Commedia,
durata 90 min.
- Italia, Argentina 2013.
- Lucky Red
uscita giovedì 12settembre 2013.
MYMONETROL'arbitro
valutazione media:
3,13
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Acquista »
film veramente interessante e molto caratteristico, in cui il protagonista in realtà non è l'arbitro Stefano Accorsi ma la ruralità calcistica sarda, unita ad una spigolosa rivalità tra paesi limitrofi.. in questo contesto avviene tutto e il contrario di tutto, arbitraggi che dire faziosi è eufemistico, partite di calcio giocate su campi che l'erba non l'hanno mai vista, funerali in cui l'argomento principale è la classifica del campionato, ma oltre a questo, fuori dal campo (ma mai abbastanza in realtà) anche faide tra cugini, una tresca amorosa dall'andamento curioso..
sembra un po' fuori luogo, imho, l'inserimento della storia parallela con Accorsi; il film secondo me reggeva già abbastanza senza, pero' il finale giustamente doveva rispettare l'idea del corto, per cui ci sta l'inserimento del dramma sportivo dell'arbito Cruciani .
[+]
film veramente interessante e molto caratteristico, in cui il protagonista in realtà non è l'arbitro Stefano Accorsi ma la ruralità calcistica sarda, unita ad una spigolosa rivalità tra paesi limitrofi.. in questo contesto avviene tutto e il contrario di tutto, arbitraggi che dire faziosi è eufemistico, partite di calcio giocate su campi che l'erba non l'hanno mai vista, funerali in cui l'argomento principale è la classifica del campionato, ma oltre a questo, fuori dal campo (ma mai abbastanza in realtà) anche faide tra cugini, una tresca amorosa dall'andamento curioso..
sembra un po' fuori luogo, imho, l'inserimento della storia parallela con Accorsi; il film secondo me reggeva già abbastanza senza, pero' il finale giustamente doveva rispettare l'idea del corto, per cui ci sta l'inserimento del dramma sportivo dell'arbito Cruciani ..
da vedere assolutamente..
[-]
[+] lascia un commento a stockton »[ - ] lascia un commento a stockton »
Le disavventure di un arbitro corrotto si intrecciano con quelle di una squadretta di bassa categoria sarda. Un film grottesco e surreale ma vedibile anche se a me è risultato lento e noioso, ma ben costruito, con una fotografia bellissima e tutto girato in bianco e nero. Nel cast, oltre ad Accorsi, Geppy Cucciari brava e divertente.
Voto: 6,5
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
Un film dallo stile originale con una ambientazione più unica che rara, bravi gli attori, belli e divertenti i dialoghi e la musica ti fa venir voglia di alzarsi dal divano ed iniziare a ballare come fa Accorsi nella scena in hotel. Un plauso a Paolo Zucca.
[+] lascia un commento a birillo »[ - ] lascia un commento a birillo »
Due storie che si svolgono parallele, apparentemente molto lontane tra loro, che hanno in comune il calcio. Cruciani è un arbitro emergente; gli manca di arbitrare una finale europea per entrare tra i grandi. In Sardegna una squadra di terza divisione, dopo una serie di sconfitte, col rinforzo di Matzuzi, tornato a casa dall'Argentina, arriva ad un passo dalla vetta.
Un mondo di altissimo livello uno, di campagna e contadini, regolato da faide quotidiane l'altro.
Cruciani, pure integerrimo fino a quel momento, pur di arbitrare la finale accetta di vendersi ad una squadra potente.
[+]
Due storie che si svolgono parallele, apparentemente molto lontane tra loro, che hanno in comune il calcio. Cruciani è un arbitro emergente; gli manca di arbitrare una finale europea per entrare tra i grandi. In Sardegna una squadra di terza divisione, dopo una serie di sconfitte, col rinforzo di Matzuzi, tornato a casa dall'Argentina, arriva ad un passo dalla vetta.
Un mondo di altissimo livello uno, di campagna e contadini, regolato da faide quotidiane l'altro.
Cruciani, pure integerrimo fino a quel momento, pur di arbitrare la finale accetta di vendersi ad una squadra potente. In Sardegna i rivali della squadra di Matzuzi, grazie ad una vecchia amicizia, chiamano un arbitro compiacente, che falsa in modo clamoroso la partita della squadra avversaria escludendoli dalla possibilità di vincere il campionato.
Ma le cose non vanno come sperato. Cruciani scoperto e retrocesso ai dilettanti, viene inviato ad arbitrare la partita decisiva tra le due squadre sarde, visto che, scoperta la combine, si era deciso di giocarsi tutto nell’ultimo match, una contro l’altra.
Bel film di Paolo Zucca, girato in un rigoroso bianco nero, come è la divisa dell'arbitro. Una sceneggiatura ben fatta, con molti spunti di sottile ironia e vaghi rimandi religiosi, simbolicamente rappresentate da scene che ricordano la passione, l'ultima cena, la crocifissione, per sottolineare la religiosità del calcio e l'importanza rituale delle figure e dei momenti che lo compongono. Alla fine è sempre l'episodio che fa girare le cose in un verso piuttosto che in un altro, mentre la vita, contemporaneamente, segue le sue logiche inarrestabili di passioni e potere. Un film sul calcio, che presenta tutti i protagonisti, dall'arbitro, ai calciatori, al padre padrone della squadra e che con questi rappresenta la metafora della vita. Come recita all’inizio del film Camus: “Tutto quello che so sulla moralità e sui doveri degli uomini lo devo al calcio”
[-]
[+] lascia un commento a stefano capasso »[ - ] lascia un commento a stefano capasso »
La rappresentazione della vita e, soprattutto, della società per interposto calcio (come da frase di Camus in esergo) è materia da maneggiare con cura, essendo a rischio di scivolata nell’ovvio o nel banale. Paolo Zucca accetta la sfida costruendo il suo film d’esordio come una sorta di prequel all’omonimo cortometraggio, girato quattro anni prima e la cui struttura è mantenuta nella parte finale: non si può dire che ne esca indenne, perché ci sono momenti poco efficaci e passaggi a vuoto, ma il risultato è comunque un lavoro ben fatto e, a tratti, davvero intrigante. Due sono le storie raccontate, all’apparenza lontanissime e che, invece, sono destinate a incrociarsi: da una parte c’è l’arbitro Cruciani, che pare destinato a un brillante futuro internazionale, dall’altra le squadre di due paesini vicini nell’interno della Sardegna che vivono agli estremi della classifica nel loro girone di Terza Categoria.
[+]
La rappresentazione della vita e, soprattutto, della società per interposto calcio (come da frase di Camus in esergo) è materia da maneggiare con cura, essendo a rischio di scivolata nell’ovvio o nel banale. Paolo Zucca accetta la sfida costruendo il suo film d’esordio come una sorta di prequel all’omonimo cortometraggio, girato quattro anni prima e la cui struttura è mantenuta nella parte finale: non si può dire che ne esca indenne, perché ci sono momenti poco efficaci e passaggi a vuoto, ma il risultato è comunque un lavoro ben fatto e, a tratti, davvero intrigante. Due sono le storie raccontate, all’apparenza lontanissime e che, invece, sono destinate a incrociarsi: da una parte c’è l’arbitro Cruciani, che pare destinato a un brillante futuro internazionale, dall’altra le squadre di due paesini vicini nell’interno della Sardegna che vivono agli estremi della classifica nel loro girone di Terza Categoria. Mentre Cruciani, pur di far carriera, si affida ad alcuni viscidi personaggi che lo porteranno alla rovina, gli eterni sconfitti cominciano a rimontare la graduatoria grazie all’arrivo del tamarro Matzutzi (Jacopo Cullin), figlio di un compaesano emigrato in Argentina: sarà proprio l’ex promessa arbitrale a dover dirigere la sovraccarica sfida che potrebbe suggellare la rimonta. Sovraccarica è dir poco: si tratta di una Terza Categoria dell’anima – quella reale, al confronto, è il Barcellona – in cui su uno scalcagnato campo in sabbia tutta la follia fino ad allora accumulata si scarica in maniera solo all’apparenza inarrestabile, perché a fermare il tutto basta un gol casuale. Nella rappresentazione della partita, raggiunge il suo culmine l’estetica da ‘Cinico tv’ che domina la parte sarda del racconto: corpi sformati e visi abbrutiti vengono messi in risalto dal bianco e nero che disegna contorni netti sotto la luce abbacinante del sole. La fotografia pulita ed essenziale di Patrizio Patrizi è senza dubbio uno dei punti di forza della pellicola, non solo quando indaga i primi piani in maniera espressionista, ma pure nel chiaroscuro del sottobosco che circonda Cruciani e, ancor di più, nei campi lunghi che si aprono all’improvviso descrivendo paesaggi quasi western. Un altro pregio sta nei personaggi minori, nelle loro facce scelte con cura a partire dai baffoni inconfondibili di Benito Urgu, per non parlare delle trovate surreali, ma sempre gustose, e delle immagini iconiche – il cavallo che entra al bar, l’allenatore cieco Prospero, i due tizi che discutono in cima alla montagna. Meno riuscito è invece l’utilizzo dei volti più noti. Detto che l’arbitro Mureno di Pannofino è superfluo (per non parlare della banalità del nome), Accorsi subisce l’irresolutezza della parte dedicata a Cruciani, dove si distingue soprattutto l’interpretazione di Marco Messeri nei panni del trafficone Candido: il parallelo tra gesto atletico e balletto è sfruttato in maniera eccessiva – anche se funziona l’utilizzo della contagiosa ‘Vivere’, canzone degli anni Trenta - e l’attore, di suo, ci mette più il fisico che l’espressività. Altrettanto poco incisiva la prova di Geppi Cucciari nei panni di Miranda, la figlia di Prospero concupita dal salvatore della patria Matzutzi al quale alla fine si concede un po’ per amore e un po’ per forza: peccato, perché la sua figura mostra un’altra variante nel racconto dei rapporti di potere su cui, in fondo, è costruito tutto il film (inclusa la piccola sottotrama della faida legata alla pastorizia che partorirà una tragedia ignorata da tutti). Il tono del racconto è però sempre quello della commedia – magari nera, ma pur sempre commedia – in cui il grottesco, sottolineato a volte dal rallentatore, si mantiene in equilibrio evitando la volgarità per un film che, malgrado le imperfezioni, merita di sicuro una visita. [-]
[+] lascia un commento a catcarlo »[ - ] lascia un commento a catcarlo »
Dispiace che il film, notevole, per originalità e per intensità di alcuni ambienti e protagonisti, per la rappresentazione dell’animo sardo, per la resa della fotografia, sia passato inosservato, non sia più nei cinema. Segno grave dell’effetto fuorviante dei cinepanettoni, degli azzaloni e di tante mediocrità sul gusto degli spettatori che in questo modo si privano e privano del necessario sostegno, i registi più promettenti. Pur se con alcune discontinuità ed accessi (pannofino), il film è tra i più interessanti della stagione.
[+] lascia un commento a lofamo »[ - ] lascia un commento a lofamo »
Finalmente qualcosa di inedito nelle sale italiane. E in più di un italiano. Il bianco e nero è veste e non civetteria. Attori in tono, Accorsi bene e Messeri (sempre una sicurezza di classe, perché non lavora il triplo???) su tutti. Unica nota di demerito è Francesco Pannofino. Quanto ancora deve durare questo imbarazzante misunderstanding? Pannofino è un eccellente doppiatore, e non è che sia un pessimo attore, semplicemente non è un attore. Punto! Per fortuna le mode passano. In alcuni momenti sfiora il fastidio e ho faticato a non andarmene dal cinema. Comunque avercene di film italiani così, sempre di più.
[+] lascia un commento a pier71 »[ - ] lascia un commento a pier71 »
Un film piacevole da guardare, con molti spunti da cogliere. La scelta del bianco e nero della pellicola è azzeccata, in quanto dà l'atmosfera un po' nascosta e fredda. Il mondo del calcio e la corruzione a partire dalla categoria "popolare", quando in realtà lo sport dovrebbe essere genuino e solo divertimento. Un film che con ironia mostra diversi concetti: seguire le regole e i propri ideali è la strada migliore da seguire, SEMPRE. Lo spirito di squadra, anche quando subisce ingiustizie pesanti. In un paesino della Sardegna il calcio è un modo per scontrarsi, per sfidarsi, ma lascia spazio anche a cattivi gesti e alla rabbia. Importante la figura di Geppi Cucciari, la quale smorza la "tensione" tra le varie squadre, con la sua comicità.
[+]
Un film piacevole da guardare, con molti spunti da cogliere. La scelta del bianco e nero della pellicola è azzeccata, in quanto dà l'atmosfera un po' nascosta e fredda. Il mondo del calcio e la corruzione a partire dalla categoria "popolare", quando in realtà lo sport dovrebbe essere genuino e solo divertimento. Un film che con ironia mostra diversi concetti: seguire le regole e i propri ideali è la strada migliore da seguire, SEMPRE. Lo spirito di squadra, anche quando subisce ingiustizie pesanti. In un paesino della Sardegna il calcio è un modo per scontrarsi, per sfidarsi, ma lascia spazio anche a cattivi gesti e alla rabbia. Importante la figura di Geppi Cucciari, la quale smorza la "tensione" tra le varie squadre, con la sua comicità. E' un film diverso dagli altri, piacevole e riflessivo.
PUNTO FORTE: il bianco e il nero della pellicola
PUNTO DEBOLE: troppi momenti provocatori
CONSIGLIATO: sì
[-]
[+] lascia un commento a criro »[ - ] lascia un commento a criro »
Il film non rispecchia una Sardegna degli anni'50, ma una società reale, sicuramente colarando le storie dei protagonisti, ma sottolineando particolari molto interessanti di molte situazioni del nostro entro terra che rappresentano lo spirito di un popolo molto orgoglioso e testardo. Il film è molto bello e divertente. voto 10
[+]
Il film non rispecchia una Sardegna degli anni'50, ma una società reale, sicuramente colarando le storie dei protagonisti, ma sottolineando particolari molto interessanti di molte situazioni del nostro entro terra che rappresentano lo spirito di un popolo molto orgoglioso e testardo. Il film è molto bello e divertente. voto 10
[-]
[+] lascia un commento a ondaweb »[ - ] lascia un commento a ondaweb »