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Emmerich riprende vergognosamente tematiche già viste e straviste come in 2001 eTerminator (la tecnologia informatica di ultimo livello, l'Intelligenza Artificiale, prende coscienza di sé e si ribella al dominio dell'uomo) e in Armageddon (il sacrificio -anche se fino a un certo punto- dell'eroe per salvare la terra, nell'ultima missione). Il tutto inframmezzato dalle (stucchevoli) storie di astronauti che litigano tra di loro, figli di separati in cerca di una famiglia (che, in qualche modo, si salva sempre - guai a toccarla!), litigi tra livelli di potere, sacrifici inaspettati e altre banalità. La spettacolarità di alcune scene, a tratti decisamente impressionanti, non riesce tuttavia a smuovere più di tanto l'emotività dello spettatore, che aspetta pazientemente la scontata conclusione, trascinantesi oltre misura nella parte finale. Tuttavia, se proprio lo si deve vedere, questo film va visto sul grande schermo: se si perde quel po' di spettacolarità che lo contraddistingue, resta una sorta di telenovela targata USA. Patrick Wilson a tratti assomiglia in modo sconcertante a un giovane Paul Newman... ma solo nelle sembianze...
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antonio montefalcone
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martedì 22 marzo 2022
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a minacciare la terra è ora il suo satellite
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La Luna lascia la sua orbita e si va a schiantare contro il nostro pianeta. E come nel recente film ''Don''t Look Up'', il tema è la fine del mondo. Il film ci riporta sulla Luna per ragionare sulle nuove frontiere spaziali e tecnologiche. Ma non si può chiedere qualcosa di più di cliché, cose scontate o già meglio trattate altrove. L''ultima pellicola diretta da Roland Emmerich è, infatti, come nel suo usuale stile spettacolare e inverosimile, un intrattenimento pieno di effetti speciali e sequenze mozzafiato. L''opera si limita a raccontare la superficie di un''apocalisse e a settare il suo interesse per i personaggi sulle relazioni e i comportamenti più basilari, ma senza le logiche scientifiche o gli approfondimenti psicologici.
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La Luna lascia la sua orbita e si va a schiantare contro il nostro pianeta. E come nel recente film ''Don''t Look Up'', il tema è la fine del mondo. Il film ci riporta sulla Luna per ragionare sulle nuove frontiere spaziali e tecnologiche. Ma non si può chiedere qualcosa di più di cliché, cose scontate o già meglio trattate altrove. L''ultima pellicola diretta da Roland Emmerich è, infatti, come nel suo usuale stile spettacolare e inverosimile, un intrattenimento pieno di effetti speciali e sequenze mozzafiato. L''opera si limita a raccontare la superficie di un''apocalisse e a settare il suo interesse per i personaggi sulle relazioni e i comportamenti più basilari, ma senza le logiche scientifiche o gli approfondimenti psicologici. Lo sfondo familiare non è approfondito e ogni caratterizzazione viene abbozzata, lasciando spazio soprattutto a scene catastrofiche. Per un attimo lascia viaggiare il racconto tra interattività, indipendenza tecnologica e macchine che prendono il controllo, ma tutto si perde nel già visto e nel poco approfondito. Al regista dei disaster movies però va bene così: l''impatto visivo e tecnico deve prevalere sul resto. A lui interessa un cinema godibile, coinvolgente, dove non è poi così importante la narrazione o le vette emozionali e concettuali. Nel bene e nel male anche ''Moonfall'' è in linea con questo principio e con le altre sue pellicole che lo hanno reso famoso. Emmerich continua a rivolgersi ad un pubblico che accetta questo tipo di cinema. Un cinema delle attrazioni che ambisce alla libertà e al netto distacco dalla realtà.
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