carloalberto
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martedì 17 novembre 2020
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epigono tardivo e disturbante di argento
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Disturbante, provocatoria, a tratti insopportabile, la scelta stilistica o meglio la trovata di Franck Khalfoun di girare quasi tutto in soggettiva un film horror splatter, costringendo così lo spettatore, calato a forza nei panni di un maniaco degli scalpi, ad una visuale diretta in prima persona sulle mani dell’assassino mentre maneggia coltelli o bisturi per scarnificare il cranio delle sue vittime.
Riferimenti filmici ai classici del genere thriller, soprattutto al primo Dario Argento e ai suoi gialli degli anni ’70, che evidentemente hanno fatto scuola anche oltreoceano, si colgono nelle sequenze preliminari agli omicidi, quando le donne predestinate al martirio, spiate dal maniaco ansimante, presagiscono cosa sta per accadere loro e la paura, in crescendo, si muta prima in angoscia e poi in disperazione.
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Disturbante, provocatoria, a tratti insopportabile, la scelta stilistica o meglio la trovata di Franck Khalfoun di girare quasi tutto in soggettiva un film horror splatter, costringendo così lo spettatore, calato a forza nei panni di un maniaco degli scalpi, ad una visuale diretta in prima persona sulle mani dell’assassino mentre maneggia coltelli o bisturi per scarnificare il cranio delle sue vittime.
Riferimenti filmici ai classici del genere thriller, soprattutto al primo Dario Argento e ai suoi gialli degli anni ’70, che evidentemente hanno fatto scuola anche oltreoceano, si colgono nelle sequenze preliminari agli omicidi, quando le donne predestinate al martirio, spiate dal maniaco ansimante, presagiscono cosa sta per accadere loro e la paura, in crescendo, si muta prima in angoscia e poi in disperazione. In una di queste scene c’è un omaggio sonoro al Silenzio degli innocenti, quando la vittima di turno ancora ignara della sua fine, prima di essere trucidata, fa ascoltare al suo carnefice “Goodbye Horses” di Q Lazzarus, utilizzata da Demme in una delle ultime sequenze del suo capolavoro.
Per il resto questo remake dell’omonimo slasher del 1980,con un plot sfruttato mille volte nella cinematografia di questo tipo da Psycho in poi, non ha altre attrattive, fatta eccezione per la performance attoriale di Elijah Wood, la cui immagine purtroppo si vede poco e soltanto riflessa negli specchi.
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purplerain
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mercoledì 24 dicembre 2014
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solo un remake!!!
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Maniac ovverossia il remake di un classico del 1980 già mediocre di suo ma comunque apprezzabile tenuto conto dell’epoca in cui fu girato. Il film attuale di Franck Khalfoun oltre a seguire abbastanza fedelmente l’originale non ha personalità, e mostra un protagonista poco incline al ruolo e tutt’altro che in parte. Vero è che per un attore che deve la sua fortuna ad un ruolo del tutto diverso difficilmente si scrolla di dosso la patina che lo avvolge e che lo vorrebbe sempre in ruoli similari, ma il buon Elijah Wood, seppur inquadrato raramente per scelta del regista che lo presenta in soggettiva, non riesce a dare personalità al suo personaggio, che si perde in una recitazione che appare finta e quasi costretta, ma mai spontanea.
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Maniac ovverossia il remake di un classico del 1980 già mediocre di suo ma comunque apprezzabile tenuto conto dell’epoca in cui fu girato. Il film attuale di Franck Khalfoun oltre a seguire abbastanza fedelmente l’originale non ha personalità, e mostra un protagonista poco incline al ruolo e tutt’altro che in parte. Vero è che per un attore che deve la sua fortuna ad un ruolo del tutto diverso difficilmente si scrolla di dosso la patina che lo avvolge e che lo vorrebbe sempre in ruoli similari, ma il buon Elijah Wood, seppur inquadrato raramente per scelta del regista che lo presenta in soggettiva, non riesce a dare personalità al suo personaggio, che si perde in una recitazione che appare finta e quasi costretta, ma mai spontanea. Il film si trascina dietro anche alcuni dei classici dell’epoca, come la fuga in una metropolitana stranamente deserta e la totale assenza di indagini di polizia o di domande di qualcuno che conosceva le vittime, ma mostra solo il lato (in)umano del protagonista che dei fatto occupa tutto il film rendendolo piuttosto piatto e prolisso con poche inquadrature che mostrino qualcosa che non c’entri niente con l’assassino e che invece hanno gatto la fortuna di altri film di genere. Un’ultima nota stonata la voce della protagonista femminile: ma chi ha scelto i doppiatori?
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purplerain
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giovedì 9 ottobre 2014
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maniaci in regia
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Maniac ovverossia il remake di un classico del 1980 già mediocre di suo ma comunque apprezzabile tenuto conto dell’epoca in cui fu girato. Il film attuale di Franck Khalfoun oltre a seguire abbastanza fedelmente l’originale non ha personalità, e mostra un protagonista poco incline al ruolo e tutt’ altro che in parte. Vero è che per un attore che deve la sua fortuna ad un ruolo del tutto diverso difficilmente si scrolla di dosso la patina che lo avvolge e che lo vorrebbe sempre in ruoli similari, ma il buon Elijah Wood, seppur inquadrato raramente per scelta del regista che lo presenta in soggettiva, non riesce a dare personalità al suo personaggio, che si perde in una recitazione che appare finta e quasi costretta, ma mai spontanea.
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Maniac ovverossia il remake di un classico del 1980 già mediocre di suo ma comunque apprezzabile tenuto conto dell’epoca in cui fu girato. Il film attuale di Franck Khalfoun oltre a seguire abbastanza fedelmente l’originale non ha personalità, e mostra un protagonista poco incline al ruolo e tutt’ altro che in parte. Vero è che per un attore che deve la sua fortuna ad un ruolo del tutto diverso difficilmente si scrolla di dosso la patina che lo avvolge e che lo vorrebbe sempre in ruoli similari, ma il buon Elijah Wood, seppur inquadrato raramente per scelta del regista che lo presenta in soggettiva, non riesce a dare personalità al suo personaggio, che si perde in una recitazione che appare finta e quasi costretta, ma mai spontanea. Il film si trascina dietro anche alcuni dei classici dell’epoca, come la fuga in una metropolitana stranamente deserta e la totale assenza di indagini di polizia o di domande di qualcuno che conosceva le vittime, ma mostra solo il lato (in)umano del protagonista che dei fatto occupa tutto il film rendendolo piuttosto piatto e prolisso con poche inquadrature che mostrino qualcosa che non c’entri niente con l’assassino e che invece hanno gatto la fortuna di altri film di genere. Un’ultima nota stonata la voce della protagonista femminile: ma chi ha scelto i doppiatori?
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dandy
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venerdì 20 giugno 2014
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bel lavoro davvero.
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Nell'oramai incalcolabile quantità di reboot e ramake scadenti,imbarazzanti e realizzati alla bell'e meglio per tirar su soldi e basta,spesso e volentieri senza nulla a che vedere coi prototipi,un'inaspettata e piacevole sorpresa.Il remake dell'omonimo film del 1980 di William Lustig(qui in veste di co-produttore),riesce a esserne fedelissimo pur portando diverse innovazioni.Per immergersi nella psicologia deviata del protagonista si ricorre all'uso ossessivo della soggettiva.Quasi tutto il film infatti,è ripreso dal punto di vista dell'assassino,che appare quasi eslusivamente riflesso nei vetri o in foto.Una trovata assai azzardata ma azzeccata,come la scelta dell ex-Frodo Baggins Wood,fisicamente agli antipodi di Joe Spinell.
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Nell'oramai incalcolabile quantità di reboot e ramake scadenti,imbarazzanti e realizzati alla bell'e meglio per tirar su soldi e basta,spesso e volentieri senza nulla a che vedere coi prototipi,un'inaspettata e piacevole sorpresa.Il remake dell'omonimo film del 1980 di William Lustig(qui in veste di co-produttore),riesce a esserne fedelissimo pur portando diverse innovazioni.Per immergersi nella psicologia deviata del protagonista si ricorre all'uso ossessivo della soggettiva.Quasi tutto il film infatti,è ripreso dal punto di vista dell'assassino,che appare quasi eslusivamente riflesso nei vetri o in foto.Una trovata assai azzardata ma azzeccata,come la scelta dell ex-Frodo Baggins Wood,fisicamente agli antipodi di Joe Spinell.L'atmosfera è oppressiva e malata,e il gore è copioso e messo in scena in modo disturbante e non spettacolarizzato,cosa rarissima in tempi di tonnellate di anonimi e indistinguibili slasher a pilota automatico.Riuscita anche la visione della metropoli odierna,dove gli ambienti tenebrosi e degradati sono stati sostituiti da persone frenetiche e vuote,e dove non c'è più spazio per i contatti umani.Bella partitura per sintetizzatore di Rob(Robin Coudert).Il finale ripropone una versione interessante dello scempio,ed evita la sorpresina dell'ultimo secondo che stonava nel film di Lustig.Sceneggiatura di Alexandre Aja e montaggio del regista.Non per tutti i gusti come il prototipo,ma agli appassionati farà certamente piacere.E una tantum,un gran film di ieri trova un rifacimento odierno che gli rende giustizia.
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samuele capannolo
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mercoledì 4 settembre 2013
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un elijah wood come non si è mai visto
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Franck è un giovane ragazzo che lavora in un negozio di manichini, all'apparenza sembra un ragazzo timido e tranquillo ma gli abusi subiti da sua madre in tenera età lo turbano. è il remake dell'omonimo film di successo del 1980 interpretato da Joe Spinell. Il film sembra proprio non avere pecche di nussun genere, è ricco di momenti di suspence e di tensione i quali enfatizzati dalle bellissime musiche e dalla magistrale interpretazione di Elijah Wood che si dimostra sempre più un attore camaleontico che riesce a calarsi molto bene nei ruoli a lui asseganti, specialmente in questa. Bravissimo anche il regista il quale riproduce benissimo la mente, le manie e l'incapacità di controllarsi di un maniaco, inoltre bella anche la scelta tecnica del flashback.
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Franck è un giovane ragazzo che lavora in un negozio di manichini, all'apparenza sembra un ragazzo timido e tranquillo ma gli abusi subiti da sua madre in tenera età lo turbano. è il remake dell'omonimo film di successo del 1980 interpretato da Joe Spinell. Il film sembra proprio non avere pecche di nussun genere, è ricco di momenti di suspence e di tensione i quali enfatizzati dalle bellissime musiche e dalla magistrale interpretazione di Elijah Wood che si dimostra sempre più un attore camaleontico che riesce a calarsi molto bene nei ruoli a lui asseganti, specialmente in questa. Bravissimo anche il regista il quale riproduce benissimo la mente, le manie e l'incapacità di controllarsi di un maniaco, inoltre bella anche la scelta tecnica del flashback. Nota di merito va anche alle originali riprese in prima persona, che permettono allo spettatore di vedere il film da un'altra prospettiva
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