bruno leonardini
|
giovedì 19 maggio 2011
|
un film di inchiesta estremamente reale
|
|
|
|
L'essenza del film è colta alla perfezione: Don Pierino, prete di polso che non lesina parole e gesti tipici di un laico, costruisce con energia la sua Comunità Incontro e la difende, rigettando tutte le accuse sulla sua persona a chi vuole portargliela via. Il film rappresenta al meglio 40 anni di lavoro di questo discusso prete, che, se da una parte ha compiuto delle operazioni torbide, dall’altra ha realmente salvato migliaia di ragazzi dalla droga. Nel film viene concentrato il suo operato, nel recupero dei tossicodipendenti, nell’inchiesta sugli abusi sessuali, nel percorso che lo vede interessarsi ai giovani emarginati, fin dal 1963, quando a Roma salvò il primo ragazzo.
[+]
L'essenza del film è colta alla perfezione: Don Pierino, prete di polso che non lesina parole e gesti tipici di un laico, costruisce con energia la sua Comunità Incontro e la difende, rigettando tutte le accuse sulla sua persona a chi vuole portargliela via. Il film rappresenta al meglio 40 anni di lavoro di questo discusso prete, che, se da una parte ha compiuto delle operazioni torbide, dall’altra ha realmente salvato migliaia di ragazzi dalla droga. Nel film viene concentrato il suo operato, nel recupero dei tossicodipendenti, nell’inchiesta sugli abusi sessuali, nel percorso che lo vede interessarsi ai giovani emarginati, fin dal 1963, quando a Roma salvò il primo ragazzo. Nel finale il regista sceglie di documentare la reale vita del sacerdote, attraverso immagini esclusive del suo ricovero in ospedale, fino ad arrivare al giorno del suo 86° compleanno, data che lo vede uscire dall’ospedale e tornare a casa. E a quel punto, la fiction giustamente lascia spazio al documentario, per raffigurare e fotografare questo piccolo grande uomo, fissandolo nel suo volto scavato dalla sofferenza. Il film è geniale ed oltre alla profondità dei contenuti, strizza l’occhio allo spettatore, facendolo divertire, regalando scene memorabili. Il finale, è un tributo (forse eccessivo) al personaggio, che si congeda tra fastosi fuochi d’artificio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a bruno leonardini »
[ - ] lascia un commento a bruno leonardini »
|
|
d'accordo? |
|
marco marinacci
|
giovedì 19 maggio 2011
|
opera poliedrica sul simbolo della lotta alladroga
|
|
|
|
Ritratto dell'uomo simbolo della lotta contro la tossicodipendenza, magistralmente dipinto dal regista Andrea Sbarretti. Questa è la definizione che più si addice alla terza prova cinematografica del regista ternano, con la quale dimostra tutta la sua maturità stilistica e indica la nuova strada verso cui sta volgendo la sua visione cinematografica.
Don Pierino: un uomo simbolo della lotta contro la tossicodipendenza, che nel corso degli anni ha salvato le vite di centinaia di giovani. Un sacerdote, non un prete, come si definisce lui stesso.
Documentario e fiction si fondono in un opera poliedrica che spesso va sopra le righe e mostra i lati sconosciuti di un uomo forte che ha saputo portare avanti la sua crociata a dispetto di tutte le avversità, un uomo disposto anche a provare in prima persona il "male" che egli stesso combatte per poter immedesimarsi totalmente nei suoi "figli".
[+]
Ritratto dell'uomo simbolo della lotta contro la tossicodipendenza, magistralmente dipinto dal regista Andrea Sbarretti. Questa è la definizione che più si addice alla terza prova cinematografica del regista ternano, con la quale dimostra tutta la sua maturità stilistica e indica la nuova strada verso cui sta volgendo la sua visione cinematografica.
Don Pierino: un uomo simbolo della lotta contro la tossicodipendenza, che nel corso degli anni ha salvato le vite di centinaia di giovani. Un sacerdote, non un prete, come si definisce lui stesso.
Documentario e fiction si fondono in un opera poliedrica che spesso va sopra le righe e mostra i lati sconosciuti di un uomo forte che ha saputo portare avanti la sua crociata a dispetto di tutte le avversità, un uomo disposto anche a provare in prima persona il "male" che egli stesso combatte per poter immedesimarsi totalmente nei suoi "figli".
Attraverso la sensibilità stilistica del regista e alla profonda introspezione con cui dipinge il personaggio che lo spettatore si aliena ed entra in comunione con lui, accettandone pregi e difetti. Un opera corale ricca di personaggi e opinioni, interpretata da attori quasi sconosciuti che fanno da contorno al protagonista, magistralmente diretti da una mano superba. Altisonanti le musiche, che rafforzano il passo della pellicola sottolineandone i punti salienti.
Un "docudrama" che non condanna e non assolve nessuno, ma lascia allo spettatore il compito di giudicare. Immagini reali e immagini recitate, il vero Don Pierino e l'attore che lo rappresenta, un Fernando Altieri particolarmente ispirato che offre una delle sue migliori interpretazioni.
Assolutamente da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a marco marinacci »
[ - ] lascia un commento a marco marinacci »
|
|
d'accordo? |
|
camillatoscani
|
domenica 22 maggio 2011
|
uno spot per don gelmini
|
|
|
|
Il film ha un ritmo avvincente, sia ironico che riflessivo: i personaggi sono ben studiati e sono tutti testimonials a favore di Don Gelmini. Difatti, il limite del film pare essere quello della mancanza di un antagonista, che in questo caso, poteva essere l'accusatore Don Gelmini, o il Pubblico Ministero o il Giudice per le indagini preliminari. Nonostante il senso unico del film, il prodotto appare piacevole per il pubblico, grazie al ritmo elevato ed ad alcune trovate fantasiose.
|
|
[+] lascia un commento a camillatoscani »
[ - ] lascia un commento a camillatoscani »
|
|
d'accordo? |
|
simona proietti
|
giovedì 9 giugno 2011
|
la vita di un personaggio scomodo
|
|
|
|
Il film ripercorre in maniera molto reale le fasi più importanti della nascita della Comunità Incontro, partendo dal 1963 (quando Don Pierino incontra Alfredo Nunzi), per poi passare al 1979 (arrivo ad Amelia). Il plot del film è incentrato sull’anticonformismo del sacerdote, che negli anni, ha portato ad inimicarsi sia le alte sfere della politica, sia lo stato. Il regista si sofferma giustamente sulla battaglia di Don Pierino contro il metadone e fa vedere che alcuni prelati, sfottono il parroco, dicendo che avrebbe potuto fare una carriera ecclesiastica, ed invece ha preferito andare appresso a quei scellerati per salvarli dalla droga. Il ritmo è incisivo e non fa calare mai la tensione.
[+]
Il film ripercorre in maniera molto reale le fasi più importanti della nascita della Comunità Incontro, partendo dal 1963 (quando Don Pierino incontra Alfredo Nunzi), per poi passare al 1979 (arrivo ad Amelia). Il plot del film è incentrato sull’anticonformismo del sacerdote, che negli anni, ha portato ad inimicarsi sia le alte sfere della politica, sia lo stato. Il regista si sofferma giustamente sulla battaglia di Don Pierino contro il metadone e fa vedere che alcuni prelati, sfottono il parroco, dicendo che avrebbe potuto fare una carriera ecclesiastica, ed invece ha preferito andare appresso a quei scellerati per salvarli dalla droga. Il ritmo è incisivo e non fa calare mai la tensione. Il regista mescola sapientemente le scene del processo, alle scene del recupero dalla droga, alle scene di sensibilità di Don Pierino. Il risultato è un quadro estremamente veritiero sulla vita di Don Gelmini ed un film di grande caratura stilistica. Difatti il regista Sbarretti, utilizza tutte le tecniche possibili, per rendere il film piacevole. La musica su tutte. La colonna sonora è assolutamente straordinaria e sottolinea al meglio le varie fasi del film. Tecnicamente il film è d’avanguardia, con inquadrature sempre originali, mai scontate e prospettive di grande interesse visivo. I dialoghi sempre molto curati (non c’è mai una parola di troppo) fanno calare lo spettatore nell’atmosfera voluta, prendendoli quasi per mano ed introducendoli in una realtà, non conosciuta da tutti, quale quella della Comunità Incontro. Il film infatti, è adatto sia per chi conosce la storia del parroco di Amelia, sia per chi non ne sa assolutamente nulla. Descrive al meglio la figura di questo sacerdote, con un animo buono, ma dal carattere piuttosto dirompente. Ci sono alcuni virtuosismi del regista, che possono apparire anche superflui ai fini della storia, ma che (credo) siano serviti allo stesso, per forgiare il suo prodotto e per dargli una sorta di marchio di fabbrica: come a dire… questo è il mio film e ci metto la mia griffe. Sono comunque virtuosismi che allietano il film e danno vivacità al racconto, tenendo sempre alto l’interesse del pubblico. In questo Sbarretti dimostra di essere un regista di talento, di cui sicuramente sentiremo parlare in futuro. La sceneggiatura del film a mio avviso è la cosa più riuscita. È scritto veramente bene, in un intreccio di emozioni, che vanno dalla commozione all’ironia, ai temi più d’azione riguardanti il processo. (Epica la scena della scorta al Giudice in rallenty). Insomma, il film da tanto tempo pubblicizzato, non delude gli spettatori, anzi tende loro la mano, raccontando una storia delicatissima, non facile e complessa, in maniera estremamente suggestiva e d’autore. Che DON PIERINO emerge? Non emerge la figura di un parroco dimesso… tutt’altro. Emerge la figura di un combattente ed anche nelle scene di estremo trasporto riguardanti l’uscita del Don dall’ospedale, mescolano il tenero turbamento nel vedere il Don convalescente, alla grinta di avercela fatta ancora una volta.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a simona proietti »
[ - ] lascia un commento a simona proietti »
|
|
d'accordo? |
|
|