catenar
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sabato 21 giugno 2025
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bellissimo
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Film intenso e molto profondo. Consigliatissimo!
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fri_dom
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mercoledì 28 maggio 2025
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il cinema ? lontano da qui
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La mia personale impressione è che si tratti di un appena sufficiente film per la TV con intento didascalico. La sceneggiatura fa acqua più del mare uggioso della scenografia. Intanto, una bambina (a 15 anni e benché tedesca sei una bambina) scappa di casa per migliaia di chilometri oltrepassando un confine senza destare alcun sospetto nella madre? Nonostante venga suggerita una appena avvenuta crisi/litigio tra le due? Che madre è questa? Non viene mostrato. Abbiamo di lei solo un messaggio vocale nel quale spiega che lavorerà tutto il weekend benché le dispiaccia tanto. Lo show don't tell si va a fare benedire. E il prologo appena accennato? Né omesso né messo in scena? Che cosa ha scatenato il desiderio di fuga? O ci fai vedere qualcosa o lasci tutto all'immaginazione dello spettatore.
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La mia personale impressione è che si tratti di un appena sufficiente film per la TV con intento didascalico. La sceneggiatura fa acqua più del mare uggioso della scenografia. Intanto, una bambina (a 15 anni e benché tedesca sei una bambina) scappa di casa per migliaia di chilometri oltrepassando un confine senza destare alcun sospetto nella madre? Nonostante venga suggerita una appena avvenuta crisi/litigio tra le due? Che madre è questa? Non viene mostrato. Abbiamo di lei solo un messaggio vocale nel quale spiega che lavorerà tutto il weekend benché le dispiaccia tanto. Lo show don't tell si va a fare benedire. E il prologo appena accennato? Né omesso né messo in scena? Che cosa ha scatenato il desiderio di fuga? O ci fai vedere qualcosa o lasci tutto all'immaginazione dello spettatore. Le vie di mezzo sono scivolose.
Marinelli, grande attore. Ma sembra un animale ingabbiato dalla regista. I guizzi di rabbia e infantilismo sono solo accenni e l'evoluzione del personaggio è molto basica e puerile. Ah bello si ricorda il nome che avrebbe voluto dare a una figlia di cui non gli è mai importato niente? È un regalino che fa alla ragazza per non risultare troppo stronzo? O qualcosa di vero? E chi lo sa. La svolta improvvisa cade nel nulla.
Infine la trovata ruffiana e inutile del ragazzino picchiato dal padre in quanto forse gay è veramente troppo. Anche perché poi le conseguenze di questa importante svolta narrativa quali sono? Il nulla. O meglio due ragazzini che discutono di padri idioti. E la sepoltura del fenicottero? Beh senza un occhio ai diritti civili e uno all'ambiente effettivamente non vai da nessuna parte.
Non un pessimo film, ma condito da un eccesso di "furbate" evitabili ai fini dell'approfondimento dei personaggi.
Metto due stelle solo per la buona idea dell'intervista (poi fallita) e il commento che non si può conoscere una persona intervistandola.
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gabriella
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venerdì 23 maggio 2025
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"essere un padre" questo ? difficile
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Il debutto cinematografico di Alissa Jung alla regia è sorprendente perchè racconta con disarmante sincerità le fragilità e le imperfezioni di un padre assente, in fuga da sè stesso, dalle sue responsabilità e una figlia che lo insegue e pretende risposte. La quindicenne Leo, che vive in Germania con la madre, decide di recarsi in Italia per conoscere finalmente il suo padre biologico, Paolo del quale sa soltanto che vive a Marina Romea, un lido ravennate nel quale gestisce un bar sulla spiaggia. Sullo sfondo di un mare invernale e burrascoso, una spiaggia disinstallata da sdrai e ombrelloni, si svolge l'incontro tra un padre disorientato e una figlia arrabbiata , armata di un quaderno pieno di domande secche e urgenti che portano con sé il vuoto di un’assenza lunga quindici anni “ che nome mi avresti dato”?” Perchè non mi hai mai cercata”?, ma l’uomo che si trova davanti è come quella spiaggia fuori stagione, con i detriti portati dal mare, in attesa dell’estate.
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Il debutto cinematografico di Alissa Jung alla regia è sorprendente perchè racconta con disarmante sincerità le fragilità e le imperfezioni di un padre assente, in fuga da sè stesso, dalle sue responsabilità e una figlia che lo insegue e pretende risposte. La quindicenne Leo, che vive in Germania con la madre, decide di recarsi in Italia per conoscere finalmente il suo padre biologico, Paolo del quale sa soltanto che vive a Marina Romea, un lido ravennate nel quale gestisce un bar sulla spiaggia. Sullo sfondo di un mare invernale e burrascoso, una spiaggia disinstallata da sdrai e ombrelloni, si svolge l'incontro tra un padre disorientato e una figlia arrabbiata , armata di un quaderno pieno di domande secche e urgenti che portano con sé il vuoto di un’assenza lunga quindici anni “ che nome mi avresti dato”?” Perchè non mi hai mai cercata”?, ma l’uomo che si trova davanti è come quella spiaggia fuori stagione, con i detriti portati dal mare, in attesa dell’estate. Leo scopre che lui nel frattempo ha avuto un’altra figlia, ancora piccola, e un rapporto complicato con la sua compagna alla quale non riesce a dare stabilità, così come non riesce a dare spiegazioni a un’adolescente che ha lo sguardo minaccioso di una mareggiata improvvisa. Il passato che ritorna costringe a confrontarsi con i propri fallimenti, a scontrarsi con aspetti irrisolti e sospesi, nonostante si cerchi riparo “ Avevo solo 21 anni”, nonostante gli scatti d’ira, la paura di dover prendere decisioni che non sono mai state prese. Prevale ancora una volta la potenza di uno sguardo, i silenzi carichi di non detti, il rifugio di un abbraccio inaspettato. E’ un film sull’assenza, sulle colpe mai elaborate, sullo struggimento di un’attesa, su padri immaturi e figli consapevoli del loro presente, capaci di farsi carico di una mancanza, su una frattura da ricomporre, o tentare di farlo. La Jung dirige il marito Luca Marinelli che riesce a dare un ritratto autentico, sincero e imperfetto di un uomo complesso e indeciso, mentre la vera rivelazione è la giovanissima Juli Grabenhenrich, al suo debutto, che esprime una forza e un carattere istintivo , acuto ed profondo. La scelta linguistica di usare quasi esclusivamente l’inglese come mezzo di comunicazione è senza dubbio efficace dal punto di vista narrativo, un inglese più o meno stentato, una lingua che non appartiene a nessuno dei personaggi, ma che diventa dimensione d’incontro, ma sotto altri aspetti rischia di togliere energia e vivacità ai dialoghi. Non è un film perfetto, qualche ridondanza qua e là, un leggero didascalismo, però ha il merito di una colonna sonora diegetica , privilegiando un paesaggio inospitale, scosso dal vento , un mare ringhioso e colori opachi a simboleggiare i conflitti emotivi.
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mercoledì 21 maggio 2025
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da vedere
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Bellissimo film, bravi glia attori,da vedere.
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fulviowetzl
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domenica 18 maggio 2025
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paternal leave, non certo parental leave!
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Il “congedo parentale” (parental leave) consiste nella possibilità spettante alla madre e al padre di beneficiare di un periodo di astensione dal lavoro ... . Gli autori hanno giocato ironicamente sull'assonanza (un vero e proprio anagramma) tra parental leave e paternal leave, per questo che il titolo è stato lasciato in inglese, per suggerire che il comportamento di Paolo nei confronti di Leo, è l'esatto contrario di un parental leave, cioè che il padre ha beneficiato di un lungo periodo, tre lustri! di astensione dal ruolo e dalle responsabilità di padre.
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Il “congedo parentale” (parental leave) consiste nella possibilità spettante alla madre e al padre di beneficiare di un periodo di astensione dal lavoro ... . Gli autori hanno giocato ironicamente sull'assonanza (un vero e proprio anagramma) tra parental leave e paternal leave, per questo che il titolo è stato lasciato in inglese, per suggerire che il comportamento di Paolo nei confronti di Leo, è l'esatto contrario di un parental leave, cioè che il padre ha beneficiato di un lungo periodo, tre lustri! di astensione dal ruolo e dalle responsabilità di padre... Il film l'ho trovato genuino, spontaneo, semplice, lineare e complesso, un'ottima opera prima low budget per Alissa Jung, benissimo recitato da tutti, l'adorabile Emilia, vestita da fatina, Edo l'amico fattorino figlio, dotato come il padre, del protagonista di Ovosodo, oltre ovviamente a Luca Marinelli e Leo, la figlia 16enne interpretata dall'esordiente Juli Grabenhenrich, che negli aspri confronti con il padre regge benissimo il confronto, anzi gli tiene testa. Un film molto commovente e urticante in molti punti, per me che sono stato un padre deficitario anche se tardivo.
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