albatros
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domenica 6 luglio 2025
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l''ineluttabilit? delle cose
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Il cinema secondo Scandar, rivela che in terra d’Israele non c’è posto per la maternità desiderata da una donna ebrea né per la passione entrata inaspettata nella vita di una ragazza araba. Sono due facce dell’amore, di un amore però giudicato indegno dalla comunità, che dice di accogliere e proteggere le donne; oppure, si tratta soltanto di amori scomodi che mettono a repentaglio lo status quo politico e sociale.
Copti ha girato un film a modo suo, dove fabula e intreccio fanno a pugni, ma in realtà è soltanto un espediente per far lavorare lo spettatore e indurlo a cercare dentro di sé una verità astratta, che alla fine dovrà essere calata sul caso concreto incarnato dai personaggi e sarà allora che chi guarda seduto in sala capirà da che parte si trova.
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Il cinema secondo Scandar, rivela che in terra d’Israele non c’è posto per la maternità desiderata da una donna ebrea né per la passione entrata inaspettata nella vita di una ragazza araba. Sono due facce dell’amore, di un amore però giudicato indegno dalla comunità, che dice di accogliere e proteggere le donne; oppure, si tratta soltanto di amori scomodi che mettono a repentaglio lo status quo politico e sociale.
Copti ha girato un film a modo suo, dove fabula e intreccio fanno a pugni, ma in realtà è soltanto un espediente per far lavorare lo spettatore e indurlo a cercare dentro di sé una verità astratta, che alla fine dovrà essere calata sul caso concreto incarnato dai personaggi e sarà allora che chi guarda seduto in sala capirà da che parte si trova.
Non ci sono trattamenti di favore per nessuno, c’è chi ferisce e chi patisce da una parte e dall’altra, ma onnipresente è il senso d’impotenza, che potrebbe provare ognuno di noi in altri contesti, quando la libertà viene condizionata severamente da regole anche non scritte ma efficacissime. Tanto è vero che se il patriarcato sembra consumato dall’inettitudine, anche il matriarcato non se la passa bene avendone ereditato i tic più autodistruttivi.
Insomma, il film è un affresco di una società multietnica ma immobile, come magnificamente rappresentato nella scena finale.
Il cast è tutt’altro che stellare, ma presenta molte belle sorprese soprattutto tra le attrici che andrebbero premiate già solo per come riescono a comunicare emozioni complesse attraverso l’uso del primo piano.
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cardclau
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martedì 8 luglio 2025
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lo sforzo di capire
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Nel film di Scandar Copti, Happy Holidays, dall’inizio alla fine, quindi sempre, mi è rimasto un disorientamento per attribuire un significato a quello che stavo vedendo succedere, come se stessi vivendo nel caos. Forse l’unica cosa evidente sono state le infrequenti riprese di un paese, Israele, militarizzato fino ad una assolutezza da stato totalitario terroristico, con una fede incrollabile e indiscutibile di essere l’unico popolo eletto da Dio, capace di affrontare qualsiasi difficoltà, quindi invincibile, mediante Dio stesso, l’assoluta coesione del suo popolo, col necessario lavaggio del cervello dall’asilo, Bibi, e l’esercito con le sue armi onnipotenti.
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Nel film di Scandar Copti, Happy Holidays, dall’inizio alla fine, quindi sempre, mi è rimasto un disorientamento per attribuire un significato a quello che stavo vedendo succedere, come se stessi vivendo nel caos. Forse l’unica cosa evidente sono state le infrequenti riprese di un paese, Israele, militarizzato fino ad una assolutezza da stato totalitario terroristico, con una fede incrollabile e indiscutibile di essere l’unico popolo eletto da Dio, capace di affrontare qualsiasi difficoltà, quindi invincibile, mediante Dio stesso, l’assoluta coesione del suo popolo, col necessario lavaggio del cervello dall’asilo, Bibi, e l’esercito con le sue armi onnipotenti. Chi non la pensa così diventa rapidamente un paria e un nemico dello stato. Il critico afferma che la politica non è di casa nel film. Non sono d’accordo. Ce n’è quanto basta. Rami è un arabo-israeliano innamorato dell’ebrea Shirley, ma la gravidanza di lei rischia di diventare una bomba per tutti. Lui è diventato un nemico irriducibile di Israele. Come qualsiasi relazione amorosa arabo/israeliana, impensabile, mortalmente isopportabile. La sorella di Rami, Frida detta Fifi, conduce una vita parallela fuori dalle regole restrittive e ha una breve relazione con Walid, un amico del fratello, caratterizzata alla fine da una incomunicabilità assoluta tra due esseri incapaci di dialogare. Sembrano vivere dentro una psicosi. E Miri, la sorella di Shirley, viene messa sotto torchio dalla madre affinché si arruoli nell'esercito israeliano. L’impressione è quella di un paese che vive nel caos della follia, dove le tradizioni sono solo formali e un meccanismo di difesa dal pensiero, dove non è permessa la differenza, solo l’omologazione e l’indottrinamento (sempre se sei israeliano/ebreo)s, indipendentemente da quello che si ostinano ad asserire le gerarchie militari.
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