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Un cameraman (Jack Lemmon) è investito, mentre riprende una partita di football americano, da un giocatore nero. La moglie ed il cognato (Walter Matthau), un avvocato imbroglione, lo convincono a simulare una paralisi per truffare l'assicuratore, ma il cameraman alla fine si ravvede. Scritto da Wilder con I.A.L. Diamond (sceneggiatore di alcuni capolavori come "A qualcuno piace caldo" e "L'appartamento", entrambi con Wilder alla regia), il film è un'amara riflessione sulla avidità umana, tema centrale nella filmografia del Maestro (si veda, tra gli altri, "La fiamma del peccato", anche in quel caso con al centro una compagnia assicurativa truffata). Rispetto alle precedenti commedie di Wilder, lo sguardo del regista si fa ancor più feroce nei confronti della società americana. Non sempre, tuttavia, i due registri (comico e drammatico) sono perfettamente controllati, come invece avveniva in "L'appartamento". Alla comunque ottima riuscita del film concorrono, in maniera determinante, alcune sequenze magistrali (come la partita finale nello stadio deserto) e la prova degli interpreti, soprattutto di Walter Matthau (premiato con l'Oscar), inarrivabile nella parte dell'avvocato imbroglione ("Lincoln? Gran presidente, pessimo avvocato!").
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