brandon
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venerdì 12 novembre 2010
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grande van damme
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Dopo il grande successo di KICKBOXER-IL NUOVO GUERRIERO del 1989, film che ha lanciato l' artista marziale belga, Van damme torna protagonista in un più che discreto prodotto di arti marziali diretto da Sheldon Lettich col quale lavorerà diverse altre volte. La pellicola non è bella e spettacolare come la precedente ma comunque il livello resta alto e i combattimenti marziali sono ben girati anche se non hanno certo la stessa potenza cinetica come nei film di Tony Jaa. Discreta la storia, emozionante il finale magari c'è un po' di noia nella parte centrale ma sicuramente il film è sopra la sufficienza e non deluderà gli appassionati del genere.
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Dopo il grande successo di KICKBOXER-IL NUOVO GUERRIERO del 1989, film che ha lanciato l' artista marziale belga, Van damme torna protagonista in un più che discreto prodotto di arti marziali diretto da Sheldon Lettich col quale lavorerà diverse altre volte. La pellicola non è bella e spettacolare come la precedente ma comunque il livello resta alto e i combattimenti marziali sono ben girati anche se non hanno certo la stessa potenza cinetica come nei film di Tony Jaa. Discreta la storia, emozionante il finale magari c'è un po' di noia nella parte centrale ma sicuramente il film è sopra la sufficienza e non deluderà gli appassionati del genere. Buona la prova recitativa e atletica dell' attore che dimostrerà poi anche discrete doiti registiche in LA PROVA secondo me suo miglior film.
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daniele nessi
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lunedì 12 settembre 2016
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cinema d'azione con l'anima
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A uno sguardo più profondo vedi la vera lotta dentro l'arena:Il lutto.
Il film è-appunto- a prova di questo sguardo.Regge i criteri drammaturgici seri nonostante la confezione action.
Sì,dipinto riuscito di impetuosa veemenza scenica,ma non soltanto greve film d'arti marziali.
Anzi,ibrido sofisticata e melodrammatica che con agilità sartoriale veste taglia J.C.Van-Damme,muscolare e scattante come solo nel momento d'oro che fu.
Sheldon Lettich,in duplice veste di sceneggiatore e regista,mette il gladiatore tra i vicoli,nel sangue,ruolo in cui il suo attore finalmente ben aderisce.Insieme danno slancio a un canovaccio elementare impregnandolo di lunghi riverberi e una eco martellante che permane anche a film concluso.
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A uno sguardo più profondo vedi la vera lotta dentro l'arena:Il lutto.
Il film è-appunto- a prova di questo sguardo.Regge i criteri drammaturgici seri nonostante la confezione action.
Sì,dipinto riuscito di impetuosa veemenza scenica,ma non soltanto greve film d'arti marziali.
Anzi,ibrido sofisticata e melodrammatica che con agilità sartoriale veste taglia J.C.Van-Damme,muscolare e scattante come solo nel momento d'oro che fu.
Sheldon Lettich,in duplice veste di sceneggiatore e regista,mette il gladiatore tra i vicoli,nel sangue,ruolo in cui il suo attore finalmente ben aderisce.Insieme danno slancio a un canovaccio elementare impregnandolo di lunghi riverberi e una eco martellante che permane anche a film concluso.
Il legionario disertore Van-Damme,livido e agonizzante va incontro alla sua atroce redenzione,scalciando dentro alla cornice nella quale si disegna il destino avverso della sua famiglia,o quel che ne rimane.Accade allora che l'archetipo del combattente riluttante si fregi di quella che è-probabilmente-la sua incarnazione definitiva,con lo spettatore REALMENTE partecipe del suo struggimento.L'utopia,in fondo,rimane tale.
Già.Sconfiggere il più sleale degli avversari se questi è il DIO DENARO,continuerà ad essere la più romantica delle illusioni..
Ma il cinema ama queste storie.Ama i canovacci.Ama Shakespeare e tutto ciò che lo riverbera in maniera autentica.Il lungometraggio di Lettich e Van-Damme trascende il filone a cui appartiene e si eleva.Possiede quel riverbero.Ha un eroe leale e il suo grido di coraggio,la sua eco.
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