L’amore che non muore è quello che sopravvive nonostante tutto. Bisogna ammettere che Gilles Lellouche ha avuto coraggio a misurarsi con il genere due corpi e una sola anima. Chiunque di noi si fermi a cercare nella propria memoria un film d’amore, nei primi cinque secondi farebbe riemergere una serie incredibilmente numerosa di titoli, che hanno fatto la storia del cinema e delle colonne sonore, e allo stesso tempo verrebbe sommerso dai ricordi che quei film trasportano negli anni o dalle suggestioni che fanno rinascere ogni volta. J. & C. hanno avuto due infanzie colorate di nero, il lutto per la perdita della madre ha tolto la luce alla vita di Jacqueline e un padre che non crede nel bello per non restarne deluso ha spento il desiderio di futuro in quella di Clotaire.
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L’amore che non muore è quello che sopravvive nonostante tutto. Bisogna ammettere che Gilles Lellouche ha avuto coraggio a misurarsi con il genere due corpi e una sola anima. Chiunque di noi si fermi a cercare nella propria memoria un film d’amore, nei primi cinque secondi farebbe riemergere una serie incredibilmente numerosa di titoli, che hanno fatto la storia del cinema e delle colonne sonore, e allo stesso tempo verrebbe sommerso dai ricordi che quei film trasportano negli anni o dalle suggestioni che fanno rinascere ogni volta. J. & C. hanno avuto due infanzie colorate di nero, il lutto per la perdita della madre ha tolto la luce alla vita di Jacqueline e un padre che non crede nel bello per non restarne deluso ha spento il desiderio di futuro in quella di Clotaire. Perciò sì, ha avuto coraggio il regista a credere in se stesso e a seguire quella strada, ma forse ha commesso l’errore di volerla lasciare troppo in fretta. La storia è bella e scorrevole, ma meritava una sceneggiatura più attenta ai passaggi chiave del film, quelli che incidono sul cambiamento interiore dei protagonisti, e meritava più equilibrio tra i vari stili usati per rappresentarla: sembra quasi che Lellouche non abbia voluto rinunciare a nulla di quello che la sua creatività gli proponeva o, forse, gli ri-proponeva, come la scena girata al pronto soccorso, dove Jacqueline cura le ferite della propria anima mentre un infermiere le cura quelle fisiche.
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