Mediocre film semidocumentaristico che cerca di ricostruire, in modo frammentario ed episodico, una storiella popolare nota e recitata in Thailandia fino al 1998. La storiella riguarda una maestra e il suo allievo, un ragazzino paraplegico, la momentanea sparizione della maestra, sostituita, secondo alcune versioni della storia, da un alieno che ne assume le fattezze. Cercando di mettere in piedi un esempio di cinema etnografico, il regista giustappone, in modo monocorde e privo di originalita', interviste alla gente che incontra, riprese di happening teatrali, ricostruzioni del raccontino fatte nei modi piu' vari (ad esempio, due ragazze lo raccontano con il linguaggio gestuale dei sordi). Non si fa mancare anche una scena metafilmica, dove i presenti discutono sul come girare la scena cui stiamo assistendo.
Girato in 16 mm in bianco e nero e con pochi mezzi, sembra un carnet d'appunti disordinato e raffazzonato, che dopo i titoli di coda chiude con un'appendice di bambini che giocano inutile e di un documentarismo ruffiano. Insomma: un realismo povero, di idee e di mezzi.
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