Le proposte degne di nota non sono sicuramente mancate. Ecco, titolo per titolo, paese per paese, tutti i grandi film che hanno caratterizzato l'anno che si sta concludendo.
Vi diranno che il cinema è ormai fatto di soli blockbuster, che i film sono tutti uguali, che non ci sono più prodotti medi, che si pensa solo al pubblico dei ragazzini, che in Italia non escono opere interessanti, che non c'è più il cinema di una volta, e tanto altro ancora. Ma se invertissimo il cannocchiale e guardassimo al 2016 che si conclude, che cosa troveremmo? Ottimo cinema in quantità.
È tornato il film d'avventura, che mescola cinema di grande spettacolarità, divismo e ricerca stilistica, come nel caso di Revenant - da noi uscito a gennaio di quest'anno. E il cinema per famiglie gode di una salute quasi clamorosa, vista l'ottima qualità di opere come Zootropolis, Il libro della giungla o Pets - Vita da animali, che non hanno affatto impedito che si potesse godere dell'animazione delicata e spiazzante di film come La mia vita da zucchina o Le stagioni di Louise.
Il cinema americano non produce più film d'autore? Niente affatto. Pur sapendo che dentro la produzione statunitense le cose non sono mai semplici, si confermano diversi strati di consumo (il corrispettivo della "quality television", potremmo dire) che fanno da culla a opere spesso amate e premiate. Basti pensare che in Italia sono stati distribuiti Carol, lo struggente melodramma di Todd Haynes; il vincitore degli Oscar Il caso Spotlight, che possedeva più di un motivo di preoccupazione culturale in Italia, e invece si è rivelato un successo; il misterioso e insinuante gioiello di Tom Ford, Animali notturni; l'indie che più indie non si può Captain Fantastic; e sono ancora in giro Woody Allen, Joel e Ethan Coen, Clint Eastwood, Jim Jarmusch, Oliver Stone, Quentin Tarantino, tutti autori di brillanti prove nel 2016.
Sì, ma l'Italia? In questo caso sfondiamo una porta aperta mostrando che dal pop di Checco Zalone all'impegno di Fuocoammare in mezzo si sono avute molte gradazioni, che si riassumono nel concept a suo modo geniale di Perfetti sconosciuti e nel trionfo dell'outsider Lo chiamavano Jeeg Robot. Se aggiungiamo un ricco parterre di generi, come la gustosissima nidiata di horror (da It Follows a The Witch, da Ouija - L'origine del male a Man in the Dark), scopriamo che talvolta siamo noi spettatori a doverci dimostrare più mobili, curiosi, nomadi, e a rifiutare luoghi comuni e pigri mantra. Dal nostro punto di vista, l'etichetta 2016 vale e varrà come un'ottima annata.