Un bambino che resta orfano e un cacciatore vecchio e malato, improbabile coppia in un ambiente sconosciuto e ostile. La scoperta di sè stessi, che fa molto new age e potrebbe anche passare per un tema di moda, si perde in un'accozzaglia di luoghi comuni e stereotipi. La natura selvaggia dell'Australia non nasconde che il film è stato realizzato con mezzi contenuti ( cinque attori circa) e con una sceneggiatura banale. Essa procede accumulando tutti i possibili luoghi comuni che pensiamo "abbinati" a certi sentimenti. Peggio ancora, esemplifica sentimenti accostando piccoli episodi uno dietro l'altro, senza vero e proprio ordine logico, ma come successione di eventi...
Si parte colla vacanza in camper, i genitori sciaguratelli e il pargolo, e il vecchio cacciatore con un passato da rivederee una malattia addosso; quanto accade dopo, sono singoli episodi e nessun legame di causa effetto li lega. La sopravvivenza del ragazzino è poi assurda, compreso il finale, con i due che si dividono... Se le avventure sono stereotipi, ancora peggio la definizione dei caratteri, che tocca vette di straordinaria banalità proprio in un contesto che dovrebbe far leva su sentimenti autentici e vissuti. Invece niente...ci troviamo due stereotipi e anche se la parte del cacciatore è recitata con decoro, il bambino pare un angioletto di plastica, ma entrambi sono figure schematiche e il cammino verso la maturazione di entrambi, compresa la dolorosa separazione, e' cosa già vista. Tutto è prevedibile, neanche fosse una canzone di Sanremo.
Se vuol essere un apologo new age dell'imparare a cavarsela, passi pure. Forse potrà far versare qualche leggiera lacrimuccia, al pubblico più credulone, a quello più smaliziato caccerà risate!
Se si cerca realismo, sentimenti veri e coerenti, trama e sceneggiature logiche, allora...evitiamo.
[+] lascia un commento a cuccussette »
[ - ] lascia un commento a cuccussette »
|