Interceptor è uno di quegli action in cui un eroe deve abbattere sostanzialmente da solo un intero plotone di terroristi nemici. Negli anni ’80 e ’90 questo tipo di prodotti erano molto comuni.
Si percepisce che l’esordiente Matthew Reilly è un fan del genere, forse troppo. La sua regia è infatti eccessivamente prevedibile, aderente un po’ troppo agli schemi del passato. E il risultato è qualcosa che si prende talmente sul serio da risultare ilare.
Per quanto riguarda la struttura della trama e lo sviluppo dei personaggi, Interceptor non è all’altezza degli standard in nessuna delle categorie. Ma se dovessimo esaminarlo da una prospettiva di puro intrattenimento in cui la sospensione dell’incredulità è a mille, potrebbe essere sufficiente per giustificarne la visione.
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Interceptor è uno di quegli action in cui un eroe deve abbattere sostanzialmente da solo un intero plotone di terroristi nemici. Negli anni ’80 e ’90 questo tipo di prodotti erano molto comuni.
Si percepisce che l’esordiente Matthew Reilly è un fan del genere, forse troppo. La sua regia è infatti eccessivamente prevedibile, aderente un po’ troppo agli schemi del passato. E il risultato è qualcosa che si prende talmente sul serio da risultare ilare.
Per quanto riguarda la struttura della trama e lo sviluppo dei personaggi, Interceptor non è all’altezza degli standard in nessuna delle categorie. Ma se dovessimo esaminarlo da una prospettiva di puro intrattenimento in cui la sospensione dell’incredulità è a mille, potrebbe essere sufficiente per giustificarne la visione.
Senza arrivare a definirlo un “bel film”, va ammesso che non ci si annoia a morte. Non tutti gli action devono per forza avere stunt da capogiro o scenografie da paura. A volte un po’ di sana e vecchia assurdità è più che sufficiente.
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