Decalogo, 2 |
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Un film di Krzysztof Kieslowski.
Con Olgierd Lukaszewicz, Krystyna Janda, Aleksander Bardini, Artur Barcis.
continua»
Formato Serie TV,
Titolo originale Dekalog, dwa.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 59 min.
- Polonia 1990.
MYMONETRO
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Per prestare ascolto a kieslowski non dargli retta
di Salvatore ScaleraFeedback: |
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giovedì 21 dicembre 2006 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Proseguo, non senza difficoltà, la serie di brevi recensioni del Decalogo di kieslowski; il tratto distintivo che seguo in questa personale esperienza è quello di non chiedermi nulla dell'autore e di non avere una visione di insieme dell'opera, nel senso che scrivo le mie sensazioni in tempo reale (o giù di lì) senza aver visto, per l'appunto, tutta la serie di 10 mediometraggi. La ragione di questa scelta sta nella ricerca dell'ingenuità visiva, perseguita quasi ossessivamente per l'approccio a quest'opera in particolare e più in generale scelta di fondo nel mio personale modo di percepire l'arte. Ovviamente si tratta di una intuizione emotiva che faccio fatica a giustificare logicamente e i cui risultati potrò giudicare solo alla fine del percorso. In breve, la storia: una donna sposata con un uomo gravemente malato ed in forte pericolo di vita, è incinta di un altro uomo. La decisione di proseguire la gravidanza è legata alla soprevvivenza del marito e il medico che lo ha in cura decide di mentirle per evitare l'aborto. Non nominare il nome di Dio invano. Non nominare il nome di Dio invano. Non nominare il nome di Dio invano. Ossessivo aleggia su le scelte dei personaggi il secondo comandamento in una visione panteistica. Dio non è relegato in un astratto iperuranio ma è nella vita degli uomini, nelle loro scelte e nei loro sentimenti. La donna ama sinceramente suo marito e il suo amante. Desidera ardentemente avere un figlio e questa è la sua ultima possibilità per averne uno. Impariamo a conoscere il medico dai suoi attegiamenti burberi e dai suoi brevi racconti di una vita dolorosa e lontanissima che, si direbbe per caso, chiude il cerchio con la decisione che gli capita in sorte di dover prendere. Di tutti comprendo in qualche modo le ragioni, anche dei due uomini, marito e amante, le cui presenze, o forse si direbbe meglio assenze, aleggiano sulla vita della donna. Di tutti, dicevo, comprendo le ragioni, e mi appaiono per l'appunto vane. Invano decidono di vita e morte affanosamente e umanamente. Questo è quello che mi è apparso; come è ovvio si tratta di una personale percezione ma lo sottolineo visto che il film è girato con la stessa cifra stilistica del precedente, ovvero con uno sguardo del tutto algido e distaccato. Nessun giudizio nè benvolo nè negativo viene emesso da kieslowsky che apre ua finestra su un pezzo della vita dei suoi personaggi. Ecco quindi che l'intuizione di cui parlavo all'inizio prende corpo. Per prestare ascolto a kieslowski è necessario non starlo a sentire, visto che egli stesso decide di scomparire e di abbandonare a noi le sue storie.
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