cardclau
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domenica 31 agosto 2025
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monocoltura di israeliani
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Il momento più forte del film è all’inizio quando, in corso delle celebrazioni per il compleanno del fratello Nati, la sorella Eden gli chiede che cosa vorerebbe fare in futuro. La prima risposta è: « andarmene via da qui ». È un film dove ci sono solo Israeliani, i quali sono convinti che non ci sia mai stato e non ci sia mai nessun altro. Mi viene in mente quello che riporta lo storico Ilan Pappé: « i primi pittori sionisti raffiguravano il paesaggio della loro futura patria senza alcun villaggio palestinese al suo interno ». Così il viaggio ad Auschwitz, come se la Shoah fosse solo una proprietà privata per soli Israeliani, e non una immane tragedia per tutta l’umanità.
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Il momento più forte del film è all’inizio quando, in corso delle celebrazioni per il compleanno del fratello Nati, la sorella Eden gli chiede che cosa vorerebbe fare in futuro. La prima risposta è: « andarmene via da qui ». È un film dove ci sono solo Israeliani, i quali sono convinti che non ci sia mai stato e non ci sia mai nessun altro. Mi viene in mente quello che riporta lo storico Ilan Pappé: « i primi pittori sionisti raffiguravano il paesaggio della loro futura patria senza alcun villaggio palestinese al suo interno ». Così il viaggio ad Auschwitz, come se la Shoah fosse solo una proprietà privata per soli Israeliani, e non una immane tragedia per tutta l’umanità. Degli Armeni, degli Aborigeni australiani, dell’indiani americani, degli Indios del Nuovo Mondo, degli abitanti della Bosnia Erzegovina, …, e, dal 1892, dei Palestinesi, non ci si può importare di meno. Al di là di questi aspetti il film scade: una gioventù ignorante della storia, che pensa solo a divertirsi; la morte di Nati, che sembra andare a cercarsela nella sua sbadataggine; la sorella Eden, una deprivata, che ha stipulato un patto di sopravvivenza col fratello al divorzio dei genitori, e che mostra delle notevoli ambiguità, incertezza, fragilità benchè si atteggi come una persona matura e solida, (una modesta Lia Elalouf che non riesce ad entrare nel personaggio). Eden ha un rapporto di odio con la madre, che si stempera alla fine, forse perchè intuisce di essere pericolosa per sé stessa, ed è incapace di creare delle relazioni d’amore, come se se le proibisse. In questo contesto, l’elaborazione del lutto per la morte di Nati diventa ben poca cosa, solo una manifestazione esteriore. Forse quello più convincente è quello di Maya (Daria Rosen) che però cerca di sostituire l’amoroso Nati con quella pazza di sua sorella Eden.
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facc8
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domenica 24 agosto 2025
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trash movie
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Banale, trito, scontato. Un film trascurabile, come lo sono le due improbabili protagoniste. Una storia che procede per tappe prevedibili e con una regia piatta che rende il film noioso e vuoto. Da evitare
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