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… far uscire un film visto che Karl Holt ne aveva completato le riprese nel 2015 ma è stato (limitatamente) distribuito solo nel 2021, anno in cui comunque si è aggiudicato il premio al Festival di San Sebastian.
L’idea del pupazzo da cui una persona, anche adulta, non riesce a separarsi e che nel suo prendere vita si lascia andare a comportamenti trasgressivi e in questo caso violenti, non è nuova, visto che l’aveva già sviluppata Seth MacFarlane nei suoi eccellenti Ted.
Quello che in qualche modo rende interessante, godibile e molto divertente anche questo Benny Loves You è il fatto che la trama, abbastanza standard per le storie horror che hanno protagonisti bambole e affini, è del tutto secondaria, rispetto al tono, sempre grottesco, mai però banale, delle situazioni e dei personaggi che vi sono coinvolti.
Merito di una sceneggiatura che sia pur procedendo per gag riesce ad essere convincente, proprio perché non fa prendere sul serio nulla di quanto si vede: neppure quel poco di slasher che è forse la parte meno convincente del film, anche perché evidentemente realizzato con mezzi limitati.
Da parte sua Holt si dimostra molto abile nelle inquadrature, nel montaggio e nella direzione di attori poco conosciuti, ma in ogni caso tutti ben calati nelle rispettive parti.
Un bel film quindi: non un capolavoro, ma senza dubbio uno sforzo che merita i 100 minuti di visione che richiede e, alla fine, anche qualche applauso convinto.
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