L'opera seconda di Adele Tulli testimonia un'idea di "cinema del reale" che trascende e interroga il reale: un laboratorio delle immagini che interroga i limiti e le possibilità dello sguardo
di Lorenzo Ciofani La Rivista del Cinematografo
È l'opera seconda di Adele Tulli, Real, che dopo il bell'esordio di Normal, sorprendente atlante italiano su stereotipi e convenzioni di genere nell'Italia contemporanea, torna a costeggiare i confini tra noto e ignoto, visibile e vedibile, mondo reale e orizzonte digitale. Anche il genere a cui dovrebbe ascriversi, il documentario, sembra stare stretto a questo laboratorio delle immagini che interroga i limiti e le possibilità dello sguardo, squaderna lo spazio fisico in quello virtuale, spinge il desiderio verso territori se non inediti perlomeno interessanti. [...]
di Lorenzo Ciofani, articolo completo (2708 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 14 novembre 2024