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nino pellino
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domenica 26 ottobre 2025
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rispetto alle aspettative sono rimasto deluso
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Sono andato al Cinema a vedere questo film con un'aspettativa personale di poter assistere ad un grande thriller diretto dal famoso regista italiano Luca Guadagnino. Con tutta sincerità, questa pellicola mi ha profondamente deluso e la cosa più grave è stata che al termine delle abbondanti 2 ore e 20 minuti di proiezione non è rimasto nulla dentro di me, dico ASSOLUTAMENTE nulla !!! Con tutto il rispetto per un regista come Guadagnino che resta tra i miei preferiti (la sua rivisitazione ad esempio del film "Suspiria", per me è da applauso) o di una Julia Roberts che è straordinaria quando interpreta ruoli drammatici (vedi il remake del film "Il segreto dei suoi occhi") "After the hunt" l'ho trovato un film molto ibrido, non dico brutto, ma, ripeto, molto ibrido.
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Sono andato al Cinema a vedere questo film con un'aspettativa personale di poter assistere ad un grande thriller diretto dal famoso regista italiano Luca Guadagnino. Con tutta sincerità, questa pellicola mi ha profondamente deluso e la cosa più grave è stata che al termine delle abbondanti 2 ore e 20 minuti di proiezione non è rimasto nulla dentro di me, dico ASSOLUTAMENTE nulla !!! Con tutto il rispetto per un regista come Guadagnino che resta tra i miei preferiti (la sua rivisitazione ad esempio del film "Suspiria", per me è da applauso) o di una Julia Roberts che è straordinaria quando interpreta ruoli drammatici (vedi il remake del film "Il segreto dei suoi occhi") "After the hunt" l'ho trovato un film molto ibrido, non dico brutto, ma, ripeto, molto ibrido. Le sequenze iniziali e lo stile dei titoli di testa con tanto di musica stile anni '30 mi hanno immediatamente riportato alla mente il Cinema alla Woody Allen, ma con la differenza che, rispetto al genere di film di quest'ultimo regista, il classico colpo di scena finale o alcune situazioni velate di intelligente sarcasmo, qui non le ho neanche viste. A parte questi accostamenti che giustamente potrebbero sembrare forzati e forse non adeguati ad esprimere il mio rancore, devo comunque evidenziare che tutta la complessità di questa pellicola fatta di discorsi filosofici, di bugie, di storie passate, di comportamenti apparentemente amichevoli ma che poi vengono messi in discussione dagli stessi interessi personali da parte di ogni singolo personaggio della trama, quando poi saranno un poco alla volta svelati, andranno a sciogliere i misteri di questo thriller (nel senso proprio del termine) che comunque non reputo, nell'insieme, un granché. Mi dispiace. Ma questo è quel genere di flm che non rivedrò mai più una seconda volta.
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domenica 26 ottobre 2025
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senza titolo
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Ho visto il film i 25 ottobre, con amici. Tutti d'accordo, abbiamo stimato il film una kazzata ad alzo zero, voto 1/10. Tutti gli strizzacervelli da Freud in poi dicono kazzate, tipo alchimia ed astrologia. Se fossi il rettore di Yale, denuncerei il produttore per diffamazione. Carlo Petrongolo
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fabio
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sabato 25 ottobre 2025
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una grandissima delusione
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Il film è estremamente lento, affronta temi importanti ma lo fa in modo banale e prevedibile. La trama presenta dinamiche ed evoluzioni poco credibili e la pretesa di lasciare spazio all’“immaginazione dello spettatore” non giustifica le molte debolezze narrative.
Da un regista già candidato a un Oscar ci si aspetta decisamente di più. Ah, non ha nulla di un thriller.
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sabato 25 ottobre 2025
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noioso, dialoghi di difficile interpretazione
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Noioso, dialoghi di difficile interpretazione, tipico di Guadagnino film che dimostra ovviet
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mamauz
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giovedì 23 ottobre 2025
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meditazione sulle moltiplici verit
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Il film "Dopo la caccia" (titolo originale "After the Hunt") di Luca Guadagnino può essere interpretato come un thriller filosofico che indaga il concetto di verità e la complessità del giudizio morale in un contesto di potere e ambiguità. La trama ruota attorno a uno scandalo sessuale nell'ambiente universitario di Yale, in cui è difficile stabilire chi dice la verità, e il film pone l'enfasi non tanto su cosa è accaduto realmente, ma sulle conseguenze di quell'evento e su come i personaggi, in particolare la protagonista Alma (interpretata da Julia Roberts), scelgano di reagire e di interpretare i fatti.
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Il film "Dopo la caccia" (titolo originale "After the Hunt") di Luca Guadagnino può essere interpretato come un thriller filosofico che indaga il concetto di verità e la complessità del giudizio morale in un contesto di potere e ambiguità. La trama ruota attorno a uno scandalo sessuale nell'ambiente universitario di Yale, in cui è difficile stabilire chi dice la verità, e il film pone l'enfasi non tanto su cosa è accaduto realmente, ma sulle conseguenze di quell'evento e su come i personaggi, in particolare la protagonista Alma (interpretata da Julia Roberts), scelgano di reagire e di interpretare i fatti. Il film esplora le dinamiche di potere tra uomini e donne, la difficoltà di orientarsi in un mondo segnato da ambizioni e mezze verità, e invita lo spettatore a riflettere sul fatto che la "verità" mostrata è sempre parziale e mediata, ricordandoci che si tratta di una rappresentazione costruita, non della realtà assoluta.In sintesi, "Dopo la caccia" è un film che va interpretato come una meditazione sulle molteplici verità, l'inaffidabilità dei narratori, e le difficili scelte morali che gli individui devono affrontare in situazioni di conflitto e sospetto, con particolare attenzione all'ascolto, all'empatia e al potere del privilegio sociale
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imperior max
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mercoledì 22 ottobre 2025
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un'ambiguit? caratteriale e comportamentale che colpisce ogni generazione, passata, presente e futura.
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AFTER THE HUNT ? DOPO LA CACCIA.
Di nuovo Luca Guadagnino ritorna con un film stavolta pi? posato del solito, ma non per questo meno graffiante.
Alma Imhoff, stimata professoressa universitaria di filosofia all?Universit? di Yale, ritorna ad insegnare dopo un periodo di malattia dal quale ne ? rimasta con dei dolori saltuari che lenisce con dei farmaci. Vive insieme al marito e psicoterapeuta Frederick, anche se sembrano fisicamente distanti. Durante una serata di festa a casa sua con gli studenti e colleghi si intrattiene col suo amico e assistente Hank e la sua studentessa prodigio Maggie. Lui aspira alla cattedra di docente mentre lei sta? preparando la sua tesi insieme ad Hank ed Alma.
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AFTER THE HUNT ? DOPO LA CACCIA.
Di nuovo Luca Guadagnino ritorna con un film stavolta pi? posato del solito, ma non per questo meno graffiante.
Alma Imhoff, stimata professoressa universitaria di filosofia all?Universit? di Yale, ritorna ad insegnare dopo un periodo di malattia dal quale ne ? rimasta con dei dolori saltuari che lenisce con dei farmaci. Vive insieme al marito e psicoterapeuta Frederick, anche se sembrano fisicamente distanti. Durante una serata di festa a casa sua con gli studenti e colleghi si intrattiene col suo amico e assistente Hank e la sua studentessa prodigio Maggie. Lui aspira alla cattedra di docente mentre lei sta? preparando la sua tesi insieme ad Hank ed Alma. Tra diversi discorsi sulle qualit? e le controversie sulla Generazione Z e dopo che Maggie trova nel bagno di casa delle foto vecchie che ritraggono un uomo misterioso, un alticcio Hank si offre di accompagnarla a casa.
Il giorno dopo Alma incontra Maggie nel pianerottolo di casa sua e le svela che la sera prima ? stata molestata da Hank con un bacio. Nonostante prenda abbastanza alla leggera la cosa le promette che far? qualcosa a riguardo. A pranzo Alma si vede con Hank e la sua versione ? del tutto diversa in quanto le dice di essere stata s? da Maggie, ma senza nulla di particolare e che questa storia dello stupro era una farsa perch? la tesi di Maggie ? plagiata.
Sta? allora ad Alma decidere cosa fare e a chi credere nonostante entrambi abbiano sia delle ragioni che dei torti. Anche se pure Alma abbia diversi scheletri nell?armadio, intenzioni e sentimenti contrastanti.
Indubbiamente Guadagnino riesce a mettere bene in scena i personaggi in questione tanto da concentrarcisi in ogni loro piccolo gesto e in ogni singola parola e a dare delle performance attoriali degne di nota, con una Julia Roberts posata, vissuta e in splendida forma, ma in particolare a un Andrew Garfield finalmente bello azzeccato, mai sopra le righe e senza sembrare di cartone nelle espressivit?. Nulla comunque da togliere alla sconvolta Ayo Edebiri, al carismatico Michael Stuhlbarg e alla consigliera Chlo? Sevigny. Senza contare un ottimo uso delle inquadrature, del sonoro e del montaggio in grado di narrare le quotidianit?, gli ambienti e il passare del tempo senza sembrare troppo stucchevole o fuori tema. Una fotografia perennemente tiepida che non va? mai a sbilanciarsi tra situazioni tese e rilassate.
Ora, tralasciando le varie tematiche affrontate quali la molestia sessuale, la percezione della stessa, la parola di uno contro l?altra e il periodo del Me Too, il film si concentra principalmente su un paio di questioni che confluiscono ad una conclusione. Il conflitto generazionale di tre tipi diversi, quella di Alma, Hank e Maggie con tutti i loro pregi e tutti i loro difetti; l?ambiguit? perenne dei personaggi messi su schermo (tranne forse per il marito Frederick che stando in disparte esamina tutti) dove dicono sempre la loro alla luce del giorno, ma nascondono lati oscuri ed obiettivi egoistici che verranno fuori gradualmente e l?imparzialit? verso tutti che lascia allo spettatore la facolt? di decidere quale personaggio appoggiare e che inevitabilmente lo rispecchier?.
La forse troppa ambiguit? della storia delle volte rischia al film di lasciare un po? confusi e a parer mio il conseguirsi dello stato di salute di Alma per come si risolve si poteva fare anche prima, in maniera diversa e senza essere un?aggiunta quasi da lungaggine.
Di sicuro un noir puro con un finale che mette alla luce tutta l?umanit? dei personaggi, in tutte le sue forme.
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francesca
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martedì 21 ottobre 2025
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geniale
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Sicuramente interessante, piacevole
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gabriella
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lunedì 20 ottobre 2025
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accade a yale
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Il ticchettio iniziale di un metronomo, inesorabile e pieno di tensione, sembra preannunciare l'imminente rovina e lo svelamento di segreti sepolti da molti anni, per Alma specialmente ( un ruolo insolitamente ambiguo, freddo, per Julia Roberts), che nell'ultimo film di Luca Guadagnino , interpreta una professoressa di filosofia all'università di Yale. Il mondo accademico ci viene presentato come un palcoscenico nel quale tutti i personaggi devono dare prova di sè stessi, per poter accedere , magari, a una cattedra, quindi sono costantemente sotto esame , performando il loro modo di fare, di comportarsi.
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Il ticchettio iniziale di un metronomo, inesorabile e pieno di tensione, sembra preannunciare l'imminente rovina e lo svelamento di segreti sepolti da molti anni, per Alma specialmente ( un ruolo insolitamente ambiguo, freddo, per Julia Roberts), che nell'ultimo film di Luca Guadagnino , interpreta una professoressa di filosofia all'università di Yale. Il mondo accademico ci viene presentato come un palcoscenico nel quale tutti i personaggi devono dare prova di sè stessi, per poter accedere , magari, a una cattedra, quindi sono costantemente sotto esame , performando il loro modo di fare, di comportarsi. E' un mondo di accademici, carismatici . brillanti, amati dagli studenti, Alma, appunto e Hank ( molto convincente Andrew Garfield), e c'è una studentessa afroamericana Maggie, figlia di una famiglia facoltosa che finanzia l' università stessa, serate trascorse a parlare di filosofia, a bere vino, mangiare i piatti cucinati da Frederick, marito di Alma a casa loro, finché scoppia il caso. Maggie confida ad Alma di aver subito molestie sessuali da parte di Hank e chiede il suo appoggio, così la sua docente e mentore si trova improvvisamente in bilico se credere alla studentessa e accusare un professore del quale ha stima e amicizia. Il conflitto di Alma si manifesta in modo sempre più inquietante, viene a galla un aspetto del suo passato mai elaborato, causa dei suoi attacchi dolorosi che la costringono a prendere psicofarmaci. Non viene svelato se l’accusa di Maggie corrisponde a verità, non si capisce chi dice la verità, chi mente, chi agisce per il proprio interesse, chi usa gli strumenti per vendicarsi , consci di avere il supporto mediatico. Nessuno dei personaggi suscita simpatia, Alma approfitta della sua autorità e della sua aurea di intelligenza per umiliare e attaccare una studentessa, un attacco in piena regola camuffato da lezione accademica ( scena analoga vista in “ Tar”), Hunck è un uomo affascinante , non abituato a ricevere rifiuti da parte di una donna, Maggie è una studentessa capace ma preferisce presentare un plagio come tesi. Nessuno è innocente, ognuno si nasconde dietro discorsi, citazioni, conversazioni astratte, nessuno entra in comunicazione con l’altro, eccetto il marito di Alma, l’unico che sappia mettersi in ascolto, l’unico capace di provare sentimenti autentici senza mai prevaricare, l’unico capace di mantenere la calma e vedere le cose obiettivamente, tanto che ci si chiede come faccia a sopportare di essere attorniato da persone sterili , pompose, egocentriche. La durata del film , oltre le due ore è eccessiva per l’argomento trattato, troppa aridità emotiva non riesce a coinvolgere, rimane un buon prodotto ma molto distante-
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ricky rex
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lunedì 20 ottobre 2025
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un miracolato dalla vita
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Era meglio il necrologio alla regina verde pisello.
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sara grant
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lunedì 20 ottobre 2025
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non direi
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Non capisco davvero come si possa fare tanto rumare per una cosa del genere.
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