 agosto 2021
l''allievo supera il maestro Valutazione 4 stelle su cinque
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 Il Profeta è uno di quei film che si rivede volentieri una seconda volta per il piacere di vederlo o per coglierne aspetti, sfumature non colte in una prima frettolosa visione.
Il crudo realismo non si ferma al puro descrittivismo dell’ambiente carcerario, peraltro filmato fin nei minimi particolari con la pignoleria per i dettagli di un pittore fiammingo, ma si tracciano profili psicologici, si narrano storie interiori, percorsi spirituali, che sfociano, come rivoli di unico grande fiume in piena, tutti nel dramma corale della tragica quotidianità della gente senza speranza.
Per molti l’inferno è dentro e fuori il carcere. L’organizzazione criminale detta le sue regole come se le sbarre non esistessero. [+]

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molenga giovedì 10 gennaio 2013
in che senso profeta? Valutazione 4 stelle su cinque
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Malik è un arabo della banlieue cresciuto on orfanotrofio: ha ferito un poiziotto assicurandosi 6 anni alla prigione centrale di Parigi: per uno come lui, ragazzetto senza conoscenze, significa finire sotto il giogo di chiunque: eseguendo un omicidio su commissione per conto del gruppo dei corsi, veterani del carcere, si assicura la protezione del loro boss, césar Luciani: impara il corso, il francese e l'arabo sono le sue lingue madri, sballottato a destra e a manca riesce a farsi rispettare "parlando per" il capo( da qui, pensavo, il titolo del film) e mette su un suo giro grazie all'aiuto di un compare uscito dal carcere e di un gitano...inoltre Luciani riesce a fargli ottenere un permesso  di 12 ore quotidiane per un finto lavoro: piano piano malik studia e si fa colto e furbo, ribaltando la situazione con il boss. [+]

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kondor17 martedì 8 gennaio 2013
obbedisci o sarai ucciso Valutazione 4 stelle su cinque
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La visione del carcere che ci propina Audiard non è di certo la più rosea e forse neanche la più realistica: guardie carcerarie in balia di gang di carcerati, violenza a tutto spiano, omosessualità a gogò, omicidi impuniti, detenuti che in permesso per buona condotta (anch'esso pilotato dalle gang) compiono i crimini più disparati e pongono le basi per i traffici che poi dovranno sviluppare una volta usciti. Il film narra la storia romanzata, in una sorta di bildungsmovie, di un giovane franco-magrebino, Malik, diciannovenne, al quale, vista la maggiore età, gli tocca questa volta il "Centrale", invece del riformatorio. Cresciuto in un orfanatrofio, quasi analfabeta, senza parenti e risorse, Malik è il bocconcino ideale per il boss corso Luciani, splendidamente interpretato dal grande Niels Arestrup, che lo costringe ad uccidere un internato, Reyeb, che dovrà di lì a poco testimoniare in un processo "scomodo", a cui, peraltro, non arriverà mai. [+]

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pietroabb venerdì 7 dicembre 2012
vederlo in lingua originale Valutazione 4 stelle su cinque
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Nella versione in italiano purtroppo i dialoghi in arabo non sono tradotto... se vedete il film in linguas originale sottotitolato capite perchè si chiama il profeta...

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andyflash77 sabato 25 agosto 2012
racconti da una prigione Valutazione 2 stelle su cinque
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A diciannove anni Malik entra in prigione. Non ha nulla e sembra una vittima ideale.
Il clan corso che governa la prigione si interessa a lui e gli chiede di entrare in relazione con un altro prigioniero della sua stessa etnia e di ucciderlo.
Da quel momento in poi la sua ascesa sarà inarrestabile.
Malik El Djebena ha diciannove anni.  E' quasi analfabeta ed è stato condannato ad una pena detentiva di sei anni. La sua colpa non viene mai dichiarata. Forse un'aggressione a un poliziotto, di cui porta tracce sul viso esangue. Malik è un foglio bianco, e come tale capace di assorbire tutto il possibile dal suo ambiente. [+]

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ablueboy sabato 14 aprile 2012
un bildungsroman al contrario. Valutazione 5 stelle su cinque
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Ha suscitato in me una forte immedesimazione, mi è parso di vivere in carcere per tutto il tempo del film. Una incredibile fisiognomica dei personaggi me li ha resi come familiari, quasi ho la sensazione di poterli incontrare in una stazione ferroviaria o in autobus. Che bei blu grigiastri, ombre che quasi portano a sentire l'aria stantia e l'odore marcio dei galeotti. Intensissimo il protagonista. Bello, è un fine.  

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darkovic martedì 28 febbraio 2012
gangster movie a lieto fine Valutazione 4 stelle su cinque
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Che c'e da dire,ottimo film sulla criminalita'made in Europe.Anche se il protagonista e' un arabo ,che impara al volo la legge del carcere e della malavita,tutto il film e' impregnato di tinte ,di multietnicita' ,di cruda realta' all'interno di un carcere francese.Duro da digerire ma con un ottimo ritmo.
Il film racconta che  la realta' e' questa ,alla faccia di chi grida al tutti in carcere come se potesse migliorarti,purtroppo non e' cosi',se non sei duro e cattivo lo devi diventare,la riabilitazione molte volte e' truccata, da persone compiacenti pronte per denaro a far finta che lavori per loro ,e la cosa che ti fa piu arrabbiare e'il finale . [+]

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big85 martedì 28 febbraio 2012
il messia Valutazione 0 stelle su cinque
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Entri in carcera da "buono" e ne esci da malavitoso. Questo è il succo, ma tra l'inizio e la fine c'è la passione. Un film che ricorda lo Scarface di De Palma per l'escalation con la quale il giovanissimo Malik si fa strada nel mondo criminale, quasi trascinato dagli eventi, ma si vedrà che è lui a farli avverare, tanto da guadagnarsi il soprannome di "Profeta". La sua abilità è l'ingegno, l'astuzia nella comunicazione così imparerà in carcere a parlare arabo, francese e corso (uno strano dialetto tra il sicialiano e il francese molto affascinante) imparerà a leggere e scrive e ad uccidere. [+]

[+] permettimi.. (di kondor17)
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dacascos lunedì 19 settembre 2011
visione distratta? Valutazione 4 stelle su cinque
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"... i compagni di galera prendono a definirlo un profeta, perché lui è quello che parla, con gli uni e con gli altri, quello che porta i messaggi dentro e fuori, che conosce la gente che può far comodo negli affari. Egli fa grandi cose, insomma; la sua via è tracciata come quella di chi ha una missione". Non è così. A chiedergli se per caso è un "profeta" è un arabo, che il protagonista incontra per conto di Luciani (il boss corso rinchiuso in galera) durante una giornata di permesso. A un certo punto, infatti, mentre un'auto attraversa una zona boschiva e il nostro si trova semisdraiato sul sedile posteriore, sotto la minaccia di una pistola, rammentandosi di una visione in cui alcuni cervi correvano lungo una strada buia, grida "attenti agli animali!" (o qualcosa del genere. [+]

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