Tre ore e mezza di osservazione dei giovani rurali alle macchine per cucire: il socialismo l'è morto, ma Wang Bing sta benissimo
di Federico Pontiggia La Rivista del Cinematografo
Cinque anni di riprese, tre ore e mezza di durata - e a venire altre cinque e più ore che in dittico o trittico chiuderanno il progetto - dedicati ai giovani operai provenienti da zone rurali del distretto tessile di Zhili. È Qingchun, ovvero Youth (Primavera), del cinese Wang Bing, unico e fluviale documentario in Concorso a Cannes 76. Wang Bing lo conosciamo, dai veneziani The Ditch (2010) e Bitter Money (2016), già vocato al tessile, a Dead Souls nel 2018 a Cannes, dove quest'anno porta anche Man in Black: è un maestro dell'osservazione, duro e puro, senza sconti e con speranza. [...]
di Federico Pontiggia, articolo completo (2968 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 18 maggio 2023