samanta
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domenica 2 giugno 2024
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gli stregoni della finanza
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Il film è uscito nel 2011, diretto J.C. Chador (è anche lo sceneggiatore) al suo esordio come regista cinematografico, ricevette buoni riconoscimernti dalla critica e una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, Chador nel prosieguo della carriera diresse tra l'altro : 1981 indagine a New York, e per ultimo Kraven il cacciatore.
La trama si riferisce evvidentemente al crac finanziario del 2009, ed è ambientata in una grande società di investimenti situata nel quartiere finanziario di Manhattan, diretta dal CEO John Tuld (Jeremy Irons), la vicenda si svolge nell'arco temporale di quasi 24 ore. Il dirigente del settore informatico ed analisi Eric Dale (Stanley Tucci) viene licenziato in tronco dal dirigente anziano della società Sam Rogers (Kevin Spacey) insieme ad altri dipendenti nell'ambito di un programma di riduzione dei costi, in realtà ha anche tramato alle sue spalle Sarah Robertson (Demi Moore) dirigente del settore rischi.
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Il film è uscito nel 2011, diretto J.C. Chador (è anche lo sceneggiatore) al suo esordio come regista cinematografico, ricevette buoni riconoscimernti dalla critica e una nomination all'Oscar per la sceneggiatura, Chador nel prosieguo della carriera diresse tra l'altro : 1981 indagine a New York, e per ultimo Kraven il cacciatore.
La trama si riferisce evvidentemente al crac finanziario del 2009, ed è ambientata in una grande società di investimenti situata nel quartiere finanziario di Manhattan, diretta dal CEO John Tuld (Jeremy Irons), la vicenda si svolge nell'arco temporale di quasi 24 ore. Il dirigente del settore informatico ed analisi Eric Dale (Stanley Tucci) viene licenziato in tronco dal dirigente anziano della società Sam Rogers (Kevin Spacey) insieme ad altri dipendenti nell'ambito di un programma di riduzione dei costi, in realtà ha anche tramato alle sue spalle Sarah Robertson (Demi Moore) dirigente del settore rischi. Dale prima di andare via di nascosto ha consegnato a un collaboratore Peter Sullivan (Zachary Quinto) una chiavetta dicendogli di controllare i dati contenuti che sono importanti. Peter terminato l'orario si ferma in ufficio per controllare i dati, i flussi finanziari che emergono rivelano che la società, come temuto da Dale, sta per collassare, in quanto possiede troppi titoli "tossici", il crollo è imminente in 1 o 2 giorni. Peter avverte il dirigente di turno Will Emerson (Paul Bettany), riunione con un collega di Peter, Seth (Penn Bregman), il nuovo controllo conferma la situazione di crisi, a questo punto ulteriore riunione con il dirigente anziano della società Sam Rogers (Kevin Spacey) e con con Sarah Robertson che non si era accorta della situazione, ma la crisi è confermata. Viene avvertito il CEO Tuld, in riunione con lui viene ribadita la situazione da tutti, anche da Sarah a malinquore, si decide di richiamare Dale ma gli era stato tolto il cellulare di servizio (!) così vengono inviati Petee e Seth a casa sua per convincerlo a ritornare con il ricatto che non gli sarebbero dati i bonus per la sua uscita. Si decide di vendere all'apertura dei mercati i titoli sporchi ad altri investitori, con un buon sconto il trucco può funzionare, le prime ore che saranno decisive. Dirige malvolentieri l'operazione Sam che comprende che la società inganna, sporcando la sua fama di correttezza. l'operazione avviene ed ha successo, vengono dati super premi a tutti Sullivan è promosso dirigente, Sarah licenziata come capro espiatorio, Sam vorrebbe andare via ma Tuld che ha bisogno di lui lo ricatta anche perchè conosce le sue difficoltà finanziarie per un divorzio devastante.
E' a mio avviso il migliore film (con Wall Street di Stone) sul mondo finanziario americano e seppure riferito alla crisi del 2008-2009, la cui disinvoltura continua ancora imperterrita nei mercati finanziari, non è affatto un film lento chi lo afferma non comprende come il regista in 1h e 45 mn. riesce ad affrontare, in modo semplice e chiaro, tanti argomenti: il cinismo all'interno delle società finanziarie, i licenziamenti in tronco umilianti con i dipendenti scortati dalla sicurezza come delinquenti con in mano la scatola di cartone contenente i pochi effetti personali che servono a dimostrare che si possa con gli stessi risultati lavorare con meno personale (ovviamente sfruttando i rimasti); Bettany spiega chiaramente come afiscano le società finanziare: la gente vuole soldi per comprarsi la macchina, la casa, le vacanze e le società glieli danno, ma alla fine qualcuno deve pagare (chi compra i titoli spazzatura). Contemporaneamente il regista affronta tempi personali: Sam che deve lottare contro una moglie ringhiosa e cattiva e che perde l'unico affetto: il suo cane che ha il cancro; Dale che deve ricostruirsi una vita cacciato via come un appestato. Il regista è riuscito abilmente e con sicurezza a conciliare grandi temi con le situazioni psicologiche personali, impiegando un cast di tutto rispetto e con intelligenza impedendo che i singoli prevaricassero con la loro bravura recitativa la linearità della vicenda. E' difficile dare una pagella: tutti sono bravi, Jeremy Irons delinea il perfetto CEO che massacra dipendenti e risparmiatori salvaguardando i profitti e i pingui emolumenti dei dirigenti, Kevin Spacey come sempre si produce in una performance notevole nella parte del dirigente sensibile che si piega al cinismo aziendale sacrificando non solo il personale e gli interessi dei risparmiatori, ma sporcando anche l'immagine della società, tralascio i bravi Stanley Tucci e Demi Moore, per soffermarmi su Paul Bellamy che in una scena cult spiega allo sbalordito Peter Sullivan come riesca spendere tutti i suoi ingenti emlumenti, tra cui 100.000 $ all'anno in escort ... .
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signorbagheri
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martedì 5 aprile 2022
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noioso oltremodo
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Pieno di buone intenzioni questo film di Chandor sceneggiato e diretto dallo stesso ma con esiti disastrosi sulla tenuta drammatica della messa in scena tra i ricchi dirigenti di una società di investimento del crac finanziario del 2007 a seguito della crisi dei subprime che non riesce a coinvolgere empaticamente e non lo potrebbe mai visto che tutti i personaggi sono ricchi sfondati e non c’è alcuna tensione perché la pensano e si comportano allo stesso modo quindi la noia sopravviene inevitabile e nonostante il cast stellare con Spacey Irons Tucci e Demi Moore ci si pente di aver investito nella visione due ore circa del proprio tempo
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fabri
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lunedì 25 gennaio 2021
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film bellissimo
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Sinceramente non sono d'accordo con chi ha espresso voti bassi, ho trovato il film estremamente interessante e molto ben fatto, con attori in gran forma.
Attualissimo anche oggi, spiega senza retorica l'origine del crollo americano - e quindi del nostro.
Molto consigliato
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lizzy
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domenica 27 settembre 2020
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efficace "documentario"
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Un vero e proprio documentario su "quel che fu" nella vicenda dei titoli subprime in America.
Tutto girato in poco più di 24 ore (se includiamo la scena finale) il film è veramente azzeccato per come espone problema e personaggi al grande pubblico.
Qua non c'è nulla da capire se non che sono i soldi che fan girare il mondo e che fra gli uomini non tutti sono senza cuore e dignità.
Ma anche costoro, alla fine, devono inchinarsi al Dio Denaro.
E questo è quanto.
Bellissima prova di Spacey, Irons e tutti gli altri (sempre affascinante la Moore anche se in un ruolo assolutamente non da mangiatrice di uomini questa volta).
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Un vero e proprio documentario su "quel che fu" nella vicenda dei titoli subprime in America.
Tutto girato in poco più di 24 ore (se includiamo la scena finale) il film è veramente azzeccato per come espone problema e personaggi al grande pubblico.
Qua non c'è nulla da capire se non che sono i soldi che fan girare il mondo e che fra gli uomini non tutti sono senza cuore e dignità.
Ma anche costoro, alla fine, devono inchinarsi al Dio Denaro.
E questo è quanto.
Bellissima prova di Spacey, Irons e tutti gli altri (sempre affascinante la Moore anche se in un ruolo assolutamente non da mangiatrice di uomini questa volta).
Da far visionare obbligatoriamentr a scuola ai ragazzi a cominciare dalle superiori direi...
E ditelo al "Morandini" che "Margin Call" è riferito alle chiamate per rientrare nel margine di un investimento in perdita e non "sta tutto in una bolla" come chiosa il tipo...
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no_data
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giovedì 19 maggio 2016
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diavoli
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Iron ad un certo punto spiega la ciclicità delle crisi (economiche) per ammorbidire Spacey e indurlo a restare nella società. Qui emerge un punto quanto mai cinico, ma non per questo irreale. C'è una analogia tra medico e dirigente di società per consulenza. Entrambi accomunati dal poter incidere profondamente sulla vita delle persone, ma quando falliscono è perchè la natura deve fare il suo corso. Inuitile aver rimpianti o provar pena perchè non pui impedirlo e perchè ricapiterà.
E' chiaro che le motivazioni sono profondamente diverse, ma il risultato e l'approccio sono gli stessi.
L'altro spunto di riflessione emerge quando Bettany dalla sua extra lussuosa Aston Martin spiega in parole povere chi davvero alimenta questo meccanismo: ognuno di noi.
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Iron ad un certo punto spiega la ciclicità delle crisi (economiche) per ammorbidire Spacey e indurlo a restare nella società. Qui emerge un punto quanto mai cinico, ma non per questo irreale. C'è una analogia tra medico e dirigente di società per consulenza. Entrambi accomunati dal poter incidere profondamente sulla vita delle persone, ma quando falliscono è perchè la natura deve fare il suo corso. Inuitile aver rimpianti o provar pena perchè non pui impedirlo e perchè ricapiterà.
E' chiaro che le motivazioni sono profondamente diverse, ma il risultato e l'approccio sono gli stessi.
L'altro spunto di riflessione emerge quando Bettany dalla sua extra lussuosa Aston Martin spiega in parole povere chi davvero alimenta questo meccanismo: ognuno di noi. Un giorno sei la patria delle opportunità, quello dopo la fonte di tutti i mali.
La finanza è una materia complessa, ma le persone che vi lavorano non sono extraterrestri e Chandor è forte nel descriverne la varietà di personalità che ne fanno parte con i rispettivi punti di vista.
Un film piacevole e scorrevole su un tema delicato e tecnico.
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ultimoboyscout
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martedì 2 giugno 2015
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la crisi vista dall'interno.
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USA, annus horribilis 2008. Un dirigente di una grossa società finanziaria è appena stato licenziato. L'uomo è colui che ha scoperto che la società è sull'orlo del baratro, che alcune operazioni concluse di recente hanno indebolito, portando l'istituto al fallimento. Prima di andarsene, il manager affida i dati rivelatori ad un giovane analista, un broker che compresa la situazione innesca una spirale vorticosa per evitare una catastrofe economica di proporzioni immani. Ma, a questo punto, le scelte da compiere, non potranno più essere limpide e corrette. J.C. Chandor racconta una notte insonne, un crescendo folle tutto in una notte, svela il cinismo della finanza che viene a galla nell'arco di pochissime ore.
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USA, annus horribilis 2008. Un dirigente di una grossa società finanziaria è appena stato licenziato. L'uomo è colui che ha scoperto che la società è sull'orlo del baratro, che alcune operazioni concluse di recente hanno indebolito, portando l'istituto al fallimento. Prima di andarsene, il manager affida i dati rivelatori ad un giovane analista, un broker che compresa la situazione innesca una spirale vorticosa per evitare una catastrofe economica di proporzioni immani. Ma, a questo punto, le scelte da compiere, non potranno più essere limpide e corrette. J.C. Chandor racconta una notte insonne, un crescendo folle tutto in una notte, svela il cinismo della finanza che viene a galla nell'arco di pochissime ore. Le ore dei grandi crack che hanno segnato in maniera determinante la recentissima crisi economica. Chandor dirige e scrive la sceneggiatura (con tanto di nomination all'Oscar) da insider, ovvero basandosi sull'esperienza del padre e di un conoscente, dipingendo un quadro impietoso, dal ritmo frenetico, una vera bomba a orologeria che trasforma una storia drammatica in un thriller cupissimo. Il regista ottimizza tutto alla grande: cast stellare, meno di tre settimane di riprese, un set reale nei pressi del Madison Square Garden a New York e appena tre milioni di dollari di budget. "Margin call" (in gergo ultima possibilità, ultima chiamata) è un racconto serratissimo, un qualcosa in stile "Wall Street" in chiave attuale, ispirato da fatti veri che getta una luce ancor più sinistra sul mondo della finanza e di riflesso, su tutti noi. Film piccolo ma importante, incalzante e spietato, che racconta il perchè (piuttosto credibile) di questi ultimi anni duri, una storia, o magari qualcosa di più, di denuncia senza gridare e senza puzza sotto il naso, istruttiva, narrata come una tragedia di stampo shakespeariano. Spacey e Irons mostri di bravura, assieme a J.C. sono i principali artefici della riuscita di questo gioiellino.
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gyanfrypass
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sabato 6 dicembre 2014
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pefetto
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Se ci fosse, o forse c'e' un oscar per un film da premiare per il rapporto costo/risultato questo sarebbe senz'altro al primo posto.
SCORREVOLE, ESSENZIALE, PENETRANTE, INQUADRATURE E DIALOGHI BREVI . Chi direbbe cche il regista e' alle prime armi!
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santiago81
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venerdì 26 settembre 2014
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dimenticate wall street
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Se cercate il dramma shakespeariano e le scene madri che hanno fatto grande il film di Oliver Stone, passate oltre.
Qui non c'è un Gordon Gekko mefistofelico e affascinante, non c'è traccia di glamour, non ci sono "cattivi" compiaciuti né eroi redenti o integerrimi.
Margin Call è qualcosa di completamente diverso.
I protagonisti sono personaggi verosimili, non stereotipi, uomini "medi" che non sono convinti di poter governare il sistema ma, piuttosto, sono consapevoli di farne parte.
E non c'è redenzione: se cercate il finale consolatorio che faccia giustizia, questo non è il film per voi.
Chandor (figlio di un broker, come Stone) condensa in 24 ore gli eventi che hanno portato alla Grande Crisi che tutt'ora stiamo vivendo.
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Se cercate il dramma shakespeariano e le scene madri che hanno fatto grande il film di Oliver Stone, passate oltre.
Qui non c'è un Gordon Gekko mefistofelico e affascinante, non c'è traccia di glamour, non ci sono "cattivi" compiaciuti né eroi redenti o integerrimi.
Margin Call è qualcosa di completamente diverso.
I protagonisti sono personaggi verosimili, non stereotipi, uomini "medi" che non sono convinti di poter governare il sistema ma, piuttosto, sono consapevoli di farne parte.
E non c'è redenzione: se cercate il finale consolatorio che faccia giustizia, questo non è il film per voi.
Chandor (figlio di un broker, come Stone) condensa in 24 ore gli eventi che hanno portato alla Grande Crisi che tutt'ora stiamo vivendo.
E lo fa con lucidità, con un rigore registico ammirevole per un esordiente, senza mai perdere il controllo di un cast all-star che ha intelligentemente evitato di gigioneggiare o di sgomitare per mettersi in mostra.
Il risultato è una narrazione talmente verosimile da sfiorare il docu-drama; la discesa agli inferi di un intero sistema è raccontata senza cercare l'enfasi ad ogni costo, perché certi processi non sono stati decisi da singoli "signori del Male" ma piuttosto sono il risultato di un meccanismo che, finché ha funzionato, stava bene a tutti. Tutti - chi più, chi meno - sono stati complici. E anche questo viene raccontato.
Tutti gli attori hanno lavorato abilmente di sottrazione per "sparire" dentro i propri personaggi e risultare credibili; ne consegue un microcosmo tratteggiato in modo efficacissimo con pochi, significativi dettagli, ognuno dei quali capace di sottendere un'intera storia pregressa.
Kevin Spacey è il classico esponente della upper middle class americana, dirigente di medio livello ma di lungo corso, compresso fra ciò che sente come giusto e ciò che sa essere inevitabile. Jeremy Sisto è il giovane analista a cui il capo (Tucci), dopo essere stato licenziato, affida una propria ricerca sui modelli di investimento della Società (che ricorda Lehman Brothers): sarà lui a scoprire che il castello di carte inizia a scricchiolare. Simon Baker (The Mentalist) è il giovane manager che, grazie alla propria spregiudicatezza, è riuscito a scalare il mondo della finanza più di altri più anziani o meno decisi colleghi. Demi Moore si cala bene nei panni della dirigente con sufficiente pelo sullo stomaco da basare le proprie decisioni sul profitto ma non abbastanza accortezza da scansarne le conseguenze. Jeremy Irons è l'unico a cui il regista concede un po' di compiacimento ma perfino il suo John Tuld, presidente della Società costretto a convocare un CdA in piena notte, non è un Dio onnipotente, alla Gekko, ma piuttosto, lui stesso, una parte del meccanismo. Di quelle, però, che, conoscendone i presupposti, il funzionamento e i prevedibili esiti, è in grado di scaricare su altri le conseguenze delle proprie azioni.
Nessuno si esalta nel fare del male al prossimo, lo fa per salvare sè stesso, lo fa perché può.
Ottima la fotografia. Alcuni termini usati nel film possono risultare oscuri ma la loro non-comprensione dovrebbe spingerci ad interrogarci sulla nostra consapevolezza di come girano i soldi piuttosto che a lamentarci per il fatto che, in un film, non ci viene fatta una lezione di alta finanza. Se non si ha una pur vaga idea di cosa sia il leverage, per esempio, non sorprendiamoci se non riusciamo a capire i fenomeni finanziari più elementari.
In ogni caso, non sono un'impedimento insormontabile nel seguire la trama.
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paolomiki
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venerdì 12 settembre 2014
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tristissimo
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Non capisco nulla di matematica,calcoli vari,finanza investimenti ecc.Ma dopo aver visto questo film viene voglia di studiare un pochino,magari il minimo indispensabile per non farsi fregare risparmi quando vai in banca. Un film dove primeggia la tristezza di un gruppo di uomini a capo di una società in rovina. Sono costretti a vendere tutto in un giorno rinunciare praticamente al futuro e rovinare tanta gente che ha creduto in loro. Didattico!
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gambardella
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martedì 29 luglio 2014
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il vortice.
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il, film lo giudico in maniera opposta alla tua, che cosa intendi per vortice che manca ,la poca concessione allo spettacolo ? perchè la gente comune non interagisce? la gente comune interagisce eccome è solo l'anello finale della catena . il film mostra molto bene il succo del capitalismo , tieni presente poi che tutti i personaggi del film sono anche loro solo esecutori , i tecnici che ad alto livello applicano le direttive dei veri padroni , l'ultima guerra mondiale , e tutte quelle che sono venute dopo sono mosse dei signori del capitalismo, la loro strategia è evidente distribuiscono dolci di varie dimensioni a tutti i livelli fette di una torta colossale che anche tu assaggi e gusti ,tutti sono costretti a nutrirsene ! puro e semplice sc
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il, film lo giudico in maniera opposta alla tua, che cosa intendi per vortice che manca ,la poca concessione allo spettacolo ? perchè la gente comune non interagisce? la gente comune interagisce eccome è solo l'anello finale della catena . il film mostra molto bene il succo del capitalismo , tieni presente poi che tutti i personaggi del film sono anche loro solo esecutori , i tecnici che ad alto livello applicano le direttive dei veri padroni , l'ultima guerra mondiale , e tutte quelle che sono venute dopo sono mosse dei signori del capitalismo, la loro strategia è evidente distribuiscono dolci di varie dimensioni a tutti i livelli fette di una torta colossale che anche tu assaggi e gusti ,tutti sono costretti a nutrirsene ! puro e semplice schiavismo che solo veri eroi possono distruggere, non con le parole, ma coi fatti! per quanto riguarda il film è coraggioso ben fatto e fà riflettere ovviamente non può spiegare per filo e per segno la realtà del capitalismo perchè altrimenti non sarebbe nemmeno uscito nelle sale, lo sò alla fine nessuno si salva e tutti mangiano la loro fetta di torta , e come al solito salta fuori che non è possibile fare altrimenti, ma il film è nettamente sopra la media holliwoodiana , ma ripeto la realtà e il vero fanno poca strada ,un regista che avesse sviscerato l'argomento come si conviene sarebbe stato troncato a mezzo!
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