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Johnny "Cane pazzo" è un ragazzo che uccide e stupra al servizio di un fanatico gruppo ribelle in un imprecisato Paese del continente africano. Al termine della cruenta e insensata lotta, Johnny si troverà senza nessuno, rifiutato e privo di un'identità, incapace di essere perdonato. Crudo. Scarno. Spoglio di fronzoli tecnicisti e privo di pretenziosi intenti estetici. "Johnny Mad Dog" diretto da Jean-Stephane Sauvaire e prodotto da Mathieu Kassovitz è il ritratto semplice e diretto di quanto possa essere crudele la natura umana. Il regista non ha l'ambizione di indagare sulle cause e i responsabili delle terribili condizioni in cui versano alcune zone del mondo, bensì vuole rappresentare la realtà così come essa è: banale, ingiusta, senza spiegazioni. Nella seconda parte tuttavia, emerge una evidente e fastidiosa sconnessione, in quanto accanto al secco e violento realismo si fa strada un occhio più intimista e privato, quello della ragazza Laokolè, nel tentativo di rendere più poetica la narrazione. Questa dualismo stilistico mina la buona riuscita del prodotto che si perde in questa sua incoerenza e non riesce a intraprendere un discorso univoco ed efficiente.
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